Istanti di vita vissuta campionati fino a diventare segnali. Pixel che suonano a 255 colori, onde quadre che disegnano voci che non possiamo più sentire fuori dalle note vocali su un’app di Instant Messaging. Dati. Ma quel rosso era così rosso? Lei parlava davvero così o quel timbro un po’ nasale, quella voce trascinata, dipendono dal microfono?
Fidati di una macchina e ti troverai a cercare i tuoi ricordi in foto sovraesposte. Un momento così perfetto non può essere tradotto — ridotto — in megabyte, la compressione è comunque lossy. Qualcosa si perde, inevitabilmente e per sempre. Continuerà ad esistere solo nella nostra memoria, finché il il cervello continuerà a ricevere ossigeno e i suoi neuroni corrente. Finché il nostro processo non verrà killato.
Ma possibile che non ne parli nessuno? Hanno vandalizzato Tomb Raider 2. Le tigri del primo livello sono diventate l’omino di Minecraft, il Canal Grande sembra il mio water. Siti di gente convinta di avere le prove che l’11 settembre sia un inside job, altri che credono che non siamo andati sulla luna. Pagine Facebook di terrapiattisti e no-vax, baggianate improbabili tipo Oriana Fallaci era una rettiliana o Game Freak fa bei videogiochi, e nessuno si è accorto che stanno retconnando il passato per far apparire migliore il presente? È assurdo. Non ci posso credere, che preferiamo essere cani che abbiano alle macchine che passano invece di impedire alle zaibatsu di scherzare col nostro vissuto. Un disturbo di sottofondo che non si riesce a zittire, l’ennesima volta che ti ostini ad avere fiducia in un’umanità che ha accolto a pernacchie DmC Devil May Cry.
Eppure anche la ISO di Tomb Raider 2 tirata giù da Torrent ha gli stessi problemi. Stessi controlli a carrarmato orribili, stessa grafica improbabile, stesse tette a punta. Stessi dati. È chiaro. Il problema non è PlayStation Classic, non è il disco troppo consumato. Il problema è la nostra memoria, è quello il vero supporto non affidabile. I ricordi sono una casa sull’albero e quando ci torniamo — perché ci torniamo — riarrediamo tutto con lo stile del momento. Perché il senso di una casa sull’albero è essere un rifugio, e chi mai si rifugerebbe in un tugurio barcollante assolutamente inagibile, se non una creatura ingenua come un bambino? Quindi abbiamo