I videogiochi invecchiano. Qualcuno bene e lentamente, tipo Keanu Reeves. Qualcun altro malissimo, stile Cyberpunk 2077. Ma dal fatto che i videogiochi invecchiano non si scappa, e più un gioco è vecchio più è probabile gli sia successo. Di più: più hai fatto la storia, più è facile che il tempo te l’abbia messa in culo. È la sindrome di Ocarina of Time. Nel ’98 sei lo stato dell’arte, inventi lo Z-Targeting e le routine comportamentali dei personaggi. Oggi sei fottutamente ingiocabile e tipo chiunque ti ha rubato quelle innovazioni, diventate uno standard industriale per il videogioco dabbene.
Ci sono generi ed epoche invecchiate molto peggio, chiaro. Gli Sparatutto in prima persona su PS1 sono invecchiati molto meno di quelli su PS2, per dire. Da una parte hai dei Doom Clone senza la verticalità e la necessità di prendere la mira anche “in altezza”, dall’altra c’è della roba che ha lo stesso feeling degli spara-spara di oggi ma non regge il confronto. Il ritmo è più compassato, specie se guardiamo al trend pseudo-arena di qualche anno fa. I controlli a volte sono agghiaccianti, perché tutto quello che è uscito prima di Halo è invecchiato nel nanosecondo in cui è uscito Halo. Halo stesso tra l’altro per quanto ci provi ha i suoi problemi, perché la campagna è davvero tanto dilatata e tutta la parte alla guida fa quasi ridere.
Ecco, anche i racing sono giochi invecchiati male. Soprattutto quelli con l’ambizione simulativa. Prendi il primo Gran Turismo, leggi The Real Driving Simulator e ti vengono le convulsioni. Gran Turismo è sempre stato superato da ogni iterazione successiva, e poi ad una certa dalla concorrenza. Non è più un simulatore di guida da anni. Non vuole nemmeno esserlo. È un gioco per otaku dell’automobile che si fanno le seghe sui dettagli e sulla fedeltà dei modelli. Vai a dire ad Kazunori Yamauchi di mettere i danni alle automobili. Gli viene un ictus.
Quasi tutto quello che è uscito sulla prima PlayStation adesso ci farebbe ridere. Spesso veniva già surclassato dai suoi stessi sequel. Final Fantasy 7 graficamente è orrendo rispetto a Final Fantasy 8, per esempio. È la maledizione dei poligoni, che rispetto a quella pixel art che non invecchia mai possono fare ben poco. Se tendi al realismo vai a mettere una data di scadenza su quello che stai facendo. Nintendo 64 s’è tenuto di più, perché effettivamente quel modo di disegnare i poligoni era più bello. Super Mario 64 è ancora un bel giocare, se non lo fai su Switch.
Quello che non invecchia mai ma nel senso di mai è la pixel art. Te ne accorgi mettendo su Xenogears che è Final Fantasy 7 al contrario, ovvero sprite per i personaggi e sfondi poligonali. Si lascia ancora guardare. Non ti viene voglia di suicidarti all’idea di farci su 40 e più ore. Rompe un po’ il cazzo una cosa in questi casi, cioè che spesso e volentieri non c’è l’autosave. Ecco, l’autosave è un’altra di quelle cose che ha creato un prima e un dopo. E chiaramente tutto quello nato nel prima adesso è vecchio.