Ep. 123: Quei Due Sul Gender – il genere nei videogiochi di oggi
00:00

Come si parla di genere nei giochini di oggi?

Oh ma guarda un po’, il capitale s’è finalmente accorto che si può fare un po’ di grana ripulendosi al contempo l’immagine a botte di e rovesce e rappresentazioni più inclusive nel medium. Apripista della schwa nella localizzazione infatti è stata Əlectronic Ərts, che ha immolato sull’altare della causa del washing Omega Force e il suo EA Originals Wild Hearts.

È a memoria uno dei primi casi di genere neutro introdotto esplicitamente in uno pseudo-rpg. Ha seguito subito poi Wu Long Fallen Dinasty di Team Ninja, che non è da confondersi con Black Myth Wukong (che dovrebbe uscire estate 2024, LOL CI STO CREDENDO GUARDA) che invece è quello dove il team di sviluppo ha detto che non è mica un gioco per fimmene.

Appoggio lì che qualche mese fa pure Hogwarts Coso aveva provato a prendere le distanze dalla stronza TERF inserendo un personaggio transessuale nel giochino. Tokenismo, ma a cui ci si è attaccati disperatamente per difendere la Sacra Causa per Separare Opera e Autore – esattamente come ci si attacca ai token con la vagina quando si parla di protagoniste femminili nel medium a botte di “ma allora Samus?”, “ma allora Lara Crofte?” e “ma allora le marò?”.

Che poi in realtà ‘sta cosa è un po’ che nei giochini con l’editor del pg si fa pure piuttosto bene. Bastava togliere le scrittine “maschio” e “femmina” e mettere “corpo 1” e “corpo 2”, come coi genitori. Lo fa pure Elden Ring, ma del tipo che c’era arrivato pure Splatoon di Nintendo – che è Nintendo, quella ferma ancora ai codici amico.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...