Hai appena finito proprio ICO, che per la prima volta ti ha fatto sperimentare per davvero cosa significhi proteggere qualcuno al costo della propria vita. Con ICO hai imparato che c’è qualcosa oltre ai bit che ti si può piantare dentro e rendere una persona migliore, hai scoperto l’empatia dietro la mancanza di sonoro, compreso finalmente che le parole non servono per forza, specialmente se vuoi proteggere qualcuno che magari per te è importante, senza una vera ragione, lo è e basta.
Pad in mano, musichetta di accensione, logo di Team Ico, stavolta sei un cavallo. Capisci che se stai affrontando un viaggio così difficile, lo fai per quel fagotto sul tuo grembo. Non capisci cosa sia, poi lo adagi su un altare e ti illudi che, ok, è la classica storia dell’uomo che soffre la perdita dell’amata e vuole riaverla con sé. Ma sei ingenuo, ancora Ueda non l’hai capito per davvero, pensi davvero che sia solo quello. Ascolti il prezzo da pagare e parti, senza remora alcuna, perché è quello che devi fare. È quello che il gioco vuole.
Pad in mano, musichetta di accensione, hai appena perso un’amica, una cicatrice che ti porterai appresso per sempre. Sai che faresti anche tu quello che sta facendo Wander senza esitazione. I colossi, tanto, sono solo un mezzo. No? Chi se ne frega di quel dio che vuole aiutarti. Quale che sia il suo obiettivo, a te non interessa. Vuoi solo riaverl… Cioè, Wander vuole solo riaverla indietro e tu lo aiuterai, perché hai speso quei soldi e ce la puoi fare.
In questo mondo popolato solo da Wander e dal suo cavallo e da un cadavere baciato dalla luce del sole ti lanci verso il primo colosso. La meccanica di gioco ti piace, ti mette quella giusta quantità di ansia, forse muori anche una volta, ma alla fine lui crolla. Ce l’hai fatta! Esulti. Ma poi arriva quel fumo nero. Ti entra dentro. Svieni. Capisci.
Capisci che stai facendo qualcosa di sbagliato. Crolla una statua, un sigillo? E tu adesso sei sporco dentro. Cioè, è Wander che è sporco, non sei tu. Sei sporco dentro e lo capisci non si sa bene perché, forse da una sfumatura di luce diversa o forse perché sei tu a essere finalmente dentro al gioco. Cioè, è Wander che è dentro il gioco, non sei tu. Wander è sporco, non sei tu. Capisci che il tuo desid… che il desiderio di Wander è sbagliato. Ma capisci anche il suo dolore, gli sei vicino. Capisci che andresti anche tu avanti lo stesso, e decidi di continuare ad aiutarlo. Sempre più consapevole di essere sempre più sporco. Cioè, che Wander è sempre più sporco.
La distinzione non c’è più. Tu, adesso, sei quello che vuole riportarla indietro. Chi?
Arrivi all’ultimo. Sei più solo che mai. Lo uccidi lo stesso. L’ultima statua crolla. Finalmente. Il demone ti ascolterà, lei risorgerà e voi starete assieme.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?