SegheMentali Ritorno a Nosgoth, 12 anni dopo

Controllo la memory card

Dopo tanto tempo, torno su quella che – per me – resta una delle migliori saghe videoludiche, Legacy of Kain, capolavoro gotico che non ha avuto nemmeno la metà del successo che meritava. Decido di iniziare con Blood Omen, la saga di Kain, e così per mancanza di supporto valido mi riguardo i videogameplay del primo capitolo su YouTube, scoprendo anche qualche interessante dettaglio che mi sarebbe probabilmente sfuggito giocandolo normalmente. Finiti i video, passo al secondo capitolo.

Inserisco il disco e mi godo il vecchio filmato in uno stile grafico per molti versi impareggiabile per la suggestione dell’ambiente circostante: l’ascesa e caduta del signore dei vampiri per mano dell’antico nemico Hylden e del “tradimento” della sua spada, la Mietitrice d’anime, considerata, fino a quel momento, in grado di rendere immortale colui che la brandiva.

La storia di Kain nel secondo capitolo si presenta come apparentemente banale, con un espediente tipico dei videogiochi: il vecchio signore dei vampiri è sopravvissuto alla morte, al prezzo di 200 anni di sonno e la perdita pressoché totale dei poteri (se vogliamo escludere la sopravvivenza della forma di nebbia, anche questo cliché tipico delle storie di Stoker e similari). Al suo risveglio nota gli effetti di un mondo reso schiavo dai suoi nemici: città nel caos, corte marziale e un gruppo di fanatici disposti a uccidere senza troppi complimenti chiunque sia collegato con i vampiri.

Confuso e con il cuore colmo di collera, Kain dovrà riconquistare i suoi poter a suon di sangue e antichi segreti da svelare. Mi sfrego le mani, pronto a calarmi nei panni del bianco assassino dai denti aguzzi, e controllo la memory card.

Panico.

C’è già un salvataggio, endgame presumibilmente, visto il nome della località. Ma non è quello che mi mozza il fiato. È la data subito sotto. 09/08/2008. Quasi 12 anni fa. Mi sforzo di ricordare. 19 anni. Per quanto le cose siano cambiate, per quanto il mondo sia cambiato, io 12 anni fa ero qui, in questo stesso punto, nei panni dello stesso identico vampiro. Ripenso a quante cose siano cambiate e, allo stesso tempo, siano sempre le stesse.

Probabilmente al capitolo precedente avrò giocato da ancora più piccolo, e posso dire che Kain, al pari di tanti altri eroi (o anti-eroi, in questo caso), mi abbia visto crescere, in silenzio, magari nella speranza che la sua arroganza e spavalderia possano essere stati per me un monito, un avvertimento per mostrarmi, in due mondi così radicalmente distanti, che non importa che tu sia un vampiro a caccia di potere oppure un umano alla ricerca del proprio posto nel mondo, perché le emozioni negative possono accecare l’uomo e allontanarlo dalla via del destino.

Mentre penso a tutto ciò, inavvertitamente sorrido: il Kain che mi ha accompagnato 12 anni fa appena maggiorenne è arrivato alla fine del suo viaggio. il Kain che mi accompagnerà oggi a trent’anni suonati è appena al giro di boa, e i suoi artigli già fremono…

È arrivata l’ora di riaprire le porte di Nosgoth.

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?