Chiunque abbia un sito web di videogiochi è convinto che il suo sia il migliore. Molto spesso sulla base di stocazzo, perchè tutto quello che fa — tutto quello che offre — è la stessa cosa che si trova in qualunque sito che parla di videogiochi. News tradotte dai soliti siti internazionali, recensioni dove si cerca di essere il più oggettivi possibili.
Quando capita, qualche approfondimento effettivamente originale. Ma di solito solo dopo l’E3 per decidere chi ha vinto, l’equivalente editoriale del cenone del 24 coi parenti che non puoi fare a meno di evitare.
Il miglior sito di videogiochi è quello che fa meglio queste cose, verrebbe da dire. Il più professionale.
Certo, poi in realtà dietro le quinte “professionale” è il termine più sbagliato per definire progetti dove i collaboratori vengono pagati una miseria (se va bene) e devono fare contenuto che porti traffico che viene convertito in euro/dollari/bitcoin dai mille banner pubblicitari in cui i testi affogano. Casi mediatici montati ad arte e notizie copiate dai meme, e poi mi dite che cercate la professionalità, vabbè.
E non sto necessariamente parlando di Gameromancer. Gameromancer non nasce nemmeno per quello, non voleva essere un sito di videogiochi e console, ma un sito di videogiocatori. Un posto dove non si parla tanto di videogiochi, quanto di come ce li viviamo. È il giullare di quella corte decadente che è la Game Critic, un Grillo Parlante infame che ci sbatte in faccia tutte le nostre contraddizioni. Gameromancer non deve piacere, deve fare male. Devi incazzarti, quando ci leggi. Se proprio dovessi dirti perché Gameromancer potrebbe candidarsi ad essere il miglior sito web di videogiochi, è perché è davvero l’unico progetto del genere. Un sito che parla di videogiochi partendo dal basso, dando voce ai giocatori in modo sovversivo.
Un progetto community-centrico, dove i lettori scrivono e gli scrittori leggono e dove c’è un intero filone del podcast dedicato completamente agli utenti, che possono partecipare come ospiti. Gameromancer è il miglior sito di videogiochi (se lo è) perché è la stessa community ad essere la migliore. “Siamo quello che siamo, e ce ne siamo fatti una ragione“. Ma proviamo a migliorarci per essere all’altezza dei videogiochi che giochiamo. Ne abbiamo parlato nella prima puntata di randomancer, magari poi quando copierò questo pezzo su WordPress qua sotto embeddo il player…
Togliamo Gameromancer dall’equazione. Dopotutto non voleva essere un atto di autoerotismo, questa SegaMentale. Al massimo è un modo furbo di vendervi lo spin-off del podcast videoludicamente scorretto che si mette a parlare di cose che esulano dai giochini. No, il vero punto del pezzo è capire davvero qual è il miglior sito web (che parla) di videogiochi. Quantomeno dal mio punto di vista, che è quello di un tizio che è salito sulla giostra il 20 marzo 2013 e che in questi sette anni ha fatto e visto un po’ di tutto. Ho scritto un sacco di roba, molta della quale adesso butterei volentieri via, e in un sacco di formati diversi. Recensioni, news, speciali… Per un po’ ho anche fatto il Content Creator per Facebook, cosa che a ben vedere faccio soprattutto oggi con Gameromancer in modo supercazzolo.
Però in sette anni di trial & error ho maturato uno stile. Forse qualcosa di più, una visione, un’ideologia. Su queste pagine poi questo viene esasperato e riempito di rutti e bestemmie — e se vi sembra facile fare contenuto videoludicamente scorretto, provateci e poi ne riparliamo — ma c’è uno spazio su Internet che dopo mille peripezie sono riuscito a rendere il miglior sito di videogiochi. O quantomeno, il miglior sito di videogiochi secondo il mio ideale.
Sono ovviamente di parte. I Love Videogames non è il mio figlio biologico, ma è il papà che mi ha insegnato ad andare sulla bicicletta quando avevo sei anni. E col tempo è invecchiato, proprio come un papà di carne e sangue e ossa che ad un certo punto ha bisogno di te per poter arrivare alla prossima alba. È la casa da cui sono scappato durante l’adolescenza (collaborando anche con altre testate) ma a cui poi alla fine sono tornato. Il posto dove ho realizzato di esser diventato il Creative Director dopo il lavoro dietro agli aspetti più autoriali della faccenda e che dall’anno scorso ho potuto provare a portare finalmente oltre le regole. È per questo che penso sia il miglior sito che parla di videogiochi? Assolutamente no. Se pensavate avessi un cuore, non avete capito un cazzo.
I Love Videogames è il miglior sito di videogiochi per un semplice motivo, quasi banale: è fatto da gente che ama davvero i videogiochi. Persone che vogliono davvero parlare di videogiochi. Gente che ha capito che il nostro medium è più della somma delle sue parti, e che per raccontarlo non puoi fare una recensione che parli del trittico trama-grafica-gameplay. Non è un tavolo operatorio dove eseguire l’autopsia di un prodotto, quanto la pagina di un diario da riempire con quella che è la propria esperienza. Personale come le mutande che indossi.
I Love Videogames è un progetto che crede davvero che i videogiochi possano essere un tassello importante, nel progetto per il perfezionamento dell’uomo: qualcosa da divulgare e raccontare non solo ai videogiocatori (ormai assuefatti alla comunicazione asettica da comunicato stampa o da quella fraudolenta da titolo clickbait) ma a tutti. Perché i videogiochi possono fare tanto per le nostre vite, e se Gameromancer indaga l’aspetto personale della faccenda, il come una cosa come Shenmue possa salvarti dal vuoto del lutto, su Ilovevg c’è il quadro generale. Il videogioco come mezzo educativo e anche divulgativo, perché niente come Hellblade vi metterà mai nei panni di qualcuno affetto da disturbi mentali, facendoci arrivare a capirlo tramite il lavoro di Ninja Theory. Una condivisione così intima non sarebbe possibile con nessun altro medium.
Ecco, perché credo che I Love Videogames sia il miglior spazio dove parlare di videogiochi, sito o rivista e reale o virtuale. Gameromancer ne è solo il rovescio della medaglia, l’ala più estrema di un progetto meraviglioso che può dire e sta dicendo tanto. Dando la parola a chi di solito viene ignorato da quelli che per anni abbiamo ritenuto essere i primi della classe.