Siete abituati a volere tutto, volerlo subito e – solitamente – volerlo a poco prezzo, se non gratis. E non parlo a voi che giocate ma a voi che state in vetta a quella merda di torre di avorio che è diventata l’editoria dei giochini.
Sono un po’ in imbarazzo in realtà, perché a riguardo non so più che cazzo dire, o meglio, che cazzo dire di nuovo.
Farebbe quasi ridere sentire di un giornalista che si sbatte a fare ricerca approfondita per settimane quando deve scrivere i suoi pezzi, salvo poi farsi sbattere fuori dalla redazione perché “hai ripetuto due volte questa parola in un articolo da ventimila caratteri”.
E tutto per i soliti 20€ pagati a quattro mesi quando va bene.
E a pensarci fa ridere – istericamente – che a qualche centinaio di chilometri di distanza, scrivere di giochini sia considerato un lavoro vero. Un lavoro con cui, sempre tra mille scazzi comunque, puoi pagarti le bollette e ogni tanto mangiare qualcosa di diverso dal cibo in scatola.
Ma non è neanche questo che mi fa venire i conati di vomito. È il fatto che crediate anche di avere ragione.
Vi siete cullati così tanto in questa stronzata che non vi accorgete neanche di stare banchettando sui cadaveri che il vostro sistema di caporalato sta creando.
O forse non ve ne frega semplicemente un cazzo.