La libertà di vendere il proprio corpo. La domanda e l’offerta. Il diritto di venire rispettati anche svolgendo lavori “bassi”. Di non essere giudicati perché il proprio è un lavoro che si basa su istinti “bassi” e facilmente appagabili, soprattutto quando una certa utenza è talmente incel da aver perso ogni speranza di toccare un altro essere umano che non sia la propria mano tenuta sotto la gamba per una ventina di minuti, finché non arriva quel formicolio che ti fa dire oh sì, adesso ci divertiamo.

Tutto giusto, tutto bellissimo. Io sono Radicale da una vita, questi per me sono dogmi, che cazzo volete da me? Non dovete venire a raccontarmelo, io ero d’accordo con voi prima che ci pensaste a venirmi a dire che dovevo esserlo. Io però sono divertito, perché non è quello il punto.

Il punto, come al solito, sono le regole.

Se il pippotto di prima me lo fa Emma Bonino, che ha fatto di queste battaglie la sua vita, è un conto. Se me lo fa lo Stato Italiano, che al lavoro dei professionisti del sesso mette paletti invisibili, lo stigmatizza, lo rende fiscalmente indecidibile, beh, lì mi incazzo. Mi incazzo perché uno “stato sovrano” non può predicare dei valori che poi non applica, o applica a convenienza, o fa di tutto per far finta che non esistano fintanto che il portafogli è gonfio.

Twitch fa questo esattamente. Twitch fa finta che il sesso non esista. O meglio, lo fa nelle sue regole, ha i suoi ToS che dicono che le cose sessualmente allusive non vanno bene, che bisogna essere vestiti in maniera adeguata alla situazione. Poi però arriva la gente che si mette in vasca da bagno pur di rimanere in costumino succinto, e invece di dire “allora riconosciamo che il sesso esiste e a quel punto prendiamo la decisione di approvarlo o vietarlo” finisce col dire “ah no ma siete in vasca da bagno tutto ok, l’allusività è negli occhi di chi guarda, anzi vi creiamo l’etichetta apposta, lol, guarda quanto siamo avanzati”. E voi stronzi ci credete pure che il problema è l’etichetta del momento, che il problema sono gli stronzi che si lamentano che l’etichetta del momento gli porta via visual.

Non vedete che il problema è lo Stato Twitch che pur di non riconoscere che il sesso esiste, di accettare che la sua utenza è umana, e di mettere quindi l’etichetta giusta su ciò che vuole la sua utenza, decisione che per forza di cose comporterebbe un danno economico (se vieto il sesso tutti quei creators vanno via, se ammetto il sesso se ne vanno via gli sponsor), ti fa credere che il problema sia che “certi contenuti portano via views ai creator normali e quindi andrebbero ghettizzati” invece che riconosciuti per quello che sono: sesso. E con essi un buon 90% di quello su cui si basa la storia dell’umanità. Il problema non è che se domani levano le strappone da Twitch tu rimani il fallito che sei ora. Il problema è che per Twitch quelle strappone non esistono, il sesso non esiste, è qualcosa al di fuori dei confini dell’esperienza umana.

E che a te va bene così.

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?