Visto che gira che ti rigira quelli che benpensano – o meglio depensano – muovono sempre le stesse critiche e mi sono un po’ rotto il cazzo di scrivere i wall of text su Facebook in risposta, andiamo giù di FAQ. Così chi lo dice che scrivo per boostarmi il traffico è ancora più legittimato a farlo.
Ok, forse non è una gran mossa in effetti…

A che serve Gameromancer?

Gameromancer è uno spazio sul web dove poter essere liberi. Liberi da un sacco di cose che non mi piacciono della scrittura applicata ai giochini, tipo i banneroni pubblicitari che coprono i testi o le recensioni generiche che s’assomigliano tutte. Di far parlare gli sviluppatori in podcast e di fare divulgazione tra una bestemmia e l’altra. Di dire quello che mi pare senza la pretesa di fare informazione, essere oggettivo o tutte quelle menate da stampa 1.0. Gameromancer è un blog dove puoi scrivere una rece di Hades che in realtà parla del rapporto che ho con mio padre.

Non ti deve piacere per forza. Non devi per forza essere d’accordo. Se non ci vedi e/o non ci trovi qualcosa di tuo gusto banalmente pigia su quella X rossa in alto e chiudi. Non è una tragedia, non è un dramma. Di blog di giochini lì fuori ne è pieno, seguiti qualunque altra pagina più normalona/collaborazionista/istituzionale/quello che vuoi e pace.

È proprio necessario questo linguaggio?

Sì. Volevamo fare qualcosa di nuovo e quindi è una precisa scelta stilistica. Anche per differenziarsi dall’altro progetto del network, che condivide la filosofia alla base di Gameromancer ma la realizza in modo molto diverso. Che essenzialmente vuol dire che non droppa la parola sborra a caso nei copy.

Non è solo una questione di lessico in ogni caso. Qua su Gameromancer si fa ironia sostanzialmente su tutto – minoranze incluse –, non c’è nulla di sacro eccettuato l’Unico Vero HiDio e si dicono/scrivono le cose pane al pane. È quanto di più vicino ci possa essere alla Stand-Up Comedy applicata ai videogiochi. È parte dell’idea che c’è dietro il concetto di videoludicamente scorretto, che però non si ferma alla forma e va alla sostanza: videoludicamente scorretto è proporre i sogni come strumento di analisi del medium in luogo del cinema, per esempio.

Ma sei un sito/podcast/pagina di informazione, che cazzo fai?

Faccio er cazzo che me pare. Non c’è da nessuna parte la pretesa di fare informazione, e anzi l’idea che qualcuno si informi esclusivamente attraverso queste pagine mi fa abbastanza orrore. Ci sono migliaia di progetti che vogliono fare informazione, Gameromancer non vuole essere il mille-e-un-esimo. Qua si fa (auto)critica, e si parla più di videogiocatori che di videogiochi.

Vedi per caso una sezione notizie? No. Qua ci si fa SegheMentali, al massimo quando c’è l’impellenza di parlare di un videogioco nello specifico si apre il microfono. O si scrive una rece, che però di solito sono degli esercizi strani di scrittura strana che si fanno per evitare di andare dallo psicologo.

Non dovresti limitarti ai videogiochi?

Non mi risulta che nessuno abbia mai detto ai partigiani di limitarsi al loro lavoro mentre i crucchi e i fasci cercavano di fare il cazzo che volevano della nostra nazione. Per cui no, se ci sentiamo in dovere di parlare di un argomento di attualità – spesso attraverso i videogiochi, ma non deve essere un obbligo – lo facciamo. Non è che siccome uno parla di giochini allora deve parlare solo di quello, l’ho sempre trovata una critica abbastanza del cazzo. Specie perché quand’è che avremmo parlato di giochini e basta?

Perché giochini?

Proprio perché non sono giochini. C’è un sacco di gente che si riempie la bocca con il concetto che i videogiochi sono arte, però poi non lo pensa davvero. Non lo pensa davvero perché si lamenta quando si trattano tematiche serie, perché c’è troppa politica in The Last of Us Parte II (spoiler: ce n’è tipo la stessa quantità che in Final Fantasy 7). Quando dici che i videogiochi sono arte e vai a mettere questo tipo di barriere sei tu quello che ha un’agenda: semplicemente ti vergogni del tuo hobby e allora devi nobilitarlo ad ogni costo.

È il motivo per cui per anni i videogiochi hanno avuto l’invidia del pene nei confronti del Cinema, qualcosa che stiam superando davvero solo adesso. Anche se “cinematografico” rimane qualcosa che siamo abituati a vedere nella colonna dei pro di una recensione 1.0. I videogiochi in realtà sono molto più simili al Teatro, concetti come ruolo e maschera sono propri di tutti e due i media. Giochini è un esorcismo. Una formula magica per tirare fuori dalle loro tane quelli che davvero poi pensano che siano solo giochini.

Lo fai solo per le visite/i like

Se lo facessi per le visite non lo farei su Facebook. Facebook è lo strumento peggiore per portare gente da qualche altra parte, perché l’algoritmo – che è ormai il Signore Dio Tuo di questa nuova epoca – ti vuol tenere sui server di Zuckerberg. Anche ci riuscissi per qualche motivo, sfruttando qualche altra sorgente, a che pro? Non ci sono banner pubblicitari e il traffico non è monetizzato. Non parliamo con nessun PR regionale, i (pochi) titoli Tripla-A di cui trovi una rece in archivio sono stati comprati spendendo le sudate carte™. Parliamo spesso con sviluppatori indie, e li si che capita di ricevere una key per poter scrivere. Ma stai tranquillo che uno sviluppatore indie non ti chiederà mai quanto traffico fa il tuo sito, sta alla canna del gas e per vendere 2 copie in più farebbe di tutto.

Se lo facessi per i like posterei dei meme. Molto più facile, molto più remunerativo, non dovrei rispondere a qualche imbecille tipo te. Programmi ad inizio settimana i post dei successivi sette giorni, scrivi due frasette ed è lì. Senza doverti sbattere per fare le grafiche, per studiarti parola per parola un post per capire come può funzionare meglio, come il concetto può dare più fastidio. Lo facessi per i like sarei Il Gamer Ignorante, non un podcast videoludicamente scorretto.

Lo fai solo per le attenzioni delle pagine/siti/club dell’uncinetto più grossi

Ci metterei la firma per potermi solo occupare delle stronzate. Davvero. Il mio sogno bagnato è vedere una cosa come Ludenz fare i big money e spazzare via dall’esistenza SpaccioGames, MemeryEye e MultiFerri.it. Non succederà, perché della Game Culture in fondo non interessa a nessuno. E allora quando qualcuno si occupa di videogiochi con e per lucro, quando notoportaledigiochini.it fa del male alla credibilità del movimento critico qua in Italia, lo si dissa. Lo si fa per cercare un confronto, come hanno capito già diverse persone addette ai lavori che c’han fatto il callo. Può non piacerti, come tutto il resto di quello che non facciamo. Ci sta, non te ne faccio una colpa. Ma noi ci crediamo e dovresti almeno rispettare questo.

Sei Sonaro/Boxaro/Nintendaro

Ognuno degli autori dietro il materiale che vedi ha una sua preferenza. C’è chi gioca su console Sony, chi preferisce Switch e chi è un PCIsta convinto. Non c’è nessun boxaro (pur giocando anche su Xbox), ma se vuoi farne un discorso di quote verdi spero tu ti renda conto che è ridicolo. Se navighi un po’ o ti scorri le cazzate che scriviamo sui social prima o poi qualche contenuto che ti triggera lo trovi, è statistica. Non per questo c’è l’esigenza o la volontà di leccare il culo a chicchessia, semplicemente si dice quel che si pensa e più o meno come lo si pensa.

Anche perché per quale motivo? Parliamo di macchine che costano poco. Perché 500€ per una piattaforma da gioco sono pochi. Nel caso di Xbox Series S sono anche meno. Davvero, perché rosicare quando posso andare in negozio e portarmi a casa l’entry level dell’entry level?

Sei un fascio di merda

C’è scritto videoludicamente scorretto, non politicamente. Per qualche forma di dislessia parecchia gente si incarta su questa cosa. E a parte il fatto che il politicamente scorretto non è un’esclusiva dell’Alt Right, qua l’indirizzo è tutt’altro. Siamo un podcast orgogliosamente di sinistra, che se la prende ogni tre per due col capitale applicato al videogioco e con tutto quello che va contro la tutela dei lavoratori nel settore.

Associare un certo tipo di linguaggio e di umorismo ad una corrente politica è abbastanza una stronzata. È vero che buona parte del lessico che usiamo (parrucconi, scribacchini e cose così) è stata precettata da un noto MoVimento politico che ha al suo vertice un comico di Genova. Però se fa pe ride, dai.

Ma sei un comunista!

Ma dai? Non ti sfugge niente oh. Il logo è tipo Che Guevara con il visore ma era veramente sottile, lo ammetto.

Sei un Social Justice Coso

No, siamo semplicemente esseri umani più profondi e più decenti di te. E non ci siamo dimenticati del Gamergate.