DLC #19: Fasci, giochini e Gamergate
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Il Gamergate è la prova che Internet è reale (e la destra lo sa)

Nel 2014 nessuno parlava di Gamergate, fuori dai salottini privati della redazione. Troppo scomodo, troppo politico. Parlarne implicherebbe schierarsi, puoi pretendere una cosa del genere da un sistema che nasconde il suo asetticismo dietro la presunzione di oggettività? E poi dai, era un fenomeno tutto americano. A noi che cazzo ce ne frega a noi, se un tizio si prende male perché la tipa lo molla e la accusa di averla data in giro per pompare le recensioni del suo giochino, Depression Quest? Che ci frega se la questione viene strumentalizzata da alcuni esponenti della destra americana che vogliono convincere i giocatori che ci sia un complotto ai loro danni? Solo le loggy LGBT che vogliono inserire di straforo la politica nei giochini strupandovi l’infanzia. Noi siamo dalla tua parte, davvero eh.

Nel 2020 esce il Gamergate 2, da oggi anche coi Tripla-A, e la situazione è pure peggio di prima

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Per approfondire:
Lunediscord #4: Dux Ex

Si continua a non schierarsi, chiaro. Ma qualcosa a mezza bocca si riporta. The Last of Us Parte 2 è troppo politico, Druckmann è un Caparezza senza i capelloni. Si riportano a cazzo di cane considerazioni che arrivano da fonti dubbie, senza rendersi conto (oppure facendo finta di nulla) che sono parti in un gioco di potere subdolo, sottile. Si sta cercando di instillare nella mente del giocatore che tutti i suoi problemi sono riconducibili a qualcuno. Non è Naughty Dog, è la lobby LGBT che vuole vedere Ellie che limona duro Dina in mondovisione. È Sony che è paracula e li asseconda per soldi, perché ormai sono californiani e non più giapponesi e si sa, in California va di moda essere gay/lesbica/partediunaqualunqueminoranza. La stampa pensa ai click, non alle conseguenze, e diventa suo malgrado complice.

È una strumentalizzazione culturale che funziona forte pure in Italia. Fa ridere, pensare che la destra stia strumentalizzando i nerd in vista delle elezioni. È un concetto ridicolo, l’equivalente pad alla mano delle toghe rosse berlusconiane. Poi però pensi a Giorgia Meloni al Romix, a Capitan Harlock usato come simbolo fascista, alla misoginia della fu Società Tolkieniana. Pensi a certe dichiarazioni di Gualtierone Cannarsi in qualche forum e improvvisamente questa cosa non fa più così ridere. Perché anche se vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia (o dentro i nostri culi) è evidente, un certo tipo di destra si sta appropriando della nostra cultura per usarla come megafono. E nessuno sta dicendo o facendo opposizione in modo sensato, perché sembra una supercazzola da complottari.

La verità, la maledetta, agghiacciante verità è che invece Internet è reale

modern warfare è il nostro vietnam
Silvia Romano? Si, abbiamo parlato anche di quello. Perché i videogiochi sono vita e la vita è anche politica, quindi non rompere i cazzi.

E sono reali le persone che lo bazzicano, che hanno o avranno diritto al voto. E che quindi ad ogni meme più o meno velatamente schierato, più o meno velatamente razzista/misogino/fascista, vengono esposti al suono di queste campane. E solo a queste, perché il PD è troppo impegnato a litigare con il PD e in generale il sinistroide medio deve far vedere che c’ha i titoli, ha studiato, è un parruccone.

Parruccone… Cazzo, siamo parte del problema. Hai voglia ad esporre idee di sinistra, essere a favore del rinvio della presentazione di PS5 per il Black Lives Matter o parlare su una pagina facebook di giochini di Silvia Romano dicendo che sì, siete degli idioti senza cuore né empatia. Chissà quanti stronzi ci seguono associando “videoludicamente scorretto” a “politicamente scorretto”, che è il grande classico di chi parla alla pancia. Ho perso il conto delle volte che mi hanno detto che da noi non si aspettavano certe cose, che la politica andava tenuta fuori e via dicendo.

È la solita vecchia storia, non accettiamo che i videogiochi sguazzino tangenzialmente in fascismi, misoginie, tossicità. È ora che ce ne facciamo una ragione, che proviamo a combattere il problema per evitare che avveleni i videogiochi.

E l’unica soluzione che ho trovato è un podcast orgogliosamente di sinistra, in un sistema dove la sinistra vera non ha mai capito un cazzo.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...