A grandissima richiesta, per chi si è perso l’italico evento dedicato alla scena indipendente dell’intrattenimento elettromeccanico, ecco un recap di tutte le nomination degli Indiependenza 2021. Se non c’eri ti sei perso un momento incredibile che capita solo una volta nella vita, ma oh, volendo c’è anche la replica e sono così magnanimo che te la embeddo pure.

Ti manca la lore? Sostanzialmente visto che ai TGA di indie s’è parlato male abbiamo cagato una live di 3 ore che non si caga nessuno™ per cercare di dare un po’ di lustro ai migliori titoli indipendenti dell’anno. Con tanto di curatori/persone indiecate per qualche categoria, di cui poi qui di seguito trovi i vari spammini.

Pippo’s Choice Award

Il premio per i giochini scelti dalla ggente. Le votazioni si sono tenute sul gruppo Facebook Join The Rebellion, per cui se sei curioso ti basta pigiare sul linkino e vedi chi sono i nominati dai very giocatory, chi ha vinto e perché. Dai, chi ha vinto te lo dico io che so che ti pesa il culo: Death’s Door.

Sapore Littorio Award

Non potevamo non premiare il miglior videogioco indipendente italiano, visto che la mission del podcast videoludicamente scorretto fin dalla fondazione è dare spazio agli sviluppatori nostrani. Da quando siamo andati on air nel 2016 le cose si sono un po’ smosse e le ambizioni della scena locale sono cresciute, qualcuno è pure riuscito a strappare deal con le varie Zaibatsu del software e insomma bene. C’è ancora una madonna da fare e siamo indietro di 20 anni rispetto pure alla Polonia, ma bene. Queste le nomination:

L’ambitissimo premio che manco esiste fisicamente – un po’ come il pacchetto azionario de Gli Occhi del Cuore – se lo porta a casa Vesper. La concorrenza era agguerrita, ma Vesper è stato amore a prima vista e non ce lo siamo più tolti di dosso da quando l’abbiam visto l’anno scorso durante la Gamescom. Dategli dei cazzo di soldi perché è ridicolo che un’opera così non abbia venduto tutto il vendibile.

Giustizia Sociale Award

Prima delle categorie curate da due persone indiecate, nello specifico Ilaria Celli e Damiano D’Agostino. Autori su Niente da Dire ma soprattutto menti dietro la newsletter Still Alive, sono stati i primi a rispondere presente alla chiamata e considerando che c’abbiamo più o meno la stessa reputazione di quello grosso e cattivo della prigione che devi prendere a schiaffi il primo giorno per dimostrare quanto sei fico non era scontato per nulla. Perchè giustizia sociale? Perché i nominati sono giochini che hanno provato a renderti migliore. Se sembra un rip-off del Games for Change di Geoff è perché lo è. Però col nome più meme quindi che vuoi?

I curatori hanno decretato che il gioco più Giustizia Sociale tra questi fosse Essays on Empathy.

FF7 Remake Award

Il gioco che colpevolmente ci siamo dimenticati più in fretta. Doveva cambiare il mondo, doveva spaccare tutto o molto più banalmente doveva tenerci compagnia. E magari lo ha fatto pure, solo che poi come Woody in Toy Story non appena è arrivato Buzz Lightyear a casa l’ha presa in culo. Tra qualche anno, come Andy, ripenseremo a qualcuno di questi giochi tributandogli lo stesso amore che poi il ragazzo ha riconosciuto al cowboy con il serpente nello stivale. Per il momento ecco le nomination:

Il premio è andato a Valheim. Dovremmo decisamente riflettere su come trattiamo i giochini, visto che siamo una delle poche industrie dove una categoria del genere ha senso e trova pure un sacco di candidati. Ci siamo mangiati Final Fantasy 7 Remake con la stessa facilità, per dire.

ToyCenter Award

Si premia il miglior giocattolo. Il gioco che t’ha divertito di più, senza nessuna velleità di racconto o con una componente narrativa traballante, ma minchia come si giocava da dio.

Ha vinto Loop Hero. Perchè è una cristo di droga è c’è poco da dire se non questo, poco da fare se non andare a comprarlo su una qualunque piattaforma tra quelle disponibili.

Elio Petri Award

Pare che Elio Petri fosse un regista, discretamente kompagno, che ha girato solo film di genere. Visto che metà di Gameromancer ha fatto il DAMS, per forza di cose la categoria dove si premia il miglior videogioco di genere porta il suo nome. Questi DAMS hanno disperato bisogno di aiuto. Volendo, puoi adottarli a distanza su Patreon. Così, per dire…

Qua ha vinto Ender Lilies, perché in fondo lo sapete che siamo dei cazzo di nerdini fissati coi metroidvania.

Pezzotto Award

Altro premio curato da persone indiecate. In questo caso ci siamo affidati alle sapienti mani di StayNerd, uno dei pochi portali nostrani che posso endorsare senza poi pentirmene due nanosecondi dopo. In rappresentanza del progetto editoriale che ha cagato fuori ficate clamorose tipo Glitch e Kuma c’è Francesco Paternesi, che sciorina quelli che sono gli indie tra virgolette – quelli che tecnicamente proprio indie non sono – che se vi siete persi dovete recuperare asap:

Lo scudetto di cartone se lo porta a casa Inscryption, in quanto prodotto assolutamente malato, fuori di testa e insomma 100% Daniel Mullins pure se Daniel Mullins a sto giro ha visto dei soldi.

Stalin Award

Poteva mai essere un premio organizzato da Gameromancer senza una categoria per il videogioco più di sinistra? Chiaramente no. E quindi, mentre in sottofondo gira l’inno russo (che è non ironicamente uno degli inni più fomentanti di sempre), vediamo quali sono i videogiochi più kompagni dell’anno:

Non si poteva che premiare ZA/UM e Disco Elysium. Il gioco è incredibile, ha una profondità pazzesca e una quantità di roba senza senso. Poco male che crashi e lagghi e abbia problemi, non fa niente. Anzi, gli danno quasi valore e dignità.

Garko Award

Last but not least, le ultime persone indiecate sono i ragazzi di Indie Comune. Podcast dedicato al mondo del videogioco indie – e che come quasi tutti i podcast di giochini in Italia vanta nel roster il Cummenda Calzati –, il podcast battente bandiera N3rdcore ha deciso di curare il premio per la miglior direzione aristica. I candidati:

La statuetta va a Book of Travels, anche per via della non facile situa che sta passando il team di sviluppo.

Famolo Strano Aw(kw)ard

Il gioco più strano dell’anno. Vuoi per il gameplay, vuoi per la grafica, vuoi perché attorno al gioco sono successe cose matte e molto poco disperatissime. I nominati:

Pure qua vince Mullins, perché inscryption è pazzo dentro ma è pazzo anche se non soprattutto fuori. E davvero, recuperatelo perché poi tutto il contesto attorno al gioco è una cosa incredibile.

Indiependenza Award

Finalmente, l’indie più riuscito nell’anno. S’è cercato di mettere qua dentro solo l’indie vero, quello che davvero deve fare i conti con le bollette, il marketing e la discoverability del cazzo che Internet offre quando non hai i soldi per pagare le sponsorizzate. Eccoci, dunque:

Il premio va ad Everhood. È stato difficile sceglierne solo uno, ma Everhood è alla fine quel gioco di cui ci siamo resi conto di non poter più fare a meno di parlare ogni volta che c’è l’occasione. E anche quando non c’è in realtà.