Avrei potuto parlarvi in questa recensione di Chicory: A Colorful Tale dicendovi semplicemente che è un gioco pazzesco sotto tantissimi punti di vista. Una semplificazione che avrebbe esaurito la sua carica in tre righe o, come sicuramente avrete visto da altre parti, in fiumi di parole vuote, messe lì tanto per colorare uno spazio bianco.
Chicory è finito nel dimenticatoio molto presto. Grazie ai TGA e all’uscita su Switch spero che ritorni in auge anche e solo per il suo essere un bellissimo giocattolo, che con il touchscreen trova la sua dimensione perfetta. Queste belle parole, però, non rilanceranno il messaggio che Chicory cerca disperatamente di far passare ad ogni schermata colorata. Un messaggio che siamo restii ad accettare e che è, purtroppo, normale che finisca nel dimenticatoio.
Non sono davanti a voi ma so che appena avete letto la parola suicidio vi siete fermatə cercando di capire in modo confuso che cazzo c’entrasse con… tutto questo. Sì, è lapalissiano: Chicory parla di depressione, inadeguatezza, frustrazione e disagio. Basta il trailer per capirlo e ormai i colori che spariscono dal mondo sono didascalici al limite del banale. Ed è qui che entra in gioco la confusione. Perché ok, depressione=suicidio (un’altra semplificazione, che bello), oddio è tutto nero, gli alberi strani, la morsa delle schermate, i dialoghi pesanti. Cicoria rischia il suicidio, noi rischiamo il suicidio. O forse no… forse è esagerato. Forse è depressione per sentirsi inadeguati, tutto quel peso addosso…
Vedete, è un attimo che un collegamento logico che sembra così basilare va in frantumi, anche quando si hanno davanti le immagini mentali di un gioco molto molto chiaro. E il problema è che in realtà noi pensiamo sempre che il messaggio sia caricato sulle spalle də protagonistə, ma chi soffre di depressione non è mai unə protagonistə. Chi si suicida è protagonista in quei momenti tra la caduta e il funerale. Il resto del tempo è un sorriso smorzato, della timidezza che nasconde insicurezza, balbuzie sociale e, soprattutto, un piccolo angolo di mondo che vedi all’inizio della partita e ti dimentichi fino alla fine.
Limonata? E chi è Limonata? Beh, Limonata è uno dei personaggi secondari di Chicory. Il primo personaggio in tutto il gioco che chiede di riavere la casa colorata. In modo timido, pacato, quasi chiedendo scusa per quell’affronto. “Troppo colorato” “Meno colorato” “Non è lo stesso ma va bene”. Sembra sempre che voglia dire la sua, ma che si senta talmente inutile da non credere di poter fare davvero qualcosa. E la perdita dei colori lə ha dato una bella botta. La sua zona di comfort perfettamente incasellata è andata distrutta e il suo animo fragile non ha più appigli a cui aggrapparsi.
Limonata è lə nostra primə fan. Lə primə che a dispetto anche di noi stessi ha capito che saremmo statə də grandə pittorə. E per tutto il gioco ce lo ricorderà ogni volta che lə incontreremo. Portando con sé il suo bisogno di attaccarsi a noi per non ammazzarsi. Per tutta risposta noi lə dimenticheremo, troppo impegnati a risolvere i problemi del mondo.
Limonata rimane lì ad osservare, ad osservarci, a pensare quanto la cicoria del vicino sia così bella è verde, così eroica. Non riesce a prendere un attimo di respiro, soffocata dall’ansia di essere inutile e da quella soverchiante oscurità che rischia di mangiare Pranzetto.
Rimane lì ad osservare fino a quando non diventa l’unico modo per finire il gioco. Il finale del titolo è irraggiungibile per mille motivi che non vi posso dire altrimenti rischio una spoilerfobia dilagante. Bloccato, finito, kaput. Noi non sappiamo nuotare e quindi come cazzo facciamo a guadare quel dannato fiume. Schermata di destra: siamo bloccati. Torniamo indietro e sul ponte c’è lei, Limonata, che ci ringrazia per tutto quello che abbiamo fatto anche se a noi non sembra di aver fatto nulla, anzi, tutto il contrario. Quelle parole, però, nascondo un messaggio ben preciso: “Grazie, perché osservando te ho capito che anche io posso fare qualcosa.” Ed è in quel momento che il personaggio più insignificante si propone di portarci in groppa e nuotare verso la salvezza. La nostra e la sua.
Limonata torna nel dimenticatoio, noi diventiamo eroi e siamo tutti felici e contenti. Un po’ come Chicory: finisce nel dimenticatoio, noi lo mettiamo come completato sul nostro foglio Excel e via verso una nuova recensione. Finito il gioco, però, qualcunə è andatə a trovare Limonata?
E’ sempre così. Per me, per voi. La Chicory(a) del vicino è più verde e non ce ne curiamo mai abbastanza, sommersi come siamo dai nostri problemi. Peccato che così facendo rischiamo che quella fantastica erbetta perda colore, avvizzisca e diventi la tomba per chi cerca disperatamente di coltivare qualcosa.
Eppure basta una piccola nota di colore al lato di una finestra per salvare una vita o un videogioco che smetterà di essere ricordato appena metterò a questa frase un punto.