Videogioco, o galleria d’arte?

Buonasera, miei cari esteti dal grilletto facile. Oggi parleremo di qualcosa di totalmente effimero, assolutamente fugace e, come millenni di storia dimostrano, incompreso. Oggi si parla di arte! Anzi, si parla di videogioco e galleria d’arte.
Ma prima che i più frenetici e razionalisti di voi decidano di chiudere la scheda del browser, fermatevi. Fatemi questo piccolo piacere, e lasciatemi solleticare e stimolare quella parte creativa che portate sepolta nell’emisfero destro del vostro cervello.

Quanti di voi sono stati in una galleria d’arte? O meglio, lasciatemi riformulare la domanda: quanti di voi non sono riusciti a trovare una scusa accettabile per NON andare in una galleria d’arte? E non sto parlando dei Musei Vaticani, sto parlando di arte moderna. Quella roba insulsa, pretenziosa, elitaria. Quelle opere mostruose che sputano in faccia ai vostri canoni di bellezza.

Avete capito di che parlo?

videogiochi democrazia
Quale arte preferite? Non lasciatecelo scritto nei commenti. Non serve saperlo. Ci interessa invece che prendiate in pugno i vostri gusti estetici, qualunque essi siano. Prendeteli e spalmateli su una parete bianca.

“L’arte contemporanea è una frode, non richiede nessuna tecnica, potrei farla anch’io!”
“L’arte moderna è brutta, sono solo masturbazioni pseudo-intellettuali riservate ad una cerchia ristretta di saccenti fomentati!”
“Non mi dispiace, ma preferisco risparmiare i miei soldi, e magari spenderli in *inserire gioco x tripla A-“

Scuse, miei compagni plebei. Le vostre sono tutte scuse. E vi capisco, anch’io mi sento inerme e sconcertato quando mi trovo di fronte a un pezzo d’arte che sembra incomprensibile. Ma io non esigo che voi capiate l’arte, non ho questa pretesa. Quello che vi chiedo io, e che vi chiede Occupy White Walls, è di apprezzare l’arte. Afferrarne il valore e l’essenza. Mettetela in mostra, condividetela, celebratela, criticatela!

Questo ambizioso MMO sandbox, ad opera di StickiPixels, punta a ridefinire la condivisione dell’arte. E lo fa dandovi una marea di strumenti architettonici ed estetici per poter costruire la vostra galleria personale. Scegliete le vostre opere preferite da un vasto assortimento a disposizione, posizionatele accuratamente, e preparatevi ad accogliere ospiti umani o guidati dalla I.A.

Non avete più scuse, pargoli, perché l’arte adesso è proprietà di tutti. E di nessuno.

''Non siamo contro il mondo dell'arte. Vogliamo solo riprogettarlo.''

Occupy White Walls, come suggerisce il nome, parte da un movimento di protesta. Quello che vuole è infatti offrire un’alternativa alla fruizione d’arte, strappandola dal dominio delle èlite museali e regalandola a chiunque voglia appropriarsene.

Questa entrata a gamba tesa nel mondo delle gallerie d’arte è un meraviglioso esempio di democratizzazione della conoscenza. Potete esplorare tutte le gallerie che volete, ammirando le scelte architettoniche di chi le hosta e lasciando le vostre impressioni liberamente.

videogioco democrazi
Videogiochi come arte?Excusatio non petita, accusatio manifesta. Ovvero, come avere la coda di paglia nel 2020.

La scelta dei vostri pezzi preferiti e il design della vostra galleria d’arte si fondono in un’esperienza unitaria e totalmente personale. Se siete persone banali potete realizzare un magazzino con quadri perfettamente distanziati l’uno dall’altro. Oppure se siete intellettuali pretenziosi potete costruirvi un maledetto grattacielo, e un’unica opera in cima per chi ha la pazienza di arrivarci. Insomma, gestite il vostro spazio.

La scelta è vostra. L’anarchia dell’espressione si è consolidata. E silenziosamente, si mimetizza in un videogioco totalmente gratuito.

Addio, pavoneggianti critici d’arte che giudicano immobili dalle loro torri d’avorio; non ci mancherete. E non ci mancherà nemmeno il vostro disgustoso formaggio accompagnato da vini sconosciuti. Adesso, l’arte la godiamo da soli, e siamo noi a dettare le regole. Più o meno.

Il dio-macchina dei gusti estetici

videogiochi protesta
Il Signore degli algoritmi Un algoritmo per domarli, un algoritmo per trovarli, un algoritmo per ghermirli e nel buio incatenarli.

Come fate a sapere cosa vi piace e cosa no? Magari vi piace qualcosa e non lo sapete ancora. Magari siete dei fan della musica trap ma tutto a un tratto ascoltate un pezzo drone noise che vi conquista, senza sapere bene il perché.

Occupy White Walls è cosciente della vostra ignoranza, e corre in vostro aiuto. Il gioco “impara” attraverso l’utilizzo di algoritmi quali sono i vostri gusti, e cerca di proporvi pezzi d’arte che potreste apprezzare e che potrebbero stare bene nella vostra galleria. E questi algoritmi non seguono sempre delle regole scontate. A volte fanno riferimento alle correnti artistiche, a volte tengono conto semplicemente delle palette di colori.

Immaginate cosa possa aver provato il dio-macchina quando ha scoperto che ogni giocatore ha dei gusti estetici prettamente personali e totalmente unici. L’impossibilità di creare delle categorie di utenti ha reso il suo lavoro molto più difficile e per questo di gran lunga più capillare.

Ma soprattutto, quello che il dio-macchina vuole spingervi a fare, è ampliare i vostri orizzonti estetici. Visitando le gallerie di altri utenti potete scoprire opere che non avevate mai pensato possibili o apprezzabili, e vi consente di interagire con esse lasciando un like o commentando assieme alla community. Più tempo passate a godere dell’arte, più egli crescerà di potenza, conferendovi l’eleganza e la saccenza tipiche di chi giudica pretenziosamente i lavori altrui.

Meta-gioco

videogiochi protesta
Virtual virtute? Virtuale è sinonimo di potenziale. L’unica barriera che separa il mondo del reale dal mondo del virtuale è quella della materialità.

Nella sua struttura, Occupy White Walls potrebbe sembrare simile ad altri giochi sandbox. Avete uno spazio personale, che costruite e migliorate col tempo acquisendo risorse, e potete visitare gli spazi degli altri giocatori per interagirvi. La differenza sostanziale, però, sta nel fatto che Occupy White Walls trascende l’esperienza di videogioco. Non state di certo visualizzando un rendering grafico degli Uffizi a Firenze.

Ma soprattutto, non state facendo finta di costruire una galleria d’arte: voi state letteralmente costruendo una galleria d’arte, anche se vi sembra di essere in un videogioco. Una galleria completa di opere vere e proprie, create da artisti realmente esistenti o esistiti. Le interazioni con gli altri giocatori sono genuine perchè non hanno luogo in un contesto fittizio.

Il contesto è anzi reale tanto quanto lo siete voi, tanto quanto lo sono il vostro gusto estetico e le vostre scelte architettoniche. OWW distrugge quella barriera che separa il reale dal virtuale, immergendovi a piene mani nella bellezza e nella varietà della creatività umana. E lo fa nella maniera più efficace possibile, perchè niente è più intimo che condividere con gli altri cosa vi attrae e vi stimola.

...niente è più intimo che condividere con gli altri cosa vi attrae e vi stimola.

L’arte non è di nessuno

Galleria d’arte sotto veste di videogioco, Occupy White Walls è gratis in Early Access su Steam. Scaricatelo, provatelo, disinstallatelo, scrivete una recensione negativa perchè non capite l’arte. Dimenticate quello che avete visto. Tornate a lamentarvi della difficoltà che hanno gli artisti emergenti in un mondo in cui se non hai agganci non sei nessuno. I vostri canoni estetici rimarranno confinati tra le quattro mura che vi siete eretti attorno, mentre rimanete sepolti tra le vostre grigie lenzuola consumate.

Quando inizierete a boccheggiare perchè vi manca l’aria, però, ricordatevi che l’arte rimarrà per sempre. Reale o virtuale che sia. E non serve che la capiate.

livello d'attesa
bignami per pigri
OWW riesce molto bene nel suo intento di affascinare e stimolare il giocatore. Tuttavia, puntando tutto sulle capacità espressive e sull'apertura mentale di chi si trova di fronte allo schermo, corre comunque il rischio di essere incompreso o sminuito. Questo non è un gioco per tutti. Si potrebbe dire che non è neanche un gioco, e non sarebbe sbagliato. Ma è un'esperienza che proprio grazie alla sua formula innovativa arriva a scuotere le fondamenta sia del mondo dei videogiochi, sia di quelle dell'arte.
top&flop
> È gratis, cazzo
> È democratico, se non anarchico
> Il limite è la vostra immaginazione
> Non ci sono contro, eccetto...

> ...che è ottimizzato a muzzo

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?