Sono cresciuto a pane e Disney.

Inutile girarci attorno. Sono quello che viene perculato costantemente per il suo amore per il Topo, per la sua ossessione per i classici Disney e per aver fatto una Top 3 delle principesse più bombabili (no, non ve la dico). Sono cresciuto credendo nell’Amore, quello con la A maiuscola, quello da tutta la vita, in cui trovi un’anima gemella e quella è, finita, kaputt, ma fregacazzi perché tanto è l’anima gemella e quindi andrà bene per sempre.

Forse è per quello che sono stato colpito male dall’adolescenza. Credere nell’anima gemella lì è come darsi una vangata sui coglioni e sperare che crescano, specie quando sei circondato da ragazzini il cui testosterone si sta giusto sviluppando. Perché sei quello che vuole la cosa seria quando tutti stanno sperimentando, cazzeggiando, testando (e tastando). Sei quello che si scandalizza quando in quinta elementare sente che uno dei tuoi migliori amici ha trovato una ragazza, che fin qui tutto okay, ma che l’ha anche lasciata dopo circa due settimane. E allora ti chiedi – sono stronzo io?

No.

Te ne accorgi un po’ tardi, ma no. Perché tutto l’intrattenimento è fatto per venderti l’anima gemella come ideale di vita. Film, cartoni, libri e videogiochi predicano un romanticismo che a troppi stucca e fa venire il mal di stomaco in tarda adolescenza. È facile rimanere scottati da così tante esperienze che smetti di credere nel principe azzurro o nella sua controparte femminile.

Solo che tu non sei mai stato così stronzo da disilluderti dall’anima gemella. E piuttosto ti sei convinto che esistono più anime gemelle per ogni individuo, così da giustificare il problema probabilistico del vivere in un mondo da 7 miliardi di persone. E quando hai giocato Final Fantasy VII con coscienza per la prima volta, che è stato più o meno quando stavi appena per sviluppare una tua coscienza romantica/sessuale, ci sei rimasto scottatissimo.

Perché Aerith è stata la mia prima cotta virtuale.

Forse te l’ha venduta bene tuo zio, parlandotene come “la povera Aerith che fa una brutta fine” prima ancora che tu sapessi che cazzo ti voleva dire. Prima ancora che tu sapessi il vero impatto della morte sulle persone.

Quella ragazzina vestita di rosa, stereotipicamente femminile, un po’ esuberante, che ti diventa una presenza eterea e impalpabile da metà gioco ma ti resta nel cuore lo stesso. Quella ragazzina che ha già amato e che speri possa amare ancora con Cloud, che da videogiocatore non puoi non vedere come una proiezione di te stesso. Una principessa Disney con connotati fantasy.

E prima di rendertene conto, sei già caduto nella trappola di Square Enix. Attraverso Cloud, amavi Aerith. E attraverso Final Fantasy VII, Aerith amava te.

E quindi quando la vedi così a Wall Market, cazzo fai?

Aerith a Wall Market

Esci scemo.

E stavolta sì che ti senti stronzo, perché sai di essere diventato adulto, sai che è una waifu virtuale, sai che non esiste, sai anche che il tuo cuore ormai appartiene a qualcun altro. Eppure hai una strana reazione lo stesso, presa diretta dall’uncanny valley, per cui una parte di te si ricorda di quelle primissime sensazioni adolescenziali e un’altra ti dà del coglione tirandoti via dallo schermo. La stessa reazione che probabilmente sta avendo chi legge queste parole. Il tuo corpo e il cervello vogliono andarsene, ma i tuoi occhi restano lì.

E ti chiedi perché. Ti chiedi che cazzo ha combinato Square Enix per farti sentire ancora così, a più di 15 anni da quando hai giocato il Final Fantasy VII originale, e in un momento della tua vita in cui credi di aver finalmente trovato la tua, di anima gemella.

Forse è che adesso Aerith ha più linee di dialogo, una corporeità, e la sua personalità buca lo schermo abbastanza da venirti a trovare direttamente in camera. Forse è perché, a differenza di quella merda sciacquata di Kingdom Hearts III, qui Nomura non ha ancora fatto danni con tutti i personaggi (anche se a quanto pare si è impegnato, e si è impegnato parecchio). Aerith è ancora la stessa Aerith di sempre, forse con una personalità persino più umana. Quella che ti aiuta a salvare Tifa quando sa di averti già preso a cuore – e tu, proprio tu brutto stronzo, lo sai benissimo anche tu.

Forse è tutto questo. Ma la verità è che non c’è risposta. La verità è che continui a scegliere lei invece di Tifa anche se sai che finirà malissimo, e ti vedi già a piangere come un cornuto sulla sedia perché puttana Eva stavolta ti ci hanno fatto affezionare per bene. Ma ti è successo anche la volta prima, e la prima ancora. La differenza è che adesso hai il cuore di chi è già riuscito ad amare per davvero. Il cuore di chi ha capito lo spirito di sacrificio grazie a Aerith.

Ed è per questo che non capirai mai chi sceglie le tette,
invece di un vestito rosa.

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?