99,8% Spoiler-free! Allora, mi ci sono impegnato a scriverci su evitando spoiler, perciò vedete di apprezzare il mio impegno. Poi oh, c’è sempre questo friendly reminder.
Ci son voluti cinque anni ed uno spin-off a Insomniac Games per darci un sequel dell’avventura di Testa-di-tela uscita nel 2018, e l’attesa è stata ampiamente ripagata. Marvel’s Spider-man 2 si è rivelato un giochino di diversi gradini più in alto rispetto al primo capitolo, cosa che era già successa con il capitolo dedicato a Miles Morales, e che si è verificata ancora. Stesso mondo, stessi protagonisti e quasi-stessi pulsanti, c’è chi direbbe “vabbeh ma è un more of the same allora“. Io gli rispondo andate affanculo ma anche no.
Durante la trama principale non mancano mai i momenti nei quali lo Spider-duo si mostra per ciò che è, ovvero due ragazzi con una vita da portare avanti senza la maschera: Peter coi suoi cazzi da trentenne che si ritrova a fare i conti col lavoro, la casa ipotecata ed il mantenere tutto in piedi senza crollare, e Miles con la sua vita scolastica, le sue scadenze e, soprattutto, il suo futuro. Insieme a loro, e allo stesso passo, Mary Jane Watson che si ritrova, pur di portare a casa la pagnotta, a lavorare per quel gran cazzaro come tanti altri suoi colleghi l’editore e caporedattore del Daily Bugle James Jonah Jameson, e la madre di Miles, Rio Morales, che cerca di riprendere in mano la sua vita, coi timori che può nutrire una madre per il figlio che va a pestare i criminali in giro per New York. A supportarli gli amici di Miles, Ganke ed Hailey, che non mancano mai nei pensieri del giovane ragno e che non mancano di fornire il supporto a entrambi gli arrampicamuri nei momenti di bisogno.
C’è chi ha definito Spider-Man 2 un more of the same, l’ennesimo sequel che non piscia troppo lontano dai capitoli precedenti. Per me è un discorso che proprio c’entra una ricca sega. Perché non solo questo secondo capitolo ci da una storia principale scritta così bene da farmi incazzare se devo staccare per andare a lavoro (storia vera), ma riesce anche a creare suspense in modo fenomenale per incuriosire e spingere lə giocatorə a dirsi “Ma sai che c’è? Un’oretta in meno di sonno posso reggerla anche stasera“. E questo piatto non è il solo del menù, perchè insieme ci hanno pure servito dei set di missioni secondarie che di secondario hanno ben poco.
Che siano delle piccole arene di combattimento o le richieste dellə cittadinə di New York sull’app ASDQ (già presente in Miles Morales) ogni cazzo di missione secondaria è splendida. Non ce n’è stata una che mi abbia anche solo fatto pensare “che palle”: ognuna di esse ha il suo perché, il suo motivo per essere lì ed il suo reward che ne fa valere assolutamente la pena.
Siete arrivatə fin qui? Bene, perché c’è pure il pezzone del Boss su Spotify. Correte ad ascoltarlo.
Spostarsi per New York è diventato semplicemente una ficata grazie alla tuta alare degli Uomini Ragno ed i tunnel del vento che ci proietteranno a velocità smodata tra un quartiere e l’altro, a caccia di crimini in corso, attività secondarie o collezionabili, pochissimi ed anche in questo caso succulenti da raccattare. In alternativa c’è sempre la possibilità di utilizzare il viaggio veloce, ma diciamocelo: con cotanta ficaggine e cura dei dettagli della città, che cazzo di senso ha usarlo? Spoiler: nessuno. Cazzo, alla fine uno m’è scappato.
Che dire di più regas, questi due Spidey ne fanno valere la pena, ma proprio tanto. Tra una storia scritta di Cristo (e comunque meglio di quasi tutto l’MCU post-Endgame), il CS fluido e appagante ed il roaming da eicaulazione oculare precoce c’è ben poco da aggiungere, se non che gli antagonisti sono fregni come pochi e che vederli e sentirli parlare da quasi più soddisfazione che prenderli a sberle. Spider-man 2 è il titolo che, quando vidi il primo trailer, mi fece pensare che forse ne sarebbe valsa la pena di mandare in pensione la PS4 e passare alla next-gen, e forse, dopo due-tre anni di cross-gen e titoli che di next non avevano poi così tanto, ci siamə arrivatə.