Qualcuno direbbe che 30 Birds più che un videogioco è un’esperienza.

La Città delle Lanterne è un crocevia affollato. Un melting pot nelle intenzioni più che nella cultura. Artisti, mercanti e semplici visitatori. Ognuno è lì per i propri scopi, eppure respirano come una cosa sola. Attraverso lo schermo non sento l’odore della Città delle Lanterne, ma sono stato veneziano per 18 anni e la memoria sceglie di riaprire quel cassetto. Immagino quelle fragranze che non sento più da anni, quando gioco a 30 Birds. Una volta erano un appuntamento fisso quasi tutte le settimane. Adesso sembra passata una vita e in effetti è così.

Nella mia personale ricerca del Simurgh ho abbandonato quella che chiamavo casa, ma se questa poi riaffiora l'ho abbandonata davvero?

30 Bird nominalmente è un’avventura investigativa dove nei panni di Zig bisogna rintracciare Lo Scienziato, colui che ha rapito la Dea Simurgh proprio mentre stava per destarsi dopo i suoi 50 anni di sonno. Come ne Il Verbo degli uccelli, il poema da cui l’esperienza di gioco è liberamente tratta, il ruolo della guida è interpretato da un’upupa. Se nella tradizione persiana l’upupa era saggia in 30 Birds, beh, quell’allure illuminata viene un po’ meno e Hoop si rende quasi da subito responsabile di molto del nonsense e dell’umorismo per cui passa il gioco.

Non c’è molto altro da dire. O meglio, non molto che si possa dire senza il rischio di rovinare l’esperienza. Quasi da subito il gioco abbandona il giocatore a se stesso, quasi a voler seguire i versi a cui si ispira pur di fatto facendo esattamente il contrario, visto che nel Verbo il viaggio aveva delle tappe ben precise mentre 30 Birds è quasi un open world, la Città delle Lanterne diventa subito un posto esplorabile e per capire la strada bisogna entrare in sintonia con lei.

Parlare con gli NPC, cogliere gli indizi, risolvere gli enigmi. Giocare dei mini-giochi a cui sembra non si possa perdere, il risultato diventa ininfluente, la cosa importante è prendere parte a quelle micro-esperienze indagandone i significati. È un’hipsterata, o almeno, qualcuno la definirebbe così.

Perfetto contraltare a chi parla di esperienza e dimentica che “videogioco” non è una brutta parola, la si può utilizzare anche lì dove non c’è punteggio e non si corre, salta e spara.

30 Birds è una di quelle robe strane che si reinventa passo dopo passo, lasciandoti un po' sopraffatto

Ha forse più in comune con il filone dei Weird RPG che con gli investigativi. Mi ha ricordato molto più Everhood di, non lo so, inserisci una qualunque avventura ad enigmi che hai giocato negli ultimi 2-3 anni.

Rispetto al sogno allucinato di Foreign Gnome qui la durata è più compatta e le implicazioni morali/filosofiche/religiose sono più sottese. Il viaggio è più personale, non ci sono verità assolute da smentire o confutare. Non saprei nemmeno dire cos’ho giocato. So che sono contento di averlo fatto.

So che forse dovresti anche tu,
soprattutto se poi piangi sui “videogiochi tutti uguali”
che ormai infestano anche l’indie.

quanto spendere
12 /18€
bignami per pigri
Ti ho già detto tutto quello che (non) ti serve sopra.
top&flop
> Colonna sonora pazzesca
> Direzione artistica pazza
> Spiritualmente è una figata

> Qualcuno sicuramente dirà "madonna che hipsterata"