MemoryCard: Semper Fidel
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Fuori la politica dai videogiochi.

Vuoi la politica fuori dai videogiochi. Ti dà proprio fastidio l’agenda di Druckmann, troppo politico come quel pezzo di Caparezza. Quelli del Gamergate non avevano tutti i torti, certe cose è bene che restino fuori dai videogiochi. I videogiochi stessi è bene che restino i cari vecchi videogiochi. Ricetta della nonna, un paio di dungeon, una principessa da salvare e tutti quei classiconi che fanno esplodere le ovaie delle femministe e tutti contenti. 10/10 come Super Mario 64 e Ocarina of Time, poco importa se il 1998 nel frattempo è diventato il 2021.

Solo che allerta spoiler: la politica nei videogiochi c'è da prima che ci fossi tu

Te lo ricordi Final Fantasy 7? Quel giochino che t’ha fatto imparare l’inglese, la stessa lingua che adesso se c’è solo quella lasci la copia sullo scaffale. Voler fuori la politica dai videogiochi vuol dire togliere anche Final Fantasy 7. È la storia di un gruppo di eco-terroristi che vuol fare fuori una Zaibatsu che opprime la popolazione e inquina il pianeta. Che porta avanti esperimenti folli sul genoma di praticamente tutte le specie viventi e gioca a fare Dio. Prendi i primi 10 giochi più venduti di PS1 e a parte Gran Turismo c’era politica ovunque.

Lara Croft te la ricordi per le tettone, ma era un preciso indirizzo degli sviluppatori di Derby che volevano creare la prima vera icona femminile del circo dei giochini. Si, ok, c’era già Samus, ma Samus c’aveva la fica giusto nel finale segreto di una serie che non ha mai sbancato. Lara stava sulle copertine, al cinema col faccione della Jolie, in TV con la sua imitatrice ufficiale su SuperCiro. Stai chiedendo di togliere dai videogiochi qualcosa che c’era già, eri semplicemente troppo naive per farci caso.

Sorpresa sorpresa, l'arte ha sempre parlato di politica. Per cui se i videogiochi sono arte, da loro che cazzo vuoi?

Hai rotto il cazzo a Depression Quest perché la depressione è “roba da froci“, però porti avanti il culto di Silent Hill 2 che la sfrutta per costruire uno degli horror più cazzuti di sempre. Toh, ti posso concedere che adesso l’agenda dello sviluppatore è più manifesta in alcuni casi. O forse che banalmente siamo diventati più attenti a certe tematiche o più profondi nell’analisi del medium. Quindi te ne accorgi di più e fa più rumore, anche perché ormai far diventare virale qualcosa è questione di un attimo. Il giorno dopo già non ti ricordi più il meme delle 24 ore precedenti, ma il suo bravo quarto d’ora di notorietà tocca praticamente a qualunque contenuto analitico.

Fuori la politica dai videogiochi? Col cazzo. Esci tu piuttosto. Lo sviluppatore è come il Cavaliere Nero, e non serve che finisca la prossima frase per farti capire il concetto. Davanti allo scaffale puoi comprare o non comprare, il tuo contributo si deve fermare lì. Non tutti i videogiochi devono essere per te, non tutti i videogiochi devono essere l’equivalente pad alla mano di un pompino.

Fai quel cazzo che ti pare.
Io rimarrò Semper Fidel a questo credo.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...