Rece Il coito interrotto di The Bookwalker

L'attesa del piacere è essa stessa il piacere? No, è una fregnaccia che ci raccontiamo per non rimanere scammati. Tipo come con The Bookwalker

Ho fatto una cosa strana: prima di scrivere questa recensione di The Bookwalker ci ho registrato un Gameromancer col Rolex™. Cos’è un Gameromancer col Rolex™? Sono dei mini-podcast accessibili solo allə abbonatə Patreon. In quei 12 minuti e spicci di registrato non troverai nulla che non ci sia anche qui. Mi servivano solo per riordinare le idee e capire come raccontarti The Bookwalker in modo decente. Cioè, decente dal mio punto di vista, te al solito se cerchi una recensione-as-a-service vai a fare in culo su Multiplayer.it. Non è roba che merita l’ascolto. Ma è roba che fa parte di me e del processo per arrivare a questa merda, per cui mi è sembrato normale condividerla con chi ci supporta.

Ma gli scrittori sognano pecore in formato pergamena?

The Bookwalker è strano. Strano forte. Parte da un’idea fortissima in un immaginario devastantemente fico, in cui gli autori di libri possono entrare negli scritti (loro o di qualcun altro) e manipolarli dall’interno. Essere parte della storia, addirittura cambiarla per sempre portando fuori i MacGuffin o quelle stronzate lì che agiscono come elementi pivotali della trama, facendoli sparire dal testo. Il primo caso ruota tutto attorno a questo alchimista che ha ammazzato una madonna e mezza di persone per creare una pozione in grado di resuscitare i morti. La storia ha un lieto fine: l’alchimista riesce a riportare indietro l’amore della sua vita. Poi però arriviamo noi, e possiamo portargliela via. Lei, la pozione, il suo lieto fine, tutto. Per sempre. Fino a quel momento l’alchimista ce l’ha sempre fatta, ogni volta che qualcuno ha letto la sua storia.

Un'ora di gameplay e devi già decidere se essere empatico nei confronti di un personaggio di finzione o no

Quanto dura? Tipo 6 ore. E ti sembrerà che siano 4 perché The Bookwalker ha veramente un sacco di fascino. Poi lo spreca in bug idioti e soluzioni un po’ del cazzo, ma va beh. Un coito interrotto, come da titolo.

La faccenda è anche meglio, perché il libro dell’alchimista ha questo setting pazzesco. È una prigione, ma lo è davvero? Ad un certo punto sembra il palco di una pièce teatrale. Poi un laboratorio. E gli scenari degli altri 5 libri giocabili in-game non è che siano da meno. Anzi. Mondi interessantissimi avvolti dal mistero e regolati da leggi che tu, in quanto forestiero, non puoi conoscere. A volte nemmeno capire, perché sei figlio dell’occidente e il concetto che una volta morto i tuoi beni debbano diventare della collettività non ti appartiene proprio.

Ad un certo punto io The Bookwalker l’ho dovuto giocare due volte. Perché sono stronzo e pur sapendo che trattasi di un’avventura punta e clicca mi sono detto “oh, è un po’ che non do maldestramente un senso all’aver comprato una PS5“. E quindi da bravo stronzo me lo son giocato su PS5 dove prima della patch uscita l’altro giorno era ai limiti del giocabile, il protagonista si incastrava camminando, non riuscivi a interagire sulle cose e soprattutto ero rimasto bloccato a caso nel terzo libro perché non si era triggerato l’evento per andare avanti. E quindi ho ricominciato da zero correndo per tornare dov’ero arrivato prima del bug.

Ma non correndo perché ommiddio mo buco l’embargo, che cazzo me ne frega a me di bucare l’embargo? Se ti interessa quello che ho da dire su The Bookwalker lo leggi a prescindere dalla data di pubblicazione di una recensione che poi recensione non è. No, ho corso perché ero preso. Presissimo. Perché quei cazzo di setting ti risucchiano dentro esattamente come risucchiano Etienne. Perché nei dialoghi di Etienne si parla di scrittura e creatività in un modo che nei videogiochi non si fa spesso, giustificando pure la stronzaggine del protagonista usando il suo approccio alla creazione dei personaggi.

The Bookwalker scena del treno con dialogo "hai problemi con i bug" metareferenziale
Facce di cazzo.

E allora il problema dov’è? Ok, faceva schifo al primo giro dal punto di vista tecnico, ma dopo la patch funziona bene, no? Hanno pure migliorato di spanne la UI tipo che adesso si capisce chi stai colpendo durante i combattimenti, sono progressi. Sì, ma a parte il fatto che un altro paio di volte mi è crashato comunque, ci sono un po’ di cose che non è che funzionino proprio bene bene. Tipo appunto i combattimenti.

Ad un certo punto di The Bookwalker sei Dio. E questo punto arriva dopo i primi 15 minuti

Clicker-bait Che comunque clickbait stocazzo, qui bisognerebbe più correttamente parlare di storytelling emozionale applicato ai titolini delle cose. Io lo faccio con la sborra, e allora?

Bastano le prime due scazzottate per capire che sei OP, e non contento il gioco se esplori un minimo inizia a regalarti risorse con cui recuperare salute e rigenerare inchiostro (che è tipo il mana ma per gli scrittori) e permetterti di fare brutto agilmente con chiunque. Manca completamente la tensione e gli scontri alla fine diventano solo un modo tedioso con cui The Bookwalker spreca il tuo tempo, visto che poi pure le reward post incontro non è che siano eccezionali, spesso più che altro servono a punire la tua curiosità. Odio quando puniscono la mia curiosità. Odio quando puniscono la curiosità in generale, ma è un altro discorso.

Oltre al problema delle botte c’è quello del coito interrotto del titolino clickbait™ qui sopra. L’ho detto che i setting delle storie sono una ficata, no? Ecco. Non li approfondisci mai. Non scopri mai il twistone dietro la trama del libro dell’alchimista. Il quinto libro è una space-opera che mescola medioevo, religione e 2001 Odissea nello Spazio. È una cosa che leggerei adesso in questo momento smettendo di scrivere ‘sta cazzo di recensione, da quanto ero preso, e The Bookwalker ti ricompensa con una lore di massima della cosa e basta.

È un gran peccato, perché quegli spunti sarebbero facilmente sei setting per altrettante opere. Sono sicuro che se facessi giocare The Bookwalker a, boh, un Fabio Scalini, ci caverebbe fuori delle storie un sacco quadrate. A dirla tutta c’è qualcosina che mi ha ricordato il twistone alla fine di Mordraud, in questa miscellanea di generi e ambientazioni spesso agli antipodi ma che messe insieme funzionano un sacco.

È un po' l'attesa del piacere spacciata da piacere. No cazzo, io voglio il piacere in sé e per sé, non il suo metadone filosofico

Non so se sono io che mi sono gasato troppo e poi sono rimasto scottato da aspettative irrealistiche perché il gioco nella mia console non era all’altezza di quello nella mia testa. Non so se al contrario invece sto parlando di punte ai cazzi quando in realtà The Bookwalker ha altri problemi – tra cui pure la solita tendenza a la A Space for the Unbound a mandarti in giro un po’ a casaccio risultando artificioso – e glieli sto perdonando in nome di boh, l’esserci uscito scemo per cose che appunto poi su disco manco ci sono.

So che tanto sono a casa mia e tendenzialmente posso fare quello che mi pare. Dall’usare le parolacce al non dire sostanzialmente nulla di quello che direbbe una recensione canonica di The Bookwalker su The Bookwalker. So che per me i videogiochi sono questo. E che a volte è più interessante un mezzo disastro con tutti i suoi limiti che il primo della classe che non fa mai nulla di fuoriposto e quindi ha automaticamente l’affetto di tutti, ma che finisce per avere zero impatto sulla tua vita.

Io invece The Bookwalker lo voglio consigliare ad uno che scrive libri veri. Anzi, mo lo taggo pure…

quanto spendere
12 /15€
bignami per pigri
Hai presente quando il momento è perfetto, candele profumate, luci soffuse, solo tu e ləi e poi suona il telefono fisso? Chi cazzo usa ancora, i telefoni fissi?
top&flop
> Costruisce tutto benissimo

> Ma ti resta la scimmia di leggere tutti e 6 i libro-casi che ti fanno giocare. Che non esistono. E porc...