SegheMentali Generazione Doomload

Ovvero l'accumulamento seriale visto da uno stronzo qualsiasi

I backlog non si misurano più in Giga, ma in miglia nautiche.

Finire un titolo è sempre un momento abbastanza delicato per me. Senza contare la parte trofeistica del caso che mi allunga la durata dei giochini tendo sempre a cercare robe nuove da provare, perché inchiodarmi sotto un genere specifico per troppe ore di fila mi porta ad odiarlo alla lunga. Stessa roba vale per le serie TV, i film, la musica, i libri e via discorrendo. Ho bisogno di variare, diversificare, conoscere robe diverse per star dietro alle mie fantasie del momento. Ho la libreria piena zeppa di sequel riscattati o comprati e mai avviati perché “non è ancora arrivato il momento”.

Siano maledetti i fottuti saldi e le irripetibili occasioni della Eminflex

Così ogni mese inizia la caccia, di cosa non lo so nemmeno io. Prima i titoli gratuiti del mese, poi una ricerca veloce sullo Store accompagnata dal pensiero “ho ancora dieci euro di credito, vediamo se c’è qualcosa di goloso”, poi ancora la scandagliata da cima a fondo nel catalogo dell’abbonamento alla ricerca di qualcosa da giocare dopo aver finito uno dei dieci giochi che ho già scaricato da quella stessa lista. Questo si, questo no, questo magari ci penso un attimo, massì butta in download che tanto è veloce. Manco il tempo di aver finito la lista che guardo l’ora ed è il momento di staccare, che la vita ed i doveri mi chiamano. Anche oggi si gioca domani. Forse. Sempre che questa cazzo di fame bulimica la curiosità non abbia di nuovo il sopravvento.
E per i vari Netflix, Prime e compagnia cantante non è che cambi molto la musica. “Metti in lista che dopo aver finito questa serie la attacco”, salvo poi andare a cercarmi altra roba perché non ho sbatti di starci dietro adesso.
Ma vabbeh dai, finisce qui no? La roba sta in lista, prima o poi me la gioco e via. No, sto grandissimo cazzo fumante. Perché con cosi tanta scelta riesco pure a dirmi con tono esausto “non ho niente da giocare”. Bravo pezzo di merda, complimenti. Sei in nomination per il premio “Adolescente in crisi tre ore prima del ballo di fine anno”.

Se ci fosse un contaore per la Home della mia console sarebbe più alto di quello dei miei salvataggi di Dark Souls

Centinaia su centinaia di titoli messi a disposizione e passo le ore a cercarne altri, mentre con la mano libera cerco news sulle date di uscita delle prossime pubblicazioni. Ho in nella libreria titoloni come Red Dead Redempion 2 mai installato e sto già scalciando in attesa di ottobre per Spiderman 2, mentre l’icona di Spiritfarer mi fissa con sguardo severo, dandomi legittimamente dello stronzo. E si, mi sento tremendamente stronzo mentre guardo la lista del mio backlog allungarsi di altre 50 ore che chissà se, quando e soprattutto come riuscirò a ritagliarmi nel futuro prossimo senza mandare a fare in culo tutto il resto.


Per approfondire:
Dredge Stranding

Mettiamo nel calderone anche il fatto che non sono per niente in grado di farmi i cazzi miei non farmi prendere dalla curiosità, quindi ogni volta che mi passa sotto il naso la frase “questo gioco è una ficata atomica” le dita si muovono da sole e arrivederci ai programmi, andiamo a farci indurre in tentazione e vaffanculo anche a te backlog, ci vediamo al prossimo giro di sconti. Scusa, davvero. Mi dispiace. Dovrei chiedere scusa personalmente ad ogni dev, ogni personaggio, ogni storia che ho lasciato lì ferma nel mio hard disk per mesi e mesi senza più cagarmela per un motivo o per l’altro, ognuno meno verosimile di quello che lo precede. E mi fa incazzare da morire questo mio tratto, perché trovo terrificante l’esser preciso e puntiglioso per la mia vita lavorativa e così schifosamente disorganizzato ed incapace di seguire una parvenza di programma per quella privata.

Continua pure a raccontarti stronzate, che hai tutto sotto controllo. Finchè ci credi potrebbe essere vero

No, il controllo l’ho perso tempo fa. E forse pure prima di quando ho iniziato ad accumulare titoli su titoli ripetendomi in testa che “prima o poi il tempo lo trovo” e che “cazzo, a sto prezzo lì non lo lascio”. A pensarci chissà se l’ho mai avuto il controllo di me stesso mentre accumulavo roba da fare, hobby da coltivare e libri da leggere che adesso stanno sommersi dalla polvere sugli scaffali e negli scatoloni della roba da mettere a posto.
Quel cazzo di backlog in un certo senso sono io che continuo ad illudermi di riuscire ad avere molto più tempo libero di quanto non ne abbia mai avuto o molta meno vita reale di quanta sia desiderabile avere per condurre un’esistenza da reputarsi sana. Quelle liste di robe da guardare, da leggere o da giocare forse sono una qualche ingiustificabile paura che dall’oggi al domani dev, attor3, regist3 e artist3 decidano di mollare tutto e smettano di produrre, recitare, scrivere. Roba che a pensarci un attimo non ha un cazzo di senso (per il momento).

O forse è solo una normale serata all’All You Can Eat, con tanto di sensi di colpa quando mi rendo conto che tutto quel cibo in tavola non me lo potrò gustare mai come si deve. E devo sforzarmi a finirlo per non pagare il sovrapprezzo.