Mi sono ammalato di collezionismo di videogiochi da anni ormai, ne ho già parlato qui. Il retrogaming è una figata incredibile che sta permettendo a tanti giocatori più casual di riscoprire la storia del videogioco e di spaccarsi i denti su vecchi giochi oramai dimenticati. Amo i videogiochi. Amo la loro storia, l’arte che ci sta dietro e le storie incredibili che si nascondono dietro a quegli ammassi di plastica che hanno cresciuto me e le persone che mi stavano attorno. È una passione, la mia, che mi spinge a spendere tutti i soldi che mi capitano a tiro.
Sono contentissimo di farlo, sia chiaro.
Mi piace pensare che chi entra in casa mia possa percepire questa passione e questo rispetto che nutro nei confronti del videogioco, ed è anche per questo che passo decisamente troppo tempo a riorganizzare scaffali e mensole ogni mese. Quello che c’è su quegli scaffali è la mia storia e la storia di tante altre persone che hanno messo mano a quei giochini.
Poi, però, guardo a chi ha il mio stesso feticcio di trasformare il denaro in bellissime scatolette di cartone colorato e mi gira il cazzo. Da morire.
Si sa, su Gameromancer va un sacco di moda rantare malissimo, e non voglio essere da meno.
Il fatto è che grazie all’avvento dei social network, anche il collezionismo di videogiochi in Italia si è spostato su internet. Il social dei savi di Sion di Zuckerberg è pieno di mercatini virtuali e gruppi generici o specifici dedicati al retrogaming e ad alcune console in particolare. Una bellissima opportunità di conoscere altri appassionati e stringere nuove amicizie, penserà giustamente qualcuno.
E invece no, manco per il cazzo. Ne ho viste, sentite e lette di ogni tipo.
Mi è stato detto che non ho il diritto di comprare vecchi videogiochi e console perché sono troppo giovane. Quando sono uscite certe console io ancora non avevo sperimentato il trauma del venire partorito, quindi non mi merito di comprare e giocare giochi per Neo Geo. Io, povero studentello spiantato con un amore grosso così per questa roba, volevo solo sedermi attorno al fuoco e imparare da chi, ai tempi, c’era, in modo da poter custodire quei ricordi.
Ci sono state fiere in cui ho visto bambini approcciarsi per la prima volta a Street Fighter, e i grandi esperti anziché compiacersene stavano lì a prenderli per il culo perché “non sanno fare manco un Hadouken“.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la reazione dell’ambiente all’ultimo video dei Playerinside, che stanno facendo una rubrica che parla di collezionismo, videogiochi e collezionisti. Appena il video è approdato nell’ambiente apriti cielo. Gente che si incazza perché “hanno dato le quotazioni sbagliate” e quindi, fondamentalmente, si sta facendo disinformazione. Poco importa se la rubrica parla di chi colleziona e del perchè.
La verità, però, è un’altra.
La verità è che questa gente non colleziona né per amore né per passione. Quelle scatolette per loro non sono oggetti a cui sono realmente affezionati, non recuperano i giochi del passato per mantenere viva quell’eredità fatta di codici sorgente e pixel luminosi. Queste persone sono semplicemente impegnate a misurarsi il cazzo, facendo a gara a chi ce l’ha più lungo.
A me piange il cuore, perché il retrogaming potrebbe essere la risposta dal basso ad un’industria che se ne sbatte di valorizzare la propria storia, invece l’abbiamo trasformato in una passerella per mettere in mostra noi stessi.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di collezionare videogiochi (anche se qualcuno sembra aver da ridire pure su questo).
Però, quando realizzo che anche questo microcosmo del gaming è stato assalito da chi ragiona prima col portafogli che col cuore, mi viene voglia di dar fuoco al mio cabinato arcade. Odio rendermi conto che molto spesso l’unica cosa che si conosce di un dato titolo è la sua quotazione su eBay, e che non ci sia curiosità nei confronti del medium che ci ha cresciuti.
Perché cazzo, collezionare videogiochi, se dei videogiochi non ce ne frega un cazzo? La verità è che, molto semplicemente, se ad interessarti di un videogioco è solo il suo valore sei solo uno stronzo.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?