Sifu è le arti marziali, Sifu è tutto. In realtà Sifu è il gioco che è uscito quando non c’era un cazzo.

Sifu è un bel gioco. Lo scrivo subito, così potete chiudere questa recensione soddisfatti. E lo è veramente. Chiaro, non stiamo parlando di chissà quale capolavoro della generazione, ma serviva un “arcade” così. Serviva a me. Perché giocare a Sifu, migliorare in Sifu, ti fa sentire bene. Peccato che sia morto come Napoleone: da solo su un’isola sperduta ad esalare il suo ultimo respiro.

Sifu ha avuto la fortuna e la sfiga di uscire qualche settimana prima di Elden Ring

E come Sifu praticamente tutti i titoli di febbraio 2022 sono finiti nel dimenticato. La loro Waterloo è stata From Software. Quella campagna militare che pensavano di vincere, e che hanno perso miseramente. Ovviamente è un caso, ma in qualche modo gli astri si sono congiunti e Sifu ha perso la battaglia proprio il giorno dopo l’attacco russo. La stessa stirpe che sconfisse il condottiero francese. Simili sono anche le situazioni: adesso come allora gli stronzi sono a capo di quelle barricate e a rimetterci sono sempre i poveracci che muoiono per questa o quell’altra bandiera.

Non divaghiamo però. Sifu il 25 marzo 2022 cade sotto i colpi di Elden Ring. Sifu dopo giorni di gloria, molla il colpo e finisce in un angolo della collezione.

Questa è stata la fortuna di Sifu. È intenso e dura veramente un cazzo. Al netto di alcuni problemi legati alla velocità dei colpi che in combo con l’art style e l’illuminazione non fanno percepire proprio bene quando ricevi quei maledetti calci dal basso; controllare il PG, e le mazzate che dà, pad alla mano è una goduria. Rapido, preciso, sempre diverso anche se uguale a se stesso. Perché, al contrario di quanto sostenga qualcuno, Sifu non è un roguelike. Ogni nemico è sempre lo stesso nello stesso posto run dopo run e così vale per gli oggetti in giro e per i segreti. Segreti che, una volta ottenuti, rimangono addosso al PG per sempre, guadagnando la possibiltà di tagliare intere porzioni di mappa. Chiaro, sacrifichi i potenziamenti, ma guadagni morti e età.

Che ve lo dico a fare, l’età è la meccanica principale e più mediatica di Sifu: ad ogni morte il personaggio invecchia di tot anni, con un cap massimo di 70/75 anni circa e 5 morti per run. La meccanica della morte è integrata da dio in Sifu, aggiungendo elementi interessanti non solo durante la prima tranche di partite che portano al finale, ma anche, e soprattutto, dopo; quando decidi di spaccare il culo al boss di turno a 75 anni partendo dalla prima zona. Tanto il gioco lo conosci a memoria, anche se hai le ossa cave tipo gli uccelli, schivi tutto e fai a tutti una bella nicchietta per San Gennaro nel petto.

Sifu è un bel giocattolo uscito prima di Elden Ring

Questa è stata la sfortuna di Sifu. Perché prima di Elden Ring avevamo una fame di capolavoro che ci saremmo sorbiti anche un gioco su un uomo arrabbiato con addosso una camicetta improponibile. Purtroppo questa fame vorace e inutile ha rovinato Sifu. L’abbiamo fagocitato in un boccone e poi abbiamo aspettato che esalasse l’ultimo respiro da solo e abbandonato. E mi dispiace, perché la sua leggerezza serve sempre di più in un panorama videoludico fatto di fanboy esaltati e tanta confusione.

Peccato, perché Sifu si merita di più dell’etichetta “un bel gioco uscito prima di Elden Ring”.

quanto spendere
30 /40€
bignami per pigri
Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore Orba di tanto spiro, Così percossa, attonita La terra al nunzio sta, Muta pensando all’ultima Ora dell’uom fatale; Nè sa quando una simile Orma di piè mortale La sua cruenta polvere A calpestar verrà. Lui folgorante in solio Vide il mio genio e tacque; Quando, con vece assidua, Cadde, risorse e giacque, Di mille voci al sonito Mista la sua non ha: Vergin di servo encomio E di codardo oltraggio, Sorge or commosso al subito Sparir di tanto raggio: E scioglie all’urna un cantico Che forse non morrà. Dall’Alpi alle Piramidi, Dal Manzanarre al Reno, Di quel securo il fulmine Tenea dietro al baleno; Scoppiò da Scilla al Tanai, Dall’uno all’altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri L’ardua sentenza: nui Chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui Del creator suo spirito Più vasta orma stampar. La procellosa e trepida Gioia d’un gran disegno, L’ansia d’un cor che indocile Serve, pensando al regno; E il giunge, e tiene un premio Ch’era follia sperar; Tutto ei provò: la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga e la vittoria, La reggia e il tristo esiglio: Due volte nella polvere, Due volte sull’altar. Ei si nomò: due secoli, L’un contro l’altro armato, Sommessi a lui si volsero, Come aspettando il fato; Ei fe’ silenzio, ed arbitro S’assise in mezzo a lor. E sparve, e i dì nell’ozio Chiuse in sì breve sponda, Segno d’immensa invidia E di pietà profonda, D’inestinguibil odio E d’indomato amor. Come sul capo al naufrago L’onda s’avvolve e pesa, L’onda su cui del misero, Alta pur dianzi e tesa, Scorrea la vista a scernere Prode remote invan; Tal su quell’alma il cumulo Delle memorie scese! Oh quante volte ai posteri Narrar se stesso imprese, E sull’eterne pagine Cadde la stanca man! Oh quante volte, al tacito Morir d’un giorno inerte, Chinati i rai fulminei, Le braccia al sen conserte, Stette, e dei dì che furono L’assalse il sovvenir! E ripensò le mobili Tende, e i percossi valli, E il lampo de’ manipoli, E l’onda dei cavalli, E il concitato imperio, E il celere ubbidir. Ahi! forse a tanto strazio Cadde lo spirto anelo, E disperò: ma valida Venne una man dal cielo, E in più spirabil aere Pietosa il trasportò; E l’avviò, pei floridi Sentier della speranza, Ai campi eterni, al premio Che i desidéri avanza, Dov’è silenzio e tenebre La gloria che passò. Bella Immortal! benefica Fede ai trionfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati; Chè più superba altezza Al disonor del Golgota Giammai non si chinò. Tu dalle stanche ceneri Sperdi ogni ria parola: Il Dio che atterra e suscita, Che affanna e che consola, Sulla deserta coltrice Accanto a lui posò.
top&flop
> È un bel giocattolo

> È uscito prima di Elden Ring