Per vincere a Black Paradox devi essere José Mourinho.

E non parlo del Mou Interista, quello tutto prostituzione intellettuale e zeru tituli. No, parlo del primo Mourinho, quello dell’improbabile Champions League vinta con il Porto. Traduzione per i non calciofili: più culo che anima preparato, meticoloso, capace. Ma soprattutto fortunato, perché se uno dei Milan più forti di sempre esce contro il Deportivo, qualcuno là in alto ti vuole bene. Oppure ha assunto le sembianze di un quadrupede notoriamente indicato come il miglior amico dell’uomo, se sei milanista. Ma che c’entra con Black Paradox? Un attimo, un attimo.

Paralleli calcistici a parte – che già sono off-topic di loro, poi se andiamo a rivangare cose del 2004 siamo alla mattonata nelle palle – il senso è questo. Black Paradox è un gioco che richiede abilità, dedizione e una certa propensione alle summenzionate mattonate nelle palle, ma soprattutto quello che, adoperando il gergo forbito da addetto ai lavori costruito in 6 anni di critica ai videogiochi, definirei culo sfacciato. Perché per quanto tu possa essere bravo, se la prima arma che Black Paradox ti elargisce è il Cannone a Rotaia, anche i primi due boss non sono così semplici da buttare giù.

black paradox rece mourinho
Ordinaria amministrazione.

Black Paradox Non è un gioco per sfigati

Un attimo, rewind rewind. Di che stiamo parlando?

Black Paradox è un “rogue-lite shoot-em-up dal ritmo veloce” (non ho assolutamente copiato questa definizione piena di trattini dal press-kit, sia mai). Anno 5027, l’umanità ha conquistato tutto lo spazio e bla bla bla… Beccatevi il trailer qui di seguito e, se proprio volete approfondire, andate sul sito di Fantastico Studio – lo sviluppatore. Che qua non abbiamo tempo da perdere a fare informazione…

Il trailer è buon trailer, bisogna ammetterlo. Dura meno di un minuto, butta li tutti i concetti chiave del gioco e soprattutto mostra bene i punti di forza del gioco, che sono una colonna sonora fotonica e un certo citazionismo da nerdoni anni ’80. Ma sotto lo strato di pompini rivolti a gente che ha ricevuto troppi pochi pompini (cos’è, Hollywood può perpretare gli stereotipi e io no?), Black Paradox ha carattere. È più dello shoot-em-up tutto sommato classico – se si escludono le cose copincollate da Rogue – che il trailer qui sopra potrebbe suggerire, c’è più di una DeLorean con i poteri cosmici di Silver Surfer e i cannoni laser. E anche più delle citazioni a Giorgo Moroder. In prima battuta, banalmente, perché di solito la filosofia negli shoot-em-up è “tieni pigiato il bottone che spara e non mollarlo nemmeno se va a fuoco qualcosa”. In Black Paradox invece giocare così vuol dire, in 9 casi su 10, vedere la navetta che si muove più piano sullo schermo.

Sucate, spammatori di proiettili.

In seconda (ma anche terza, quarta e quinta) battuta, perché il gameplay funziona alla grande. Bestemmie indirizzate alla Dea Bendata incluse. Nelle prime partite prendi un sacco di scoppole nei denti da chiunque e da sua sorella, ti incazzi perché non riesci a far fuori nemmeno il primo boss (che in realtà è una coppia di fratelli) e la prendi sul personale. Ed è proprio prendendola sul personale che poi si arriva ad apprezzare il sistema di progressione di Black Paradox, basato su chip da acquistare reinvestendo i soldi accumulati uccidendo gente in-game (e ovviamente, generati a cazzo di cane in modo procedurale ad ogni game over). E si arriva a capire il Black Paradox, che fa le veci della super-arma a ricarica classica del genere: attivandolo – dopo, ovviamente, aver urlato Burakku Paradoxo in un perfetto Engrish – viene richiamata una seconda navetta da una realtà parallela a supporto del giocatore, per un certo intervallo di tempo. Navetta che è immune ai danni ed è dotata di un’altra arma casuale, e che in buona sostanza diventa veramente utile per far fuori i boss che si incontrano a fine livello. Soprattutto perché se si muore, si deve ricominciare dall’inizio e si azzerano tutti i progressi, a parte quelli che avete fatto dal punto di vista umano. Un approccio da vero arcade, che ci riporta alle sale giochi: perché siamo stati tutti bambini poveri in canna, e quando finivano i gettoni l’unica era ricominciare da capo la prossima volta che i tuoi ti avrebbero riportato in sala giochi. E quindi si imparava a finire i giochi con un’unica vita, o quantomeno a spingersi il più avanti possibile facendo in modo che ognuna di quelle maledette monetine superasse il suo valore nominale di 200 lire. O che lo superassimo noi, con le nostre abilità da smanettoni che poi fuori dalla sala non ci sarebbero servite fondamentalmente a un cazzo.

Ma vuoi mettere scalare la classifica dei punteggi e scrivere il proprio AAA in cima?

quanto spendere
12 /15€
bignami per pigri
Burakku Paradoxo è il classico gioco che comprate da eShop e poi rimane installato abusivamente sulla vostra Switch finché non vi fa venire un ictus. Perché i calci nelle palle non piacciono a nessuno, e ad un certo punto diventa personale e viene voglia di sodomizzare quei loschi figuri di Fantastico Studio – in modo assolutamente indiretto e rimanendo in-game eh, che 'sta storia di minacciare di morte gli sviluppatori vi sta scappando un attimo di mano. Ho indicato 12 eurozzi su 15 solo perché è un titolo che richiede una certa attitudine, e in un mondo di giocatori con il culo pesante che usano la carta di credito al posto dei cheat code per accorciare le esperienze, Black Paradox è una mosca bianca (si, scelta di lessico poco felice. Andiamo avanti). Se avete le palle, segnatevi la data di uscita (il prossimo 3 maggio) e tenete pronta la prepagata. In caso contrario, cazzo ci fate ancora qui?
top&flop
> C'è una DeLorean
> Colonna sonora spaziale
> Gameplay spaccoso

> Gli anni '80 hanno un po' rotto
> Ci vuole un po' di culo, specie all'inizio