Rece Neva è il gioco della tua vita

Di una recensione di Neva te ne fai un gran cazzo. Però avevo bisogno di scriverla lo stesso.

L’estate inizia con una perdita.

Dovrebbe essere la stagione più luminosa della tua vita. Dovresti sentire quella spensieratezza che ti permette di guardare tante cose senza davvero capirle. Per buona parte in realtà lo è, puoi effettivamente attraversare quella natura senza dover correre e saltare, il platforming è un obbligo lontano. Non così lontano però. La vita sa essere stronza anche d’estate. 

È proprio l’estate col suo caldo e il suo umido a far marcire più velocemente quello che è già marcio. E se non sei chirurgico nel liberartene inevitabilmente l’estate inizierà sempre con una perdita. La stessa infezione che nell’oscurità di Hellblade non è mai riuscita a raggiungere la tua testa si impadronisce di te nelle ore più lunghe e più calde. Nessuna Malenia da tryhardare. Puoi solo rimuovere quello che è infetto oppure pagarne le conseguenze: il platform diventa immediatamente una necessità del presente, alcuni percorsi non puoi percorrerli più. Devi saltare, prendere in mano lo stocco quando è necessario.

Il primo significato di Neva – no, il primo significato che ho dato a Neva nel corso di quell’estate lunga un’ora e iniziata col lutto è questo. Se non sei disposto a tagliare alcune strade non potrai calpestarle più. Persino se è ancora estate.

Vai avanti. Non puoi fare altrimenti. Le lancette scorrono invariabilmente in senso orario e nei videogiochi allo stesso modo ti sposti da sinistra a destra, come parole digitate su un foglio di word. Ogni tanto vai a sinistra/il cursore si sposta indietro/provi a riavvolgere il tempo evocando vecchi ricordi. Ma poi se vuoi scrivere devi comunque digitare le lettere una di fila all’altra assecondando il senso di lettura che abbiamo stabilito per l’Occidente. C’è della magia nell’andare avanti, e anche l’autunno che arriva dopo l’estate ha qualcosa di magico nonostante sia la stagione prima dell’inverno. 

Scopri che sei un po’ più forte di com’eri più indietro, che forse aveva ragione chi ti diceva che l’età porta con se consiglio. Forse in realtà hai semplicemente imparato a goderti di più il momento. Forse ti vuoi solo rimettere in piedi e l’autunno ti aiuta a capire che da soli alla fine non siamo capaci di farlo, abbiamo tutti bisogno di una Neva che colpisca quello che non possiamo colpire, di un’Alba che di tanto in tanto ci indichi dove colpire perché il nostro istinto animale esige come pagamento la nostra lucidità quando lo chiamiamo.

Forse comunque tutto questo lo sapevi già perché avevi già capito che la nostra felicità si nasconde dentro chi conosciamo un pezzetto ciascuno, e l’unico modo per risolvere il puzzle è rimanere vicini. Non è importante. Repetita iuvant. Per questo è la vita stessa a ripetersi in un loop di cui non conosciamo la condizione di uscita.

Tutto questo ti servirà per affrontare l’inverno

Il ghiaccio diventa uno specchio in cui vedi riflesso il vero. Alla fine è quello che i videogiochi sono sempre stati per te. Uno specchio dove osservare il riflesso della vita e provare a capirla. Ti devi ricordare che nello specchio destra diventa sinistra. Il vero diventa la sua immagine chirale, citando l’ennesimo videogioco. Non puoi farne a meno. Neva è un po’ The Last Guardian, un po’ Planet of Lana, un po’ tante altre cose che ti sono successe durante la partita che finisci a rivedere dall’altra parte dello schermo. È il gioco della tua vita, e queste sono le sue regole di design. 

Neva è quel tasto triangolo (o Y, o X, siamo davvero così stronzi che siamo riusciti a dividerci in fazioni pure quando si parla di videogiochi?) che durante l’inverno esegue la stessa azione ma cambia completamente di significato. Come un numero di telefono che non ha più senso chiamare, un nome che detto a voce troppo alta dentro i tuoi pensieri ti fa stare ancora male. Anche nel gioco della vita a volte ti tolgono delle meccaniche e devi capire come andare avanti senza.

Devi accettare che ad un certo punto sarà di nuovo primavera, ma una primavera diversa, col contatore degli anni che ti porti addosso un po’ più appesantito. 

All’inizio di quasi ogni videogioco giochi il tutorial. Nel gioco della vita ad un certo punto diventi il tutorial per qualcun altro. Ecco il senso di Neva

La vita è troppo corta per essere sprecata così, cercando di rendere miserabile quella di qualcun altro. Il senso della merda che t’è successa anno dopo anno, estate dopo estate, è che puoi fare in modo che qualcosa durante il loop cambi. Sei cambiato anche tu. Una volta Neva l’avresti riavviato una seconda volta per prendere il platino e raccogliere tutti i collezionabili. Adesso senti un’urgenza diversa. Vuoi farlo giocare a chi t’è rimasto vicino col passare delle stagioni. Sentirti dire anche che è un gioco da emo se serve, il punto non è avere ragione, non lo è mai stato, la ragione è dei fessi diceva tua nonna. 

Te lo ha detto quando hai giocato il tutorial chissà quante primavere fa.
Ce ne hai messe un altro po’ a capire quanto fosse vero.

quanto spendere
20 /20€
bignami per pigri
Per quale cazzo di motivo ci ostiniamo a scrivere cose tipo la recensione di Neva lo sa solo l'algoritmo di Google ormai. Se per caso sei finito qui e leggi queste parole, lascia perdere l'articolo. Condividi Neva.
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