PS Vita Live Matter. O almeno così dicono sul Patreon della Ribellione™, dove per modici 5€ al mese puoi sentire dei deliri extra in single-player dei vari stronzi dietro al podcast videoludicamente scorretto.
Incredibile eh? Nintendo Switch, dispositivo che è praticamente solo uno schermo, si aggiorna mettendo uno schermo più figo che – guardacaso – è quello che c’era già su PS Vita. Forse hai presente, è quella consolina di Sony che oh, 250€ so troppi. Disse lo stronzo che ne sta per dare 100 in più a Nintendo per una macchina che ha già a casa. E ci sta eh, perché come detto per un device che è tutto schermo avere uno schermo figo è un dogma. Però al solito per i Nintendroni il dogma vero è quello di farsi le seghe sulla tecnologia solo quando c’arriva la casa di Kyoto. Che tipicamente vuol dire con 10 anni di ritardo.
La risposta è che probabilmente ti stavi facendo scammare da Nintendo stessa pagando 10€ in più un hardware che valeva decine di volte meno. E che infatti poi è stato tagliato peggio di una tredicenne emo che scopre il rasoio del padre. Eh zì ,ma che vuoi, non c’erano i giochini e io le console le compro per i giochini. Posso anche essere d’accordo, se non fosse che ti sei comprato PS4 e PS5 senza mezza esclusiva decente di lancio senza fare un fiato. Anzi, incazzandoti pure se qualcuno ti dà del coglione early adopter, perché se tua madre avesse avuto paura del Day One t’abortiva. E magari era anche meglio.
3DS aveva una lineup migliore e dopo il taglio costava meno. Pacifico. Ma permettimi, c’era un cazzo di motivo dietro quei 250€ chiesti per poter mettere le mani su PS Vita. E il motivo era “è tipo una delle migliori console portatili di sempre“. Non a livello di giochini, chiaro, l’ho appena detto. Sony ci ha creduto giusto 6 mesi, il tempo di buttare fuori uno spin-off di Uncharted al lancio e droppare roba interessante tipo Gravity Rush, Soul Sacrifice eccetera (poi mi raccomando, frigna ancora sulla morte di Japan Studio eh). L’indie non era ancora quel fenomeno pop a cui ci siamo abituati, per cui magari anche figa l’idea di giocarti Hotline Miami al cesso ma non così totalizzante. È comunque roba di nicchia, per pochi romantici intenditori del videoludo col mignolino alzato.
Non è solo lo schermo. Che è pazzesco ancora oggi a 9 anni di distanza, nonostante la risoluzione sub-HD. L’OLED è meraviglioso e lo sapevamo già tutti nel 2012, perché mentre Nintendo spacciava schermi resistivi del secolo scorso il mondo era andato avanti e ti bastava aver visto un Galaxy S2 per renderti conto di quanto cazzo fossero belli. Perfino Apple s’è dovuta inchinare e da iPhone X in poi li ha ficcati ovunque. Ma comunque non è solo quello. È la qualità costruttiva in generale, le scocche che non sembrano plasticaccia della Chicco, il touchpad dietro la console che DualShock 4 e DualSense suchino forte. Quel D-Pad che quando è uscito sul mercato era il miglior D-Pad possibile, tant’è che poi Sony l’ha ripreso in scala 2:1 ovunque.
PlayStation Vita era una macchina incredibile a livello di manifattura. Tant’è che anche un modello 1000 preso praticamente al day one oggi è ancora un’esperienza d’uso da sborrarsi nelle mani. Con i suoi limiti e compromessi, tipo due stick analogici abbastanza meh e quattro tasti in meno rispetto a Dualshock 4. Che dici sticazzi, ma poi quando ti rendi conto che potresti giocare in remoto tutta la libreria della ex-ammiraglia Sony sulla sorella minore cambi lesto idea. È tutto quello che ci avevano promesso tra PSP e PS3, solo che a sto giro lo abbiamo toccato davvero. Per poi vederlo sfiorire tra le nostre mani perché il mercato sa essere spietato quanto un Project Manager Polacco a cui Morgan Stanley sta tampinando il culo.
Nulla contro Switch o contro l’operazione in sé, che è al massimo inutile ma di certo non dannosa. Però non è un prodotto da flexare, al massimo è qualcosa che ti fa capire quanto Switch fosse indietro a livello di hardware nel 2017. O quanto fosse avanti Vita nel 2012, dipende dai punti di vista. L’unica cosa certa è che Vita a 9 anni di distanza è un rimpianto gigantesco, perché sono mancati “solo” i giochi in un mercato dove i giochi sono tutto o quasi. Ma per il resto c’era Skype, il lettore musicale, il client di GMail e un sacco di cose che Switch non ha e non ha intenzione di avere perché è dal 2017 che ci ripetono “prima i giochini” e il risultato è che la calcolatrice la paghi 9.99€.