DLC #23: Non ci emozioniamo più
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Abbiamo perso la capacità di emozionarci coi videogiochi mentre aggiornavano la grafica.

I giochini diventavano più realistici, noi diventavamo più realisti. Perdendo forse per sempre quella che era la vera magia, perché quel vecchio SNES riusciva a farcelo venire duro con una cartuccia da qualche Kb e una manciata di pixel, prima ancora che scoprissimo il significato di un’erezione. Adesso blateriamo di teraFLOPS, frequenze e fotorealismo e ci facciamo i seghini, ma siamo incapaci di andare davvero oltre. Una masnada di arrapati cronici che non riesce andare oltre la tecnica.

Ci siamo convinti di essere sommelier del videoludo: se il vino non è abbastanza amabile, lo rimandiamo in cucina

È la riprova che dai giochini non impariamo mai un cazzo. Quei quattro sprite di merda di Prince of Persia prendevano vita per noi e grazie a noi, tutto nella nostra testa. Fotte cazzi non fosse oggettivo, misurabile. Era bello. Adesso ripetiamo quatrocappasessantaeffepiesse come se fosse una formula magica, come se potesse davvero risolvere tutti i nostri problemi. Solo che no, non può risolvere un cazzo.

Vogliamo uscire da questa situazione? Iniziamo ad ascoltare i cazzo di sviluppatori. Iniziamo ad ascoltare i Matteo Marzorati della situazione, gente che un giorno è finita per caso ad una Game Jam e qualche anno dopo ha fondato Cordens Interative. Forse ne avete sentito parlare, perché Vesper poi è finito sotto l’ala di Deck13 (quelli di The Surge e Lords of the Fallen) ed è un gioco che ha tanto da dire. Però dobbiamo iniziare ad ascoltare, ricominciare ad sentire cosa c’è oltre la tecnica.

Perché non sono i videogiochi ad essere diventati più sterili, ma i nostri occhi.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...