SegheMentali Can anybody hear me? Or am I talking to myself?

"Astronaut"- Simple Plan (2011)

Disclaimer: la seguente Sega Mentale contiene robe che potrebbero risultare “spoiler”. Ma poi, stai ancora a caga’ er cazzo per gli spoiler? Butta un occhio qui, molla Starfield e giocati Outer Wilds va’.

Era il febbraio del 2021 quando un amico mi regalò una Card per il PlayStation Store. E non lo ringrazierò mai abbastanza.

Era partito abbastanza una merda per me quell’anno. Lavoro, merdate, scazzi e via discorrendo: insomma, solita routine che qualche giorno ti pesa di più di quanto in realtà dovrebbe. Poi questo amico mi regala questa Card e, sfogliando nello Store, mi imbattei in Outer Wilds. Lo presi totalmente alla cieca, senza minimamente immaginare cosa avrei vissuto, quanto mi avrebbe cambiato e, purtroppo, quanto mi sarebbe mancato una volta concluso.

Vorrei poter dimenticare Outer Wilds, per poterlo rigiocare come se fosse la prima volta

Dai primi passi su Cuore Legnoso al decollo della navicella, fino allo scoccare del ventiduesimo minuto e con esso la morte del Sole. Per poi risvegliarsi al falò, e cominciare un altro loop per scoprire cosa stava succedendo in quel sistema morente. Ogni scoperta era un tassello di un enorme puzzle da decifrare, e impossibile da cambiare. Perché, che lo volessimo o no, quei ventidue minuti erano i nostri ultimi istanti di vita, e salvo pochi altri, solo noi ne eravamo coscienti.

Can anybody tell me why I'm lonely like a satellite?


Quante volte al falò di Cuore Legnoso abbiamo chiesto se quacuno si ricordasse di aver visto il Sole trasformarsi in una supernova, o se i freni della nostra navicella fossero stati sistemati? Quante volte ci siamo incazzatə col nostro “ingeniere” per il pilota automatico che ci aveva fatto schiantare al suolo?E quante volte ci ha risposto ridendo? Perchè lassù, in quello sperduto Sistema, siamo soli a sbrogliare la matassa. Noi e il nostro computer di bordo.

Siamo soli con la nostra conoscenza, cercando di comprendere un fato che non possiamo cambiare

Solo Gabbro su Profondo Gigantesco pare capirci, ma più di molto non può fare. Siamo noi a dover unire i puntini di questo disegno che ci porta da un pianeta all’altro, a cercare informazioni da interpretare e collegare, in questa gigantesca escape room dalla quale, che ci piaccia o no, non c’è via d’uscita. Non possiamo impedire che il Sole muoia, non era nemmeno previsto che noi potessimo raccontare di averlo visto esplodere a dirla tutta. Possiamo solo cercare di capire perché lo fa, e non poter fare un cazzo per impedirlo comunque.
Quello che ci resta è la nostra missione: comprendere i Nomai e scoprire cos’è l’Occhio dell’Universo. Senza poterlo spiegare a nessun’altrə.

Forse sono proprio questi i momenti più difficili. Sapere che la fine è vicina, ma non poterlo dire a chi vuoi bene

Ho sperato tanto di poter cambiare il destino di Cuore Legnoso e dei pianeti a lui vicini, di trovare un modo per poter dar nuova vita al loro Sole per evitare che esplodesse, spegnendo la vita che lo circonda. Ma quel modo non c’è. Posso solo star fermo ad osservarlo, o andare avanti nella mia missione, o ancora aspettare che l’inevitabile si compia ancora, e ancora e ancora, ogni ventidue brevi minuti.
E certe cose accadono anche qui, su questa palla blu e verde che orbita attorno al Sole e che chiamiamo Terra.
Se Outer Wilds mi ha fatto centrare bene qualcosa è che purtroppo esistono cose sulle quali non ho il controllo e mai ce lo avrò. Posso solo aspettare che si verifichino, e cercare di tirarne fuori qualcosa di utile da lasciare al mio computer di bordo.

Ho amato Outer Wilds, in tutti i suoi aspetti. Dalla fisica dei pianeti ai controlli merdosi non troppo precisi della navicella che mi hanno fatto abbrustolire più volte sul Sole, mentre cercavo di attraccare sulla Stazione Solare. Solo di recente ho visto Interstellar, ed un po’ mi pento di non averlo recuperato prima: probabilmente mi sarei sentito un po’ più Matthew McConaughey/Cooper. Ma non importa, Outer Wilds mi ha lasciato abbastanza.
E non passa un mese senza che questo abbastanza io non cerchi di lasciarlo a qualcun’altrə. Giuro, penso di aver rotto il cazzo e frantumato le ovaie a chiunque per farglielo giocare, supplicandolə di contattarmi se avessero avuto qualche problema e non fossero riuscitə a proseguire nella ricostruzione del puzzle.

E quante volte mi sono ritrovato a fischiettare il motivetto di Outer Wilds non lo so nemmeno io. So solo che una volta iniziato si ripete di continuo, in loop.