SegheMentali UltraPunk Festival 2023: clicca che ti fa bene

UltraPunk Festival 2023 è una ficata pazzesca. On air dal 22 al 26 maggio tutte le sere ogni sera. Save the date o vai a fanculo.

Se c’è una cosa che abbiamo sempre fatto con Gameromancer è portare i videogiochi su sentieri poco battutisentieri UltraPunk /badumtss. A volte l’abbiamo fatto piuttosto bene, parlando di come il videogioco abbia molto più in comune coi sogni che col Cinema, dissonanze ludo/onirico-narrative incluse. Altre in modo discutibile, pure esagerato o sbagliato. Ma sempre con l’idea di lasciare una cosa videoludica più pulita di come l’abbiamo trovata quando si è iniziato a parlarne. Anche negli atteggiamenti distruttivi, perché per far posto alle cose nuove spesso bisogna avere la forza di buttare via quelle vecchie. E quindi eccoci a UltraPunk Festival 2023.

UltraPunk non è una cosa nuova. S’è già fatta l’anno scorso, e penso che rientri nei piuttosto bene di cui sopra. Quest’anno però si prova a rifarla come bisognerebbe fare con ogni sequel: più grande, più a fuoco, più efficace.

locandina dell'ultrapunk festival 2023 con in grafica chicory a colorful tale

Cos’è UltraPunk Festival?

Una ficata pazzesca. In pratica dal 22 al 26 maggio ogni sera tutte le sere dalle 21:30 ci sarà un panel (con ospiti di levatura incredibile, noi ci si limita a fare lə clown) che parla di approcci e tematiche punk alla cosa che amiamo di più su questa terra dopo il sesso orale: i giochini.

Mi fai degli esempi?

Posso fare pure di meglio. Ci sono i panel dell’anno scorso caricati su YouTube, robina tipo un intervento assieme a Francesco Rugerfred Sedda dove si parla del ruolo del ruolo nei videogiochi. Perché interpreti un personaggio anche fuori da quelli che chiamiamo RPG.

I panel

Ogni panel quest’anno ha due ospiti e una persona nostra “ally”, perché l’idea è appunto quella di non essere protagonistə noi ma condurre/moderare/fare il cosplay di Giletti.

22 maggio: L’infantilizzazione dei media e delle persone, con Raffaele Rubechini, Cecilia Formicola, Ilaria Celli

23 maggio: Sfide e opportunità del (e nel) Game Design, con Claudia Molinari (We Are Muesli), Francesco Rugerfred Sedda (CMON), Andrea Scibetta

24 maggio: Creare personaggi di generi, etnie e istanze diverse dalla tua, con Marco Spelgatti (owof games), Fabio Scalini (punto com), Stefania Di Tella

25 maggio: La necessità del networking, con Simone Granata (Kibou Entertainment), Tiffany Vecchietti (Miss Fiction), Azalona

26 maggio: Memoria e videogiochi: come ricordare senza farsi scammare dalla retrofilia, con Andrea Dresseno (IVIPRO), Valentina Paggiarin (Hive Division), Mario Cortese (DungeonDice);

È un po’ uguale all’UltraPop di NetAddiction

Non ti si può nascondere nulla, oh. L’idea è quella, solo che è declinata “alla Gameromancer”. E infatti si parla di punk. Perché “punk” è probabilmente l’espressione che ci descrive meglio (sarebbe “videoludicamente scorretto”, ma per qualche motivo ci leggi richiami alla destra che non ci sono e quindi inculati).

Ok, e quindi?

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In un’era post-Hotline Miami dove la violenza ha detto tutto quello che doveva dire, la cosa davvero punk che è rimasta al videogioco sono i sentimenti. E l’atto più sovversivo di un medium che si vuole vedere sempre più come industria è parlare di sé stessə, mettersi a nudo davanti ad uno specchio che altrimenti rifletterebbe il nulla, come in un gioco realizzato risparmiando risorse.