E’ una domanda un po’ strana, con cui si ha allo stesso tempo molta e poca familiarità, sarà che prima d’ora nessuno me l’aveva mai chiesto, sarà che IO non me lo ero mai chiesto, ma quanti di noi potrebbero dire di sapere con certezza cosa rispondere?
Di solito a chi ha questa passione viene spesso chiesto se quel gioco è bello, se ha visto l’ultima novità, o come sia possibile stare così tanto attaccati a quella console visto che sono solo giochini. E quando invece capita che chiedano il perché, le risposte sono sempre più o meno “perché mi rilassa”, “perché mi fa evadere”, “perché mi diverto”.
Capita molto raramente che qualcuno, resosi conto della passione che ci anima, si soffermi a chiederci veramente perché giochiamo. Cosa troviamo in quel pad ed in quelle interazioni a schermo? Abbiamo già la nostra buona dose di DNA da gamer alla nascita, oppure è un innamoramento che arriva quando meno ce lo aspettiamo?
È un po’ come la felicità, tutti sanno cosa significa, ma quando tocca a te spiegare che cosa è, darle una definizione precisa, dei contorni netti, allora cominci a vacillare. Ci si diverte mentre si gioca? Certo. Ci si rilassa? Anche questo. Ma perché, se veramente il gioco serve ad evadere da un mondo che ogni giorno non manca di ricordarci le difficoltà che ci troveremo di fronte, siamo ben contenti di confrontarci con delle sfide sempre più alte, con delle meccaniche così punitive da richiedere la perfezione per essere superate?
Forse è per quello che ti lascia dentro dopo aver superato quel maledetto livello su cui hai dovuto sbattere la testa un migliaio di volte. Quella sensazione che si prova solo dopo aver superato l’infelicità di un momento di difficoltà.
E così, quando dopo anni ti guardi indietro e riesci a vederti mentre assieme a Super Mario cercavi di scappare da Boo ma l’unico modo per far stare fermo quel fantasma era stare di fronte a lui, ti scappa un sorriso. Perché le paure vanno affrontate, e se scappi non te ne libererai mai.
Ti viene in mente quando dovevi battere la copia del tuo avatar con l’astuzia, visto che era come stare di fronte ad uno specchio. Perché spesso il peggior nemico di te stesso sei tu. Quando dovevi raggiungere un obbiettivo ed eri costretto a fare dei sacrifici. Perché bisogna sempre compiere delle scelte, dolorose talvolta. Quando hai seguito quella ragazza lungo tutto il suo viaggio per aiutarla nella sua personale vendetta, per poi renderti conto che aveva perso tutto ciò a cui teneva. Perché non è mai tutto bianco o nero, e per quanto sia doloroso, il perdono qualche volta ti può salvare.
Perché giochiamo ai videogiochi? Non esiste una risposta esatta ed univoca. Esiste la risposta che ognuno di noi può dare.
E le risposte potranno anche essere opposte e contraddittorie tra di loro, ma non saranno mai meno vere e profonde.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?