Perché solo io trovo questi giochi?
Devo dire che non è facile scrivere questa recensione di Turnip Boy Commits Tax Evasion. E’ una cosa che ripeto spesso in realtà, perché parlare di videogiochi è difficile, criticarli ancora di più. Se poi si tocca un gioco strano, medio, interessante, ma lasciato un po’ alla cazzo come questo, la voglia di non fare un nulla e abbandonarvi tra dubbi e tasse da pagare, si fa sempre più allettante. Per fortuna non sono di Equitalia e non vengo a rovinarvi la vita chiedendovi i soldi che non avete versato quando avete comprato quella banca nel lontano 2009, e vi dirò che Turnip Boy è un bel gioco con un turning point pazzesco.
Lo so brutti stronzi che avete pensato al rape perché siete dei malati e non riuscite a staccare il cervello dalle categorie di Pornhub, e in parte avete ragione: in qualche modo Turnip Boy ti incula, ma andiamo con ordine. Vi voglio raccontare a somme linee come ho vissuto io queste 3 ore totali di gioco. Ero su Skype con quei due scansafatiche di Pietro e Stefano e ho deciso di accendere il gioco mentre parlavamo del più e del meno. Il titolo è tenerissimo sin dal primo sguardo, quasi da diabete, perfetto per me e per la mia linea a metà tra un cocomero e un elefante indiano obeso. Il nostro uomo rapa è uno stronzo patentato che non ha pagato le tasse e strappa i bigliettini romantici delle fragole.
Con un escamotage degno di un film comico di Pieraccioni, il sindaco cipolla costringe il nostro eroe a girare per una piccola landa vegetale, schivare lumache e fare delle commissioni. Il tutto nel modo più bizzarro e strano possibile. E io devo dirvi che scrivere questa cosa mi ha fatto crescere due meloni che non avete idea. Mado’ che palle parlarvi di trame. Semplicemente ci sono momenti super strani che ti faranno dire ogni volta “ma che cazzo sta succedendo? Perché ci sta un personaggio di JoJo qui?” e io mi stavo spaccando a raccontare ogni singola cosa a quei due stronzi. Fino al turning point almeno.
Eh sì, perché ad un certo punto, tra reminisecenze zeldiane e Simpatiche azioni verso la streamer vegetale di turno, succede una cosa che mi ha fatto cagare in mano. Vi giuro ho tremato. Non vi racconterò, ovviamente, cosa è successo, ma sappiate che sono rimasto in silenzio per qualche secondo mentre gli altri due stavano chiacchierando. Al che, giustamente, mi hanno chiesto cosa stesse succedendo. Io balbettando ho raccontato loro cosa stavano vedendo i miei occhi e Pietro ha esclamato: “Ma porcodiofabbacco Francesco, ma tutti tu li trovi sti giochi diocanesturbanti”.
E ha ragione. Ha ragione da vendere. Un gioco che doveva essere uno zelda-like (guarda mamma come la stampa di settore!), si trasforma in una roba mezza horror mezza no. Un turning point alla M. Night Shyamalan, che ti trasforma nello schizofrenico di turno che non sa a quale giochino sta giocando. Ma sapete qual è il vero problema? E’ che tutto questo dura troppo poco.
Deluso forse è una parola troppo forte, ma ci sono rimasto davvero male. Perché al netto di alcune scelte non proprio felici (i controlli tipo) Turnip Boy è un giocone con una trama pazzesca. Lasciata però marcire come frutta al sole. E non ne capisco il motivo. Tutto ciò che succede dopo il turning point è frettoloso, quasi come se dovessero finire di sviluppare il titolo il prima possibile. Non c’è il tempo necessario per assimilare, approfondire e godere di quella storia interessante che hanno creato. Buttato così, alle ortiche. Questa cosa mi fa incazzare non poco, perché in un panorama videoludico vuoto, roba come Turnip Boy spaccherebbe. E invece no, tre ore e basta. Fanculo.
Almeno mi posso vantare di avere buon occhio per le cose strane.