In tutto c’è una morale, se si sa trovarla

Shattered Heaven è un deckbuilder, e qui già mi pongo un problema morale: come vi racconto questo gioco? Io ho preso appunti, memorizzato e analizzato tante cose durante la mia run e più volte mi sono chiesto: cosa dirvi di un RPG deckbuilder? La risposta più ovvia è quella di parlarvi delle sue meccaniche, che in realtà sono un insieme ben gestito di giochi come Slay The Spire e dei classici dungeon crawler. O magari del suo bilanciamento, forse a volte ripetitivo e semplice, ma anche sti cazzi visto che le carte sono solo una parte della grande narrazione del titolo. O magari, ancora, della sua estetica, con quei bellissimi disegni rovinati da sfondi tanto dettagliati quanto, a volte, troppo piatti. No, però così non va… Questa roba potete trovarla ovunque. Non ci sarei io. E che senso avrebbe scrivere se quello che faccio, poi, è seguire un fanciullo divino che impartisce ordini dall’alto della sua supponenza e da dietro uno schermo. No, no… Deve esserci qualcosa di speciale.

Eppure di solito è il gioco stesso a suggerirmi la scelta giusta...

Ero alla Milan Games Week, Indie Dungeon, tanti sviluppatori da conoscere ma decisamente troppe persone in giro per i miei gusti. Passo davanti all’area dedicata ai giochi Leonardo Interactive, tra cui Shattered Heaven. In quel piccolo computer portatile scorgo la schermata che per quasi 20 giorni mi ha accompagnato, tra gameplay e dubbi. I sensi di colpa sono tornati: sono in ritardo, devo trovare la chiave giusta per scrivere questa recensione. Avevo già parlato con Pietro di quanto ci fosse qualcosa di più in Shattered Heaven del semplice tira carte in faccia ai mostri. Qualcosa che andava anche oltre la normalissima storia fantasy. Non riuscivo a capire cosa però mi stava suggerendo il cervello.

Per fortuna, o forse per destino, lì con me c’era Maura e, come al solito, mi metto a fare lo stronzo che sa tutto lui. Il gioco mi ha preso, mi piace e quando un gioco mi colpisce mi sento bene se riesco a farlo vedere a qualcuno e spiegargli cosa ho visto e cosa no. Maura ascolta, fa domande, si interessa e si mette a giocare. Mentre parliamo delle keyword che ci sono, delle abilità dei singoli personaggi, dell’estetica dei nemici, mi fa una domanda molto intelligente: se noi siamo i protagonisti, perché siamo a destra?

Eccola lì la morale. Eccola lì la risposta che cercavo

I protagonisti sono a destra… È vero, non è la prima volta: tra giochi di prospettiva, gameplay e chi più ne ha più ne metta, diversi titoli JRPG et similia hanno i protagonisti a destra, ma in occidente questa cosa è strana. Sempre strana. Tolto il fatto che i buoni sono sempre a sinistra per definizione, la nostra lettura ci suggerisce che le cose importanti concordano con la mano del diavolo. In design se vuoi far risaltare qualcosa lo metti o al centro, o lo evidenzi a sinistra. E quindi trovarsi “i buoni” a destra fa molto strano.

Stare a destra in una situazione di attacco come quella raccontata nel gioco, fa pendere pesantemente l’asticella verso sinistra, verso gli attaccati. È difficilissimo parlare di videogiochi senza fare spoiler, però siete come dei gatti attaccati alle palle, quindi eviterò di dirvi situazioni nel dettaglio; ma il fatto che i nemici facciano pena ha senso. Quella domanda mi ha fatto ricollegare tutti i punti: i nemici danno sempre il tutto per tutto e la maggior parte delle volte si difendono. Siamo noi i cattivi. O meglio a livello morale e personale io penso di essere stato il cattivo, anche se ho fatto delle scelte durante il gioco che avrei fatto anche nella vita vera.

Per tutto il tempo mi sono sempre sentito dal lato sbagliato. Ecco cosa mi rimarrà di questo gioco: la sensazione che la mia morale conta e non è solo un pretesto per nascondere il mio essere una testa di cazzo. Tutto il resto è buonissimo, se cercate un RPG deckbuilder fa al caso vostro, ci sta addirittura una modalità roguelike. Però è questo che rende interessante Shattered Heaven: le domande che ti fai quando i protagonisti parlano tra di loro intorno al falò; quei piccoli dettagli che ti fanno capire che forse non stai seguendo proprio la strada giusta e quei dialoghi con il Fanciullo Divino e il suo lacchè che ti fanno odiare ancora di più il cattolicesimo.

Forse è per questo che non riuscivo a capire come fare questa recensione. Dovevo affrontare me stesso e guardandomi nel riflesso non vedevo altro che autocommiserazione e uno specchio rotto. Grazie agli altri ho visto un altro me stesso e sono riuscito a vedere oltre quello specchio.

quanto spendere
20 /20€
bignami per pigri
Per guardare attraverso lo specchio devi prima affrontare il tuo riflesso. Quindi per sapere cosa ne penso devi prima leggere la cazzo di recensione.
top&flop
> È un cazzo di gioco di carte, cioè, me li sparo tutti endovena

> Magari facciamo i fondali un attimo più dinamici, ecco