Se mentre scrivo questo pezzo sono sul cesso non è un caso, perché voglio iniziare con un aneddoto che parte proprio da quella precisa stanza: il bagno.
Mio padre era solito occuparlo per parecchi minuti in compagnia della Gazzetta del Mezzogiorno fresca di stampa, l’olezzo dell’inchiostro vi permeava per ore, tanto da non poterci entrare e avere conati di vomito, uno di quegli odori che tuttora ricordo con disgusto.
Un po’ per sfida e un po’ per imitarlo, cominciai a portarmi in bagno anche io le riviste che ero solito comprare, in primis Giochi per il mio Computer, e non Postalmarket, ma l’effetto era lo stesso, una grande e soddisfacente sega mentale, anzi emotiva.

Chi cazzo doveva dirmelo che da essere lettore, sarei diventato redattore anche io? Peggio! Avrei fondato un sito

Ma c’è un problema! Questi non sono gli anni 2000, siamo nel 2023 e l’informazione deve essere necessariamente veloce, ma soprattutto, alla portata di tutti, e le riviste cartacee non fanno più parte di un concetto di informazione sostenibile.


Per approfondire:
Baldur’s Gatekeeping

E non parlo esclusivamente di prezzo e costi di sostenibilità (anche quando compravo riviste dal giornalaio, ricordo gli aumenti di prezzo in corso d’opera), ma del fatto che ogni singola recensione, articolo, o approfondimento sarà già vecchio di settimane, e dietro la maschera di una finta onestà, si cela un lavoro basato sul concetto del salire sul carro dei vincitori: la possibilità di distorcere la propria visione e direzionarla verso o contro quella di un pubblico ormai volto solo all’informazione digitale.

Portabandiera di polemiche sterili e vecchie, condite da battute e discorsi sessisti e/o omofobi, e nientepopodimeno, gatekeeping. Sì, dobbiamo ricordarci che siamo persone che parlano di giochini.

Potrebbe essere detta la stessa cosa per i siti, i blog che parlano di videogame, ma il vero problema è che le persone che ora scrivono e scriveranno, visti gli ultimi annunci del “grande” ritorno di PSM, hanno a disposizione il mezzo che le ha uccise: internet e un pubblico troppo incazzato per essere onesto.

Questa nostalgia canaglia che spinge certi soggetti e certi editori a voler riproporre vecchie glorie, vecchie penne, che gloriose non sono, è paragonabile a quella dei nostalgici del ventennio che ora votano il partito a capo del governo italiano, persone becere che spingono fuori dalla porta chi non ha voluto o potuto provare con mano tutta una serie di titoli, il cui valore si basa esclusivamente sull’età del titolo stesso e del valore affettivo che loro provano nei confronti di questi titoli, ma ehi, saranno oggettivi e senza pregiudizi e HONESTI.

Parlando di onestà, mi sovviene una simpatica storiella che riguarda proprio l’editore di PSM, il quale spacciò sulla copertina di una delle sue riviste una fantomatica “INTERVISTA ESCLUSIVA” a una mangaka giapponese, la quale sul suo profilo affermò di non aver mai parlato con alcuno della redazione, ma costoro per salvarsi la faccia specificano solo all’interno dell’articolo che si tratterebbe della prima traduzione italiana di una intervista rilasciata nel lontano 2016.
Ma chi fa clickbait sono esclusivamente le redazioni online. Mai insinuare che nel 2023 le riveste cartacee possano fare sensazionalismo da prima pagina, al modico prezzo di € 9,90.

Immaginate le contaminazioni del marketing del 2023 su una rivista a pagamento che danni potrebbero mai compiere, divenendo ancora più subdole di quelle attuate dai siti, dai blog e dalle testate giornalistiche on-line, e dai content creator che ostentano la loro purezza nascondendo gli hashtag delle sponsorizzate.

Mio padre ora è morto, ma l’olezzo della carta stampata permea e questa volta a opera di quelle riviste che una volta ho amato.

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?