Un sacco del nostro tempo libero finisce speso in sogni. È un fatto universale, vale per tutti: anche tu che leggi e scuoti la testa dicendo che no, tu la notte dormi e tante grazie, sprechi così un sacco di ore. Le sprechi anche peggio dei sognatori consci, perché in realtà tutti sogniamo. Solo che tu non te lo ricordi, e quindi hai passato 8 ore della tua giornata intrappolato nel tuo stesso corpo, senza la possibilità di fare altro. Quella serie tv che stai guardando? Ferma. Quella lingua d’Albione che stai cercando di imparare perché cazzo, nel 2019 non sapere l’Inglese è una disabilità? Hai voglia ad ascoltare corsi in mp3 e sperare di assimilarla così, come per fotosintesi. Non funziona.
Pilotare i sogni per diventare parte integrante del nostro tempo libero. Inoculare intrattenimento al buio, sfruttando il miglior Engine mai brevettato dall’uomo. Perché la mente sarà pure un supporto inaffidabile, ma nel mondo che c’è dentro di noi è un Dio che ogni notte seleziona dal menu “nuova partita“, azzerando i suoi progressi e dimenticando come funzionano i suoi poteri. Ma che proprio per questo poi tira fuori prodotti allucinanti, reali quanto la pallosa vita che ci costringiamo a vivere tutti i giorni. Ma molto più degni di essere vissuti, quando le cose girano per il verso giusto.
Se potessimo imbrigliare la potenza inconsapevole del Dio dietro i nostri sogni, quanto migliorerebbe il nostro tempo libero? Pensa a tutte le volte che hai dovuto mollare a metà una partita perché il giorno dopo avevi bisogno di mostrare una faccia presentabile, a lavoro. Quel Death Stranding che per tre anni non sei nemmeno riuscito ad immaginare, perché l’altro Dio Tuo (quello vero) era stato più criptico di una Bibbia in biellorusso, è li che ti aspetta da venerdì 8 novembre. Tempo di gioco durante questo weekend: 15 minuti. Ore dormite: 24. Pensa a quanta rabbia ti fa, mentalizzala. E poi immagina quanto sarebbe bello poter andare a letto e giocare Death Stranding nel sonno. Un sogno lucido che diventa un sogno ludico, senza sottrarti altro tempo a quel poco tempo libero che hai.
Addirittura, risolvendo il problema dell’accettazione sociale dei videogiochi. Perché diciamocelo, la critica principale che gli ignoranti ti rivolgono quando dici “Io videogioco” è questa. È tempo perso. Tempo che potresti dedicare a cose più produttive tipo boh, scopare – quelle tecnicamente sono cose riproduttive, ma vabbé – o coltivare un giardino zen o insomma, qualunque stronzata new age che non ti ricordi che in fondo siamo tutti bambini. Qualcuno fa semplicemente finta di no, ed è peggio per lui. Immagina se questo “tempo perso” non fosse più tale, perché va ad occupare tempo che va inevitabilmente passato in standby. Il sonno è una parte fondamentale della vita biologica. Se sono costrette al sonno anche le gazzelle che devono evitare di farsi mangiare e defecare dai leoni, è palese che dormire sia necessario.
Talmente tante idee che non potevano trovare tutte posto in un solo articolo. Ma in un podcast, un doppio podcast, anche si.