The Witness coi fiori, un investigativo bucolico, un puzzle game di fine ‘800, profumato come la campagna britannica d’estate. Nel solco dei cozy games, ma anche dei walking sim, esaltando l’esplorazione dell’enorme maniero (giardini compresi) con enigmi ambientali intelligentissimi, deduttivi e squisitamente estetici, nel loro ultimo fine di far sbocciare fiori rarissimi per completare il libro della sua protagonista, Arabella Greene, talentuosissima botanica esclusa dalla comunità scientifica dell’epoca, solo perché donna.
La dimensione sociale è importante, in Botany Manor, inserita perfettamente nel contesto ludico, nella lettura dei documenti e della corrispondenza appoggiata sui tavoli, lasciata li a raffreddare dopo l’ennesima risposta di scherno del tal professore che, per pregiudizio, decide di ignorare le scoperte della Greene. Un’opera completa, significativa, elegante e profonda, un piccolo mondo in cui perdersi, rilassante e meraviglioso, avvolgente e profumato.
Un perfetto rifugio dove la mente è sempre stimolata, incuriosita ma senza stress.