Sono sbronzo e va bene così.
Empires in Ruins è un gioco super chill, come questa recensione. Relax totale. Ti sdrai sulla sedia, metti su un po’ di musica mezza western mezza quellochecazzovipiace, mano sul mouse e via di ore incollato allo schermo a gestire città e a sterminare persone. Pace. Perché alla fine Empires in Ruins è questo: un compito ben fatto di alcuni matti scocciati con sede in Estonia. Un catartico peregrinar di un uomo sbronzo. La voglia di fare un cazzo che diventa intrattenimento.
Ero da giorni in piena crisi mistica da mancanza di Tower Defense decenti nel panorama videoludico, e con la tristezza nel cuore per la probabile dipartita di Orc Must Die! 3 (Google, che tu sia maledetta). Se ci aggiungiamo, poi, che le mie crisi delle 4 di mattina si risolvono solitamente con io che cerco disperatamente di giocare a Kingdom Rush come facevo a 12 anni, quando l’unica mia preoccupazione era non farmi sgamare da mia madre con le foto di Fiammetta Cicogna di Wild-Oltrenatura da una parte e la torre sparafrecce dall’altra, si può capire bene la gravità della situazione.
Una mattina però mi sveglio e in posta trovo l’email di uno dei ragazzi di Hammer and Ravens: “Oh, prendetevi ‘sto gioco: è un tower defense, strategico, cazzi mazzi e palazzi. Recensitelo, siete i migliori, baci.” (è andata davvero così, giuro). Dall’alto della mia romanità scadente penso: ” Ammazza che culo. Mio. Posso evitare di ubriacarmi per oggi.” Prendo la chiave, la inserisco su Steam, scarico il gioco in qualche secondo e lo accendo. Una fiaschetta contenente liquido alcolico come barra di caricamento appare sullo schermo. Oh beh, che sarà mai bere un po’, mi dico. Mezz’ora dopo sono incollate allo schermo, sbronzo concentrato a giocare.
Perché Empires in Ruins è sì un Tower Defense ben fatto, ma non è il suo vero pregio. No, assolutamente. Il vero motivo per il quale sono rimasto attaccato allo schermo non accorgendomi delle ore che passavano, è una combo di storia ben strutturata della modalità campagna e di uno strategico con gestione territoriale e cittadina da droga. Tutti quei numeri e quegli slider ti invadono gli occhi e non ti fanno più scappare. Non ho combattuto una sola battaglia da quando ho iniziato la campagna fino all’ultima missione, talmente tanta era la soddisfazione nel cliccare il tasto “risoluzione automatica” dopo una gestione perfetta delle risorse, che mi portava quasi sempre ad avere una percentuale di vittoria del 95%.
Non è però tutto Brandy ciò che è alcolico. Di difetti ce ne sono, purtroppo. Primo fra tutti il protagonista ubriacone. Ok, sì, divertente, interessante, ma poi basta. Dopo due battute alla Maurizio Battista con i giochi di parole sulla latrina, Strunz e no Strunz, stop. Mi sembrava di star parlando con Phatejoker e i suoi dad joke. Ne ho già uno che mi rompe il cazzo H24, non me ne serve un altro digitale. A parte le strunzate, avrei voluto vedere uno sviluppo più interessante del personaggio. il suo nichilismo a metà tra lo scazzo e il rassegnato mi piace, ma annichilisce (eh eh) completamente lui e chi gli sta intorno.
Il vero problema, però, è la musica. Ho dovuto toglierla e mettere altro, perché non ne potevo più. Passo ore a regolare parametri, a spostare truppe a destra e a manca e ho una sola musica in loop? Siamo completamente impazziti. Ti da alla testa quella roba. Non è neanche brutta, al massimo anonima. Il problema è che solo una in loop davvero ti fa ubriacare, ma per i motivi sbagliati.
Questa recensione si può concludere tranquillamente qui, dicendovi che sì, vale la pena giocare a Empires in Ruins. Il gioco non è niente male e ho passato una decina di ore giocando con una mano sola, grattandomi il sottopalla e bevendo. Avevo bisogno di relax per staccare da un periodo intenso quanto vuoto come quello che stiamo vivendo e Empires in Ruins è stato il dono divino. Poi io ho giocato solo la campagna, ma ci sono altre due modalità da provare, tra cui una dedicata proprio alla componente Tower Defense, con classifiche e tutte quelle cosine su cui i true gamers si fanno le seghe.
Quindi prendete una bottiglia di Brandy, un bicchierino e fatevi uno shottino ogni volta che il sergente dirà la parola latrina. Sarete ubriachi dopo una decina di minuti.