Disclaimer sull’edizione prima di Come uccidere un videogiocatore I videogiochi sono sogni e per me la scrittura segue la stessa regola. Come sogno va preso pure questo scritto quindi, nella sua confusione e non uniforme completezza. Qualsiasi lamentela non sarà accettata. Se proseguirete nella lettura entrerete in un mondo non vostro. Pulitevi le scarpe dunque e non rompete il cazzo.
Come uccidere un videogiocatore? Essere immortale al di là dello schermo. Signore di codici e di uomini di cartone che passeggiano su strade effimere. Vampiri che vivono succhiando il sangue di coloro che hanno speso il loro tempo per creare perdite di tempo. Api che si nutrono del nettare sempre fresco dello svago. Mani che spaccano clessidre giganti alla ricerca di un tempo infinito, indefinito, altro. Questo sono i videogiocatori. Creature tra le più infime sulla terra. Creature talmente affamate di gloria da calpestare i propri simili per un trofeo a schermo. Putrescente escremento della società dello spettacolo. Non mi stupirei se qualcuno li volesse uccidere. Per vostra fortuna, sono qui per spiegarvi come.
Come si può uccidere una creatura così infima. Così nascosta nell’ombra. Come si può uccidere un videogiocatore? Un videogiocatore vampiro, appunto? Beh, per prima cosa bisogna studiare il nemico: vive quasi sempre all’interno di forum di dubbia qualità; conosce a memoria le battute del suo titolo preferito, e lo cita anche se nessuno lo ha chiesto; legge gli spoiler e si lamenta degli spoiler, dimostrando quanto questa malattia non solo lo muti nel fisico trasformandolo in una radioattiva melma, ma quanto attacchi anche la poca materia grigia rimasta in quella sottospecie di scatola cranica. Che animale giovani etereonauti. Che animale da cacciare. Il più coriaceo della mia carriera.
Ho combattuto centinaia di loro con la mia penna, ma ogni volta ne nascono di nuove razze, sempre pronti ad attaccarsi al minimo errore, sempre pronti ad attaccare chi rischia di morire per un tubo dal soffitto per loro. Vi ucciderò TUTTI… Scusatemi. Mi eccito più qui che davanti ad un frappè. Dopotutto, non credo di essere così folle. Non sono loro i primi a soddisfare le loro voglie uccidendo?
Una volta studiato il nemico si passa all’attacco. Con cautela, mi raccomando. Armatevi. Sono pur sempre dei vampiri videogiocatori, è un attimo che vi saltino addosso, vi afferrino e vi prosciughino qualsiasi energia, qualsiasi gioia abbiate mai provato nella vostra vita. Prendete un paletto emotivo, stringetelo nella mano, dovete sentire le schegge narrative penetrarvi la carne, deve essere doloroso. Accucciatevi, aspettate che si giri, distraetelo con una storia banale, è facile fabbricarla, è simile ad una bomba fumogena, solo fatta di parole. Lanciatela e lui si girerà pronto a criticare quelle palesi banalità. Materia troppo poco elevata per stare lì nel suo regno.
Ed è allora che con un balzo felino gli salterete addosso, gli afferrerete con la mano libera la testa, la piegherete quasi a spezzargli il collo e gli pianterete il paletto emotivo nel petto. Nel cuore. Spingete, spingete, deve penetrare, deve morire quella testa di cazzo. Dovete tirargli fuori quelle parole, le ultime che urlerà tra le grida strazianti e le ultime preghiere nella speranza di una redenzione. E voi riderete su quelle lacrime versate, perché è comico vedere come il dolore porti solo altro dolore. È comico vedere come basti così poco per uccidere una creatura così divina da portare caos e scompiglio nella vita dei comuni mortali. Bisbigliategli all’orecchio: “Requiem Aeternum” e osservatelo divenire cenere che vola via dalle vostre dita.
Ed ecco a voi come uccidere un videogiocatore. E se siete arrivati qui miei cari etereonauti, allora significa che avete capito tutto. Avete in mano i segreti per sconfiggere queste creature. Potrete tramutare il letame in oro. Siete gli alchimisti del futuro del videogioco. I padroni del tempo digitale, i cacciatori di mostri. E avrete capito, anche, che non tutti i videogiocatori sono così. Questi sono la feccia, lo schifo, il tumore di questa società corrotta che vuole tutto ma quando lo ottiene preferisce il niente. Un ipocrito mondo che dovrebbe bruciare per rinascere dalle sue ceneri come una fenice. Ma purtroppo è un ciclo di respawn oltre lo schermo questo.
Morto uno ne nasce un altro che torna sulla piazza a cibarsi dei poveracci che al suo cospetto chiedono clemenza e conoscenza. Divinità che creano un eden fittizio, idilliaco, ma che non cedono al piacere di gustare il frutto proibito della scienza.