Devo proprio rantare, ho bisogno di scriverla questa recensione di Super Mario Odyssey. È inconcepibile. Davvero, Nintendo? Nell’anno del Signore 2018, sei stata così insensibile da pubblicare qualcosa del genere? Forse speravi che fossimo più tolleranti. È dieci anni che si parla di togliere i crocifissi dalle scuole e voi speravate che stessimo zitti. Che accettassimo in silenzio questo trattamento perché per la prima volta Mario torna al sandbox, con quanto di più simile ad un sequel di Super Mario 64 sia mai uscito (LALALALAMario64DSNonEsisteNONVISENTO).
Forse pensavi che stessimo ancora cercando tutti quei cazzo di semi in Breath of the Wild, o che siccome ci sono millemila lune qua in Odyssey allora sarebbe stato tutto meno evidente. Guarda che i contenuti pacco che allungano la longevità in modo sterile non li hai mica inventati tu (e non hai manco inventato lo stick analogico come ti vanti da 30 anni, ma è un altro discorso). Il resto dell’industria ci prende per il culo così da un pezzo, siamo vaccinati. Che sia per quello che siamo autistici?
Piccolo appunto: dagli anni ‘90 ad oggi il mondo è andato avanti. Certe cose non si possono più fare. Fumare nei locali, per esempio, che la gente vuole respirare aria pulita. E infatti ci siamo inventati il fumo omeopatico e lo abbiamo riempito di aromi fuffa tipo “biscotti”, “torta della nonna”, “legno che arde nel caminetto in campagna nei giorni di pioggia“. Poi magari fa male uguale, però intanto le sigarette elettroniche si e quelle 1.0 no, che merda, il fumo uccide. E non si possono più sfottere le minoranze, soprattutto. Neri, ispanici, fro—Omosessuali. Si dice omosessuali, perfino i cicciottelli. Bisogna essere politically correct a tutti i costi, altrimenti la gente sfoga la frustrazione dovuta al fatto che non può più fumare su di te. Ecco, tu te la sei presa con la minoranza peggiore.
I messicani? Ma va, chissenefrega di quei mangia burrito malati della siesta. Te la sei presa con tutti quegli stronzi che volevano giocarsi Super Mario Odyssey in modalità portatile. Cioè. Fammi capire. Presenti una console il cui selling point è il poter giocare un po’ dove ti pare. Al cesso, steso sul letto, al cesso, al bar con gli amici, al cesso, mentre sei in vacanza. Poi quasi per caso ci puoi giocare anche sulla TV di casa, anche se quella mostruosità mostruosamente costosa da 55 pollici ha un pannello 4K, l’HDR e una serie infinita di siglette che manco sai cosa vogliano dire e insomma, il confronto con PlayStation 4 e Xbox One si traduce in una serie di risate scomposte e isteriche.
Ma ‘sta storia delle lune? Nel gioco ci sono 999 lune, sparse per 17 regni. Numeri da far girare la testa [cit. Ingegner Cane], ma buona parte di queste vengono letteralmente tirate in faccia dal gioco. E comunque sono troppe. Ma ovviamente guai a lagnarsene in una recensione di Super Mario Odyssey…
Non paga di questo, il primo gioco che propini al resto del mondo — dai, come se al lancio qualcuno si fosse cagato qualcosa che non fosse Zelda — incarna alla perfezione l’idea. Breath of the Wild è perfetto in modalità portatile e non perde un’oncia rispetto all’esperienza dietro la TV, lasciandoti fare esattamente le stesse cose. Super Mario Odyssey invece no. Se giochi in modalità portatile, sei l’equivalente di un ebreo nella Germania Nazista.Peggio: sei un ebreo nella Germania Nazista a cui ogni volta che si stacca la Stella di David dal petto qualcuno la riattacca di forza. Anche mentre stai sul cesso. Soprattutto mentre stai sul cesso.
Ogni caricamento ti ricorda costantemente che Super Mario Odyssey va giocato non solo davanti alla TV, ma con i JoyCon scollegati come se fosse un Mario Galaxy qualunque. Stai salendo un palo? Sei un pezzente, in modalità JoyCon puoi scuotere i cosini per farlo più velocemente. Stai esplorando? Barbone, in modalità JoyCon è più facile fare alcune mosse di Cappy. Perché ti ostini a non voler giocare come giocavi su Wii, ti piaceva tanto Wii! Come ti permetti di voler usare Switch per il motivo per cui tutti l’hanno comprata (che si, è giocare sulla cazzo di tazza del cesso)?
Poi oh, indubbiamente è un ottimo Mario tridimensionale. Forse un po’ troppo riciclone su alcune lune, forse un po’ troppo pieno di quei contenuti pacco di cui sopra. Ma sono i due grandi mali dell’industria di oggi, per vendere la roba bisogna fare in modo che sia accessibile e duri almeno 40 ore. Che non è necessariamente brutto, finché non rompi i coglioni a chi vorrebbe giocare roba un minimo più impegnativa e che non comporti l’harakiri delle gonadi a metà dell’esperienza (ma un maledetto selettore della difficoltà, fa così schifo metterlo? Ormai c’è pure in Assassin’s Creed santoddio). Però resta il gioco più incredibilmente razzista degli ultimi 10 anni, capace di farti sentire come un bambino del terzo mondo come mai nient’altro col marchio Nintendo sopra è riuscito a fare.