SPOILER WARNING: Questa è, ovviamente, una recensione di Dredge MA è anche un racconto per suggestioni. Potrebbero esserci, quindi, spoiler senza contesto sia di Dredge che di Death Stranding. Fate un po’ quello che vi pare tenendo a mente questa informazione, basta che poi non veniate a rompermi il cazzo perché nel caso vi faccio vedere io i veri incubi di Lovecraft.
Sulla spuma del mare puoi, se guardi attentamente, intravedere la forma di una creatura. Occhi rossi, tentacoli come baffi e barba, la pelle squamosa e viscida. In tanti sono rimasti incantati dalle sue forme strane e sinuose, quasi attratti da quello sguardo vitreo. Anche se così mostruosa, la creatura viene quasi accolta nei sogni dei marinai. Irradia intorno a se la sua bellezza e corrompe corpo e mente di chi vi entra a contatto. C’è chi pensa che sia solo una leggenda, una fantasia, un racconto per spaventare i bambini e un sogno erotico per i vecchi marinai che troppo tempo hanno passato lontano dalle spiagge.
Stai attento marinaio a cosa peschi, con chi parli e cosa compri. Tra le viscere di quello che hai trovato in mare potresti far resuscitare un male peggiore della morte. Stai attento marinaio quando esci fuori di notte con la tua barchetta. I pesci sono più grassi e succosi, più rari e costosi, ma il buio della notte fa strani scherzi alla mente di chi non è pronto ad affrontarne i pericoli. Il mare con il suo silenzio sussurra strane cose e più a lungo rimani lontano dalle spiagge per le tue consegne e più la follia si annida nella tua mente; e quelle spiagge che sono come una casa per le tue membra stanche, diventeranno la tomba del tuo corpo e del tuo relitto.
Accumuli denaro pescando per comprare nuovi motori o luci o lenze. Ti sposti da una spiaggia all’altra nella speranza di scoprire i segreti di quelle strane mutazioni che infestano i mari della cittadina in cui ti sei appena trasferito. Vaghi alla ricerca di cimeli solo perché qualcuno ti ha chiesto di farlo e cerchi qualche tesoro tra i relitti di chi è stato più stolto di te e non è tornato a casa per cena. Entri in circolo vizioso di richieste da parte di cittadini pigri e figure losche che vivono in vecchi manieri abbandonati. Tanto sei assuefatto dalla tua ricerca che il pescare diventa un pretesto per andare avanti nella tua storia, per riconnettere le spiagge, punto di transizione tra chi è vivo e chi è morto. Dopo la pioggia ti senti più vecchio e stanco e l’arcobaleno all’orizzonte non è quel patto di pace tra Dio e l’uomo raccontato nella bibbia. Qui la divinità giace dormiente sui fondali di quei mari che tu insisti a dragare.
Sei soddisfatto, è una delle avventure più belle degli ultimi tuoi anni di vita. Piangi, ridi e poi, il buio.