Legittimo chiedersi come cambiare lingua in Final Fantasy 7 Remake. Davvero, mi aspettavo che diventasse quello che chi si professa SEO Evangelist chiama “intento di ricerca“. C’è letteralmente un mondo dietro localizzazione, lingua e sottotitoli di Final Fantasy 7 (e del remake, di conseguenza). Errori piuttosto pesanti tipo il nome di Aeris, che doveva essere traslitterato come Earith e rifarsi al concetto di “Earth”, il pianeta Terra. Il problema all’uscita del remake s’è riproposto con una fedeltà impressionante: il remake di Final Fantasy 7 cambia diverse cose, ma lascia intoccata quella che doveva davvero correggere, quantomeno in inglese. Qua ci si è cazzeggiato. Condisci la tua critica con dell’ironia (anche abbastanza del cazzo), sperando che aiuti il messaggio invece di sparargli nelle rotule. Tanto hai un chi e un dove parlarne più seriamente.
Non ho mai creduto che si dovesse dire il peccato e non il peccatore. In questo caso alludo ad un articolo pubblicato da EveryEye, che voleva proprio essere una guida a come cambiare la lingua in Final Fantasy 7 Remake. Posso io, apologista di Salvatore Aranzulla e tizio che lo scorso febbraio scriveva del finale di Bojack Horseman per lo stesso motivo, criticare una mossa del genere? Sì. Quando viene fatta così, devo. Altrimenti Gameromancer non ha più senso di esistere, viene meno l’intento di autocritica e autoanalisi della Game Critic. Perché il contenuto pubblicato su EveryEye è in prima battuta fatto male, se ne si accetta lo scopo.
Sì, mi spieghi che per cambiare lingua in Final Fantasy 7 Remake devo premere Option – che nel pezzo viene chiamato Start, vabbè –, selezionare “Sistema” e poi “Opzioni”. E che da li posso scegliere tra le quattro lingue disponibili per il doppiaggio: inglese, francese, tedesco e l’originale giapponese. Ti stai dimenticando di dire che però, perché poi l’audio risulti davvero nella nuova lingua una volta in-game, il gioco lo devi riavviare.
A voler fare proprio le punte al cazzo, poi, manca l’unica cosa che avrebbe senso in un articolo del genere. Un video che ti spieghi esattamente cosa devi fare. E dai, è una cosa che si produce letteralmente in 10 secondi, basta accendere PS4 e pigiare il tasto share. Mi hai messo due screenshot che mostrano le schermate del menu, va bene. Però le hai impaginate male (sono bastardo, pignolo e Creative Director su Ilovevg, ricordiamocelo).
Prima di arrivare alle due immagini c’è un link ad un contenuto che non c’entra una fava. ‘Che magari il viaggio rapido vorrei scoprire da solo se c’è e come si sblocca. Poi un box che mi chiede quanto ho trovato interessante l’articolo. Poi c’è un separatore e mi viene da pensare che l’articolo è finito, andate a fanculo in pace, lì ci saranno i commenti e invece c’è proprio quello che mi serviva.
La capisco, la necessità di avere una sezione news per fare traffico sul sito tra un articolo ciccione e l’altro, davvero. È quella che in un esercito sarebbe la carne da cannone, una prima linea di gente che fa contenuti di riempimento. Sguatteri di regime, per citare per l’ennesima volta Capa? Sì. Ma sono il primo a dire che senza lilleri ‘un si lallera, e ci sta che molto probabilmente dico queste cose in virtù del fatto che lo stipendio per comprarmi i giochini mi arriva da tutt’altra parte e scrivo per il piacere di scrivere. È autoerotismo. È masturbazione, atti osceni in luogo pubblico, quello che volete.
Però davvero, che cazzo, sei EveryEye.
Sei il sito più rilevante d’Italia. Di più, sei il meno peggio in un panorama che è desolante quanto quello dell’ultimo libro di Fabio Scalini. La prova del nove? Vi ho dissati una volta e mezza, invece ho scritto più rant su Multiplayer che recensioni quest’anno. Se non sei tu il portale che si preoccupa di comunicare i videogiochi ai videogiocatori, chi deve farlo? Capisco la necessità, la capisco davvero. Nel mio piccolo ho avuto lo stesso problema, su I Love Videogames. La risposta sono state le News+. Un contenuto d’autore – che mi piace pensare, come d’autore – che è più veloce da scrivere di un approfondimento ma cerca comunque di dire qualcosa.
Ecco, sarebbe stato bello vedere un EveryEye che gioca oltre le regole, come stiamo facendo di là. Che capito che c’è un intento di ricerca dietro “Cambiare lingua Final Fantasy 7 Remake“, ti spiegasse perché. Cercasse di capire quale lingua scegliere tra quelle disponibili, quando hai la scellerata idea di dare 70€ a Square Enix per Final Fantasy 7 Remake. Tutt’ora non lo so, non mi riesco a dare una risposta. La traduzione inglese è ancora molto distante da quella giapponese, e di conseguenza non è una lingua da prendere in considerazione nemmeno per i sottotitoli di Final Fantasy 7. Quella italiana in un primo momento sembrava la scelta più fedele, ma sembra che ad un certo punto si sminchi pure quella. Che si prenda qualche licenza, che strizzi l’occhio a quella anglofona.
Io non conosco il giapponese e non conosco nessuno che lo conosca, ma ripeto, sei EveryEye. Se lanci un foglio di carta a caso in Ca’ Foscari con scritto “offresi sesterzi in cambio di consulenza“, qualcuno adatto lo trovi.
Il mio rammarico è questo. Abbiamo un progetto che è un punto di riferimento, e che non cade in tante delle solite trappole dell’editoria online, specie quando questa limona duro con la Game Critic. Niente incitazione all’odio o alla console war, niente titoli click bait. Contenuti che ci provano sempre, perché un’altra cosa che dico sempre è che se togliamo dal quadro I Love Videogames, è EveryEye l’unico sito che ha fatto qualcosa tipo i Racconti Ludici. E i Racconti Ludici sono proto-Gameromancer, l’idea del videoludicamente scorretto nasce da li. Perché non si fa quel passo in più? È quel maledetto passo in più che manca, un Vuoto pesante quasi fosse raccontato da Fumito Ueda. È l’essenziale invisibile agli occhi che serve al medium per crescere, alla stessa critica al medium per crescere.
Perché abbiamo bisogno che la Game Critic sia migliore, se vogliamo arrivare al riconoscimento culturale che videogiochi e videogiocatori anelano. Non serve a un cazzo copiare il cinema. Vanno divulgati i videogiochi e va mostrato quello che possono fare per noi, per tutti. E quando le regole fanno schifo, quando qualcosa diventa riconducibile al concetto di male necessario, devi fare il possibile per cambiarle. Giocare oltre, essere videoludicamente scorretto, quello che vuoi. Ma devi provare a fare qualcosa, soprattutto tu che sei uno dei pochi progetti che è sulla strada giusta per farlo.