Mi è bastata un’oretta di chiacchierata con i dev di Vesper per capire che c’è molto di più della tecnica dietro i videogiochi.
Se n’è parlato tanto. Con merito, perché cazzo se è un gran gioco. Ma nulla mi ha colpito quanto la voglia dei due dev di stare davanti ad un microfono, alle 9 di sera, sfranti da far schifo.
Non hanno mai crunchato per tutto lo sviluppo, hanno buttato sangue nel rispetto della loro persona e del loro lavoro. Poi gli chiedi di fare una chiacchierata e, con una pizza in bocca, fanno le ore piccole tra un aneddoto del cazzo e una battuta di merda. Ma proprio tanto di merda.
E alla fine davanti a tutto questo sti cazzi di quelle parole che ci riempiono ogni volta la bocca quando parliamo di videogiochi: 60FPS granitici, 4K Ray Tracing, viscerale, ecc… Ciò che ci interessa davvero è raccontare storie. Ci interessa formare legami partendo dal videogioco.
Ci interessa non sentirci soli davanti ad un opera. Che sia con amici, con i dev o con degli sconosciuti su internet.
Ed è così che ti accorgi che con un gran videogioco il tempo vola. Che siano ore passate davanti ad uno schermo, o un’oretta a parlare di tutto tranne che del videogioco, in un podcast del cazzo.