Fire(Pozar) è un bel corto.

Giocare a Happy Games mi ha ricordato il primo impatto con i corti di Lynch. Per gli stronzi lì fuori che non sanno di cosa sto parlando, sappiate che Lynch su Youtube ha caricato diversi corti, tutti perfettamente nel suo stile: incubi. Sì, avete anche il bollettino giornaliero sul meteo, ma è solo un elemento in più che dà colore alla follia di quell’uomo.

Sta di fatto che in Happy Game ho visto il riflesso di Fire(Pozar). Gli incubi che si mostrano esattamente come sono: senza senso e inquietanti. Non avevo paura con Happy Games, come non avevo paura con Fire(Pozar). Quello che ho visto è il concretizzarsi di una mente disturbata che conosco molto bene. Non riesco a mettere ordine, quindi quando sogno trasformo i conigli in grasse palle di pelo dagli occhi vacui, e i cuori in macinini con dentro facce felici armate di seghe.

Happy Game è un’esperienza. E non esiste altro modo per descrivere quelle 3 ore che ho passato. Non c’è niente di difficile in Happy Game, tutto scorre nel modo più onirico possibile. Happy Game è la dimostrazione che i videogiochi sono più vicini ai sogni che a tutto il resto. Tutto quello che ci sembra normale in un videogioco, quegli enigmi imbecilli che abbiamo imparato ad accettare, perché non ci sta altro modo per arrivare da una parte all’altra se non utilizzando un pollo di gomma e una carrucola. Happy Game è la dimostrazione che come nel cinema, così nei videogiochi, i due poli dello spettro della creatività sono il porno e l’horror. Tutto il resto è nel mezzo. Perché come nei corti di Lynch, Happy Games lavora con quella confusione creativa possibile solo nell’incubo.

Ogni schermata di Happy Game è un quadro. Ogni frame di Fire(Pozar) una foto. Se ti fermi per un momento a guardare cosa succede intorno a te, noti una marea di dettagli inquietanti che ti raccontano quanto quel dannato bambino sia disturbato. Se stoppi la riproduzione e ti fermi per un momento a guardare cosa c’è nell’inquadratura, noti una marea di dettagli inquietanti che ti raccontano quanto Lynch sia disturbato.

Happy Game non è un gioco felice. Lynch non è un un uomo felice

Happy Game non vuole rendere le cose difficili. Happy Game vuole trasmettere sensazioni. Happy Games vuole dare quegli input al cervello che ti fanno paura anche se tu non ti rendi conto di aver paura. Ti rimane sulle retine e rivivi quegli orrori poi quando vai a dormire. Ma non hai paura, li conosci, li hai già sconfitti, sono tuoi amici. Amici inquietanti, ma tuoi amici.

Happy Game è un bel gioco.

quanto spendere
13 /13€
bignami per pigri
David Keith Lynch (Missoula, 20 gennaio 1946) è un regista, sceneggiatore, attore, musicista, produttore cinematografico e pittore statunitense. È stato descritto da The Guardian come "il regista più importante di quest'epoca", mentre AllMovie l'ha definito "l'uomo del Rinascimento del Cinema moderno americano". Nasce come pittore; le sue opere sono attualmente esposte in musei e gallerie d'arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia.Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi film. È anche musicista, cantante e scrittore. Nonostante non riscuota sempre successo ai box office, Lynch è apprezzato dai critici e gode di un cospicuo seguito di fan. Nel corso degli anni ha ricevuto tre nomination al Premio Oscar per la regia (per The Elephant Man, Velluto blu e Mulholland Drive), la Palma d'oro al Festival di Cannes 1990 per Cuore selvaggio, il Prix de la mise en scène a quello del 2001 con Mulholland Drive e il Leone d'oro alla carriera durante la 63ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, in occasione della proiezione in anteprima mondiale di Inland Empire - L'impero della mente nella sezione fuori concorso.
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