Xbox Series X è una console da videogiocatori enormi. La macchina più performante della storia, un concentrato di potenza compresso in un parallelepipedo nero pensato per il gaming a 4K, 60 frame al secondo e comodamente svaccati sul divano. La Master Race per pigri, alla portata di tutte le tasche e senza gli sbatti dei driver, dei launcher e tutte quelle cagate lì. Tutto vero, tutto bello, solo che tutto questo non serve sostanzialmente a un gran cazzo di nulla.
A Xbox mancano i giochi. Eh ma si sono comprati Bethesda, dagli tempo, lasciamoli lavorare. E mi sta anche bene, ma nel frattempo mi si sta chiedendo di spendere dai 3 ai 500€ di console – ci arriviamo – più abbonamento mensile per giocarmi Doom Eternal. Comprato al day one a prezzo pieno su PS4 perché io il mercato lo supporto. Microsoft s’è mossa da Dio in questi anni, acquisendo diversi studi medi ma di belle speranze tipo Ninja Theory e poi droppando anche qualche megatone. Piccolo dettaglio: si sta ancora seminando, e chissà se e cosa raccoglieremo. Le spese pazze hanno fatto rumore, ma manca il titolone di richiamo. Non che PS5 sia messa meglio, sia chiaro, però quantomeno due stronzate dedicate alla next-gen ce le hanno cagate.
Al momento il titolo di punta di Xbox è The Medium. E capisci da solo che l’unica risposta possibile è nominare il nome di Dio invano affiancandolo ad un animale noto per essere il migliore amico dell’uomo. T’è saltato Halo Infinite perché era indecente e c’è di mezzo una pandemia. Capisco che craftare il blockbusterone in questo momento sia un casino, ma di contro se provi a fare le nozze coi fichi secchi fai la fine dell’ultimo Milan di Berlusconi. Game Pass resta una figata per chi è già nell’ecosistema o vuol spendere poco, ma per diventare un selling point capace di spostare gli equilibri c’è bisogno di iniziare a rilasciare esclusive di peso. In sostanza: ne parliamo tra un paio d’anni, giusto il tempo di far esplodere il problema Series S.
Series S ha già perso 15 fotogrammi al secondo™ nei confronti della sorella maggiore, stando a quanto ci ha detto Capcom dell’imminente Resident Evil 8. Le seghe coi piedi di Lady Dimitrescu, sull’entry level dell’entry level per i giochini, te le fai a 45 fps e al massimo 1440p. E stiamo parlando di un gioco cross-gen in uscita al ridosso delle nuove macchine. Immagina cosa può succedere da qui a due anni, quando PS4 e One verranno abbandonate e sviluppatori e designer si concentreranno su Series X|S e PS5. Ma dai, Series S ha solo la GPU diversa, il resto è identico, parola di DevilChry. Stocazzo.
Series S ha un gap PAZZESCO con Series X per quanto riguarda la memoria. E non parlo solo dei 6GB di RAM in meno, ma soprattutto della velocità a cui questa lavora. La parte di memoria “lenta” di Series X ha una larghezza di banda di 336 GB/s, quella veloce di Series S 224 GB/s. È il 33% circa in meno, e la percentuale si alza drasticamente se andiamo a guardare i 10 GB “veloci” di Series X. La CPU è quasi la stessa e la GPU, per quanto meno prestante, ha la stessa architettura. Quello che voi. Ma alla fine la cosa davvero importante quando sviluppi un videogioco è la memoria, e Series S ha un collo di bottiglia palese su questo fronte.
Ricapitolando. Da una parte la console più potente di sempre, fisicatissima e pensata per rendere tutto quello che renderizza a schermo una ficata pazzesca. Dall’altra, nello stesso ecosistema, la sua versione ritardo. Quella che arranca già adesso che non ci sono i giochi, figuriamoci quando verranno fuori i The Elder Scrolls e i Gears of War del domani. Che senso ha avere a disposizione tutta questa potenza se poi devi comunque progettare il tuo software tenendo conto dell’anello debole? Insomniac lavorando a Ratchet and Clank Rift Apart solo su PS5 ha potuto sfruttare l’SSD della macchina per costruire il level design del gioco. Miles Morales, uscito cross-gen, ne beneficia nei caricamenti ma non ha potuto spingersi così in là. E già questo mi fa girare il cazzo, perché potenzialmente vuol dire poter realizzare delle sezioni tipo Mysterio che percula Holland in Far From Home rincoglionendolo di illusioni ma tutte giocabili.