Dopo una settimana di rant a cazzo sulla longevità esce Endling: Extinction is Forever
e in due ore e mezza mena quelle due-tre coltellate da meritarsi una recensione.
A riprova che ad introiare le discussioni ci perdi soprattutto tu, ci perde soprattutto il medium.

Abbiamo puntato tutto sul gatto quando la vera questione era la volpe. Nell’era di Internet il ruolo del gatto è più facile, più sexy, più catchy. Se sei della famiglia dei felidi e non superi il metro la rete è casa tua, innamorata com’è di te e dei meme e degli aneddoti e delle foto che parlano di te. Sei praticamente Keanu Reeves prima che ce lo mettesse in culo con Cyberpunk 2077. Tutti vogliono essere un gatto. Al punto da convincersi che un platformino era PiEsseDue col felino protagonista sia Cat Simulator, con tutto che non si vede un gatto completare una missione secondaria dai tempi degli Antichi Egizi.

Abbiamo puntato tutto sul gatto, ma chi aveva davvero qualcosa da dire è la volpe

Endling è disonesto. D’altronde come potrebbe essere diversamente, senza infangare la memoria del Collodi? È disonesto perché si presenta come un survival/gestionale, quasi un Don’t Starve senza la componente orrorifica schiacciato su binari. In realtà la progressione è scandita, ogni giornata ha i suoi eventi che si ripetono uguali di partita in partita negli stessi momenti. Sta a chi interpreta la Mamma Volpe sfruttare questi ganci per sbloccare qualche segreto o assistere a qualche evento secondario, ma per il resto gli eventi si succedono nella loro sequenza e la transizione da un’area all’altra è guidata. E meno male.

Meno male perché è proprio in questo modo che Endling tira delle coltellate terribili a chi lo sta giocando

confronto tra stray e endling in fase di recensione
Er micio? Il gatto sarebbe Stray. Ce lo siam pure giocati per un buon 50% su GameromancerLive.

Senza necessità di ricorrere alle parole, nemmeno ai linguaggi arcani in stile Fumito Ueda. Endling parla per immagini. E ti fa capire quanto l’essere umano sia un virus – l’agente Smith aveva ragione – che prosciuga e infetta tutto quello che lo circonda. Ti rifugi in una foresta in pieno inverno dopo essere passato attraverso le asperità di una radura inquinata. Con la sua scarsità di cibo, costretta a far mangiare immondizia ai tuoi cuccioli pur di farcela. La foresta però è ancora incontaminata. Ricca. C’è selvaggina, frutta, perfino uova nei nidi sugli alberi. Vai a dormire pregustando una primavera finalmente semplice. Esci a riveder le stelle che la foresta non c’è più, sventrata dalla necessità dell’uomo di costruire e costruire.

L’estinzione è per sempre. Lo sa la protagonista di Endling, ultima volpe rimasta al mondo assieme alla sua cucciolata. Lo sappiamo anche noi perché ce lo si ripete ininterrottamente da quando siamo piccoli. Solo che adesso l’estinzione è alle porte e sembra proprio l’ultimo “per sempre” che c’è rimasto a disposizione. Non ti resta che sopravvivere, a dispetto di tutti i demoni generati dall’uomo. Evitare chi vuol farti la pelle, o meglio la pelliccia, alla fine di una lunga notte passata cercando tracce del tuo cucciolo disperso. Cedere anche qui alla tentazione di inserire lo stealth perché pare che ormai sia un tributo necessario per uscire, anche se quantomeno è contestualizzato bene.

Non ti resta che scegliere la volpe

Non necessariamente a dispetto del gatto, perché il gatto è più chill e ha meno pretese e non vuole insegnarti nulla. Chi non sale in cattedra sarà sempre inevitabilmente più simpatico di chi vorrebbe provare ad avere un significato. Ma sceglila, la volpe.

Perché è la riprova che bastano due ore e qualche fotogramma
per veicolare un messaggio da lasciarti stronzo davanti allo schermo.
Almeno per un po’.

quanto spendere
25 /30€
bignami per pigri
What Does the Fox Say? *suoni a caso*
top&flop
> Minchia se picchia forte

> Ti vuole insegnare qualcosa, quindi ti starà sul cazzo