Rece Slaps and Beans: speriamo non sia buggy, Altrimenti ci arrabbiamo

Il modello Zoe-Zelda? Superato! Molto meglio quello Trinità-Bambino...

Slaps and Beans. In sostanza, ci risiamo. L’ennesima Operazione Nostalgia di una generazione vessata da Operazioni Nostalgia. Pure fuori tempo massimo, ‘che ormai gli anni ‘80 ci hanno rotto i fuseaux e ci siamo rimessi il bomber dei ‘90. Il nostro vero decennio è quello, e adesso che i veri vecchi siamo noi e non più i vecchi di prima, vogliamo che Hollywood e Activision ci rivendano quell—Solo Puffin ti darà forza e grinta a volontà!. Ma che cazz… Ah ecco, qualcuno ha lasciato la TV accesa. Su un film terribile peraltro, guarda quanto eravamo patetici, con quella fissa di dover essere per forza a Stelle e Strisce anche se poi le riprese erano tutte girate a Massa Carrara. Praticamente è Tu vuò fà l’americano: il film. È proprio vero che—non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo… No aspetta, ma che c’entra adesso? Ma sai che c’è, quasi quasi me lo riguardo, Chi trova un amico trova un tesoro. Meglio ancora, me lo rigioco. Fammi un po’ chiamare quello scappato di casa dell’Avvocato per farmi da Player 2, che il comaante qua sono io.

Player 2: Oh! Chi mi disturba mentre mangio la mia pentola di fagioli?SLAM! Chi? Phatejoker che vuole che faccia il secondo giocatore in un gioco che si fa penetrare potentemente dalla forza dirompente del duo formato da Bud Spencer e Terence Hill?STONK! Fammi vedere dove ho parcheggiato il mio cavallo. Bene, sella a posto, cavallo in forma e… Dove cazzo si mette la radio? Ah si, devo tirare la coda. Oooh bene, senti come pompa la musica di Lo chiamavano Trinità. Ora posso cavalcare con il tramonto alle spalle in grafica 2D pixellata verso il prossimo quadro.

Slaps and Beans è un'americana al 100% made in italy, uno spaghetti beat 'em up da antologia

Non si fosse capito, Slaps and Beans – tanto stronzi come siete, siete già andati in fondo a leggervi il voto e sapete che c’è garbato un sacco, anche se non saprete mai perché – è davvero un’Operazione Nostalgia dedicata alle prodezze cinematografiche di Bud Spencer e Terence Hill, ed è in buona sostanza fanservice riempito di fanservice. Ma in questo caso anche chissenefrega, o per dirla alla Bud Futtetenne. Perché in questo caso è sacrosanto che sia così, Bud Spencer e Terence Hill sono il Nexus che ha unito tre generazioni davanti alla televisione e, anche se siamo nati 10 anni buoni in ritardo per goderceli dal vivo, ci hanno pensato le repliche su Rete4 a farceli conoscere a memoria. Tutte le poesie che ci hanno fatto imparare a memoria alle medie ce le siamo dimenticate, ma se dico giochiamocela a birra e salsicce sapete tutti di che film sto parlando. E v’è pure venuta un’inesplicabile voglia di andare su subito.it per cercare annunci di Dune Buggy rosse con la cappottina gialla. Per cui io adesso potrei star qui a descrivervi per filo e per segno tutte le meccaniche di Slaps and Beans, dirvi che è sostanzialmente un picchiaduro a scorrimento (con l’aggiunta di qualche mini gioco più o meno riuscito) sfacciatamente anni ‘80 che vuole riportare su schermo il duo che ha fatto la storia degli anni ‘80, e magari potrei farlo sciorinado un sacco di citazioni dai loro 16 film. O qualcosa di Don Matteo, visto che il Bud solista l’ho già citato due volte (ve ne siete accorti?) e che alla fine, in-game, c’è spazio pure per il prete italiano più famoso di tutto il Giappone. Potrei, però diciamocelo: se vi guardate un gameplay è praticamente la stessa cosa e qui quello che conta non è quello, ma il citazionismo – a volte spinto, a volte spicciolo – che si incontra giocando. Slaps and Beans è un beat ‘em up a scorrimento che fa quasi il verso al gioco arcade dei Simpson, ovvero un prodotto al 100% italiano che si americanizza perché fa più figo e poi, quasi per sbaglio, diventa il simbolo di un’epoca. E ti rimane nel cuore per il resto della tua vita, che forse è anche più importante, per quanto sia meno difficile. Esattamente quello che Bud e Terence facevano nei loro film, portato dietro un controller. Un tributo dentro al tributo, con le sinapsi e la memoria che si accendono ad intermittenza quando si riconosce una location o si coglie un omaggio. Sempre se riuscite a vederlo, attraverso quella patina di umido che si va a formare spontaneamente sopra la retina una volta premuto start e sentiti gli Oliver Onions nel menù iniziale.

Player 2: Anni ’80, voglia di ammmerica da tutte le parti, botte da orbi. Che bei tempi che erano. Cioè, non i miei eh, ma quando qualcosa di artistico ha valore, inonda le generazioni successive affogando ogni ispirazione artistica. Non che sia un male, anzi, questo gioco ne è la prova lampante. Ogni singolo dettaglio è citazionismo di alta classe, con un sacco di pompini ai fan, ma anche seghe a due mani a chi, anche se di sfuggita mentre il padre guardava la tv a tubo catodico con una birra in mano, ha sentito almeno una volta la colonna sonora di uno di questi iconici film.

Poi viene fuori che, alla fine, il gioco è anche un po’ buggy, nel senso che c’è qualche svarione tecnico che ti costringe a riavviare il livello e sperare che sia la volta buona, perché Altrimenti ci arrabbiamo. E quando non ci sono i problemi tecnici ci sono quelli ludici, perché alcuni mini-giochi sono veramente una scocciatura, quasi a volerci ricordare che quando il film andava in onda alle 20:45 ci dovevamo sorbire gli stacchi pubblicitari. Però come si rimaneva davanti alla tele fino a che non ricominciava il film – sempre che tuo padre non fosse di quelli che deve fare zapping quando c’è la pubblicità – allo stesso modo ci si arma di pazienza, si rispolverano le doti impolverate da giocatore sopravvissuto alle sale giochi e si affrontano pure queste parti stonate. Perché alla fine ci interessa mimare le scazzottate di Bud e Terence un’ultima volta, l’ennesima volta, e tanto ci basta. Soprattutto se c’è anche un player 2 con noi, a riprova che Chi trova un amico trova un tesoro, e giocando assieme si riescono a sfruttare al massimo le caratteristiche peculiari di tutti e due i personaggi, nei rari momenti in cui il game design richiede di sfruttarle.

Player 2: Ed è proprio il minigioco più buggy di tutti ad essere fastidioso e a farci rimpiangere il fatto che Bud Spencer e Terence Hill siano un duo e non un singolo. Ok preferire Bud Spencer a Terence Hill, cioè, da delle martellate in testa come potere speciale che se non blocca la crescita, come minimo ti accorcia il cazzo per il contraccolpo del terreno con le parti basse; ma spostare la visuale solo su uno dei due giocatori, mentre controlli quelle macchine infernali, è da Dio perdona… Io no!


Non ci credo, hai davvero letto tutto fino a qui? Senza mandare avanti la cassetta fino alla scena cult skippando tutto il resto? Ti sei guadagnato un ultimo segreto, allora. Un’ultima americanata nostrana, in puro stile Bud Spencer.

La serie Bojack Horseman qualche anno fa ha proposto il modello Zoe-Zelda per etichettare una persona. Tutti possiamo essere una Zoe, intelligenti ma cinici e un po’ introversi, oppure possiamo essere una Zelda, solari ed estroversi. Beh, oggi ti regaliamo un paradigma migliore, tutto basato sul tuo spaghetti western preferito: ogni essere vivente può essere ridotto a Trinità, ai limiti dell’apatia e menefreghista che però, in fondo, è un buono di cuore, oppure è come Bambino, un orso di nome e di fatto che alla fine vuole solo farsi i cazzi suoi in santa pace. E tu, tu che stai leggendo, cosa sei?

TrinitàBambino

Sei proprio come noi. Hai visto Slaps and Beans e hai pensato “col cazzo che mi faccio fregare dal facile fanservice”. E invece ti ci sei fatto fregare, e sei pure contento. Quasi quasi, quei 5 euro in più ce li spenderesti pure volentieri…

Va bene tutto, ma ‘sti revival alla fine ti hanno ammorbato. Vorresti essere libero di farti i cazzi tuoi, ma possibilmente davanti ad un prodotto che non si rifaccia a roba che ti sei giocato su SNES, siamo quasi nel fottuto 2020. Tieniti quei 5 euro in tasca per i fagioli, va…

quanto spendere
15 /25€
bignami per pigri
Player 2: Mi tocca come al solito la pentola di fagioli bollente. Che dirvi che non è stato già detto nella rece sopra? Il Fanservice c'è, la pixel art c'è ed è uao, i buggy che fanno tanto anni '80 ci sono. Che state aspettando a comprarlo? I quattro dell' Ave Maria?
top&flop
> Il videogioco di Bud e Terence che fa quello che facevano i loro film
> A LOT of fanservice
> Don Matteo

> Un po’ buggy
> I minigiochi