Se questo è un anno, io ne voglio davvero altri cento.

Se questo è un anno che va via, io ne sono felice. Quasi.
Sono legato al 2019. Una morsa mi stringe il petto quando penso che sta per finire uno degli anni più belli della mia vita.
Finisce un decennio che per me è stato l’inizio dell’adolescenza e l’ingresso nell’età adulta. In questi dieci anni io ho vissuto amori, delusioni e tutte quelle cazzate che rimarranno attaccate ai ponti in rovina quando l’umanità deciderà di nuclearizzarsi il culo.

Che precisione. Settembre 2010, primo anno di Liceo. Ambizioni a non finire e la cazzonaggine che solo un tredicenne può avere. Settembre 2019, laurea in Spettacolo con una tesi sui videogiochi. Le mia due passioni.

Una chiusura di decennio perfetta

Io questa via lattea di gioie, però, vi sono state delle supernove di delusioni. La mia psiche ha subito brusche accelerate e pesanti macigni da trasportare. Ne sono ancora condizionato.

Avevo però la scrittura con me, colei che mi ha portato qui, su Gameromancer. E ringrazio la Natura per avermi dato questa possibilità.

Perché se in questi anni qualcosa l’ho capita, è che nella mia vita tre cose sono da sempre costanti immutabili e pilastri del mio dogma: il teatro, i videogiochi e gli amici.

Ed è grazie alla scrittura se sono riuscito a riunirli tutti insieme sotto un cielo di carta squarciato. Su di una barca che oscilla tra una spiaggia di byte e un mare in tempesta.

Tutto questo, lo devo a questo progetto. Mi ha fatto credere in me. Mi ha fatto capire che le mie ambizioni non sono finite dopo quel primo cuore spezzato.

E quindi sono triste che il 2019 stia finendo.

Ma se questo è un anno, io ne voglio davvero altri cento.