I videogiochi misurano il tempo alla grande. Lo scandiscono perfettamente, c’è un cazzo da fare. 10 anni fa (dai, circa) ero dentro un OpenGames a farmi le seghe davanti all’ultimo titolo di Sega, che non rilasciava niente di orgasmico da Sonic the Hedgehog 2. Ti distrai un attimo e nel frattempo ti sei laureato, OpenGames ha fatto la fine di BlockBuster, hai trovato lavoro e… No, Sega continua a non pubblicare tendenzialmente un cazzo di orgamisco. A parte Sonic Mania. Madò quanto è fico Sonic Mania.
10 anni viaggiano così veloci che Nintendo riesce a tornare ad essere rilevante per il mercato, per esempio. Si, ok, Wii ha venduto le madonne. Ma aveva degli attach rate ridicoli per il software. Ed era fisicamente impossibile per qualunque titolo non avesse scritto Mario o Zelda sulla copertina farci soldi. Chiedetelo a Platinum Games, che di MadWorld avrà piazzato meno copie di Fabio Scalini con Sialon 02. Wii U? LOL. Di Wii U non è mai fregato un cazzo a nessuno. Piuttosto che comprare Wii U, abbiamo preferito dare i soldi al porting brutto di The Wonderful 101 su Kickstarter. Quello che risolve il problema del secondo schermo nel modo più becero possibile.
Perché è vero che non crediamo nei videogiochi, ma quando di mezzo c’è un nome grosso allora improvvisamente diventiamo tutti dei comunisti del software pronti a infamare le grandi Zaibatsu e a esaltare l’indie. Fottecazzi che Inafune ci ha già inculato 5 milioni così.
Sto parlando un sacco di Platinum Games, si. Dei videogiochi powered by Platinum Games che negli ultimi 10 anni sono usciti a misurare il nostro tempo, che passa inesorabile. Bayonetta nell’ultima decade è passato dall’essere una delle più grandi colpe dell’utenza che consuma i giochini, capace di snobbare il miglior Stylish Action di sempre, all’uscire su qualunque piattaforma da gioco il mercato ci abbia messo davanti. Ad avere un sequel. E poi un altro ancora, perché Nintendo ogni tanto mi ricorda perché nonostante tutte le Madonne per quarto d’ora che gli tiro sia la Software House di cui abbiamo bisogno. E di tanto in tanto è migliore di noi, perché non ragiona solo col portafogli aperto.
Ma Platinum soprattutto è riuscita a non perdersi. E non era scontato, visti i calci nelle palle che l’implacabile tempo che passa ha rifilato ad Hideki Kamiya e soci. Bayonetta che non vende un cazzo, Vanquish che fa la stessa fine. La roba rilasciata su Wii U che affonda male su Wii U, Microsoft che cancella Scalebound ma invece Crackdown 3 no, quello può uscire anche se è lammerda.
10 anni bastano, per sconfiggere la maledizione di Hideki Kamiya, tutti ti vogliono ma nessuno ti piglia. Perché se in due lustri riesci a collaborare con tutti i big dell’industria e addirittura a far vendere roba firmata da Yoko Taro, vuol dire che sei più forte pure della sfiga e del tempo che passa. Che Capcom ha avuto torto, quando ti ha calciorotato lontano da Devil May Cry.
Ma appunto, sono passati 10 anni anche per noi. 10 anni fa giocavamo di più, ma se tutto è andato bene scopavamo di meno. Volevamo a tutti i costi il giocone da millemila ore, e adesso invece riusciamo ad apprezzare anche qualcosa che piuttosto che spegnersi in modo anonimo si brucia tutto in tre ore e mezza stile Vanquish. Avevamo meno cazzi, ma gli stessi cazzi che non ci fanno dormire la notte ci hanno reso persone migliori. Cazzo, anche giocatori migliori. Più consapevoli. O almeno, così mi piace pensarla.