Tutto quello che è successo attorno a Enotria: The Last Song, dall’annuncio alle recensioni

Perché parlare di Enotria?

di Francesco “Pacione” Stella

Una delle cose che mi fa più imbestialire dell’italia è che chi parla necessariamente è invidioso delle posizioni altrui: ci chiudiamo in questo loophole, screditando chi critica determinate realtà perché tanto sono dei rosiconi che non ce l’hanno fatta. Badate bene: potrei anche essere uno che non ce l’ha fatta nell’ambito dello sviluppo software, non lo nego. Ma perché ho sentito il bisogno di vivere il coding quasi come un hobby e non come un lavoro? Perché non guadagno 5000 euro al mese lavorando per qualche enterprise del software, rimanendo comodamente nelle mia stanzetta nel cuore del polmone verde d’Italia?

Perché, durante il mio percorso da sviluppatore ho incontrato sempre capi che pretendevano straordinari poco che nulla retribuiti e una paga in generale da miseria

Sono stato pagato 350 euro per 9 mesi in cui dovevo pagarmi i trasporti (treno e autobus) e altri 6 mesi, da un’altra parte, 200 euro di buoni pasto e 200 di buoni benzina.

Il motivo per cui vi dico tutto questo è che leggendo le dichiarazioni, screenshot dal discord di Jyamma Games, rivedo un po’ questo modus operandi tutto italiano di trattare i lavoratori: gente pagata a partita iva, il vanto di aver fatto crunch per rispettare le deadline anziché assumere più forza lavoro… Tutte cose che ho vissuto sulla mia pelle, in altri lidi, ma che vi posso garantire impattano molto anche sulla psiche e sull’umore delle persone.

Da quelle esperienze, dalla nausea da codice che mi è venuto in quel lasso di tempo, ho cambiato area di expertise, ma riconosco che il problema maggiore è sia lo scarso know how delle aziende, sia come è visto il settore dello sviluppo in Italia, sia dai dirigenti delle aziende che dallo stato.

Come può cambiare un settore se i dirigenti sfruttano la forza lavoro con contratti da fame e non riescono in qualche modo a tutelare i loro dipendenti? Come può uno sviluppatore disperato, senza forze, protestare perché il proprio lavoro è sfibrante senza avere la certezza contrattuale di non poter essere licenziato se si rifiuta di fare straordinari?

La comunicazione messa in atto da Jyamma mi ha fatto rabbrividire e tornare a galla brutti ricordi.
Quando Enotria si è fatto vedere col primo trailer al TGS lo aspettavo con molta curiosità: i souls non sono il mio genere, ma sinceramente lo avrei acquistato e giocato anche solo per supportare aziende coraggiose che tentano di smuovere le acque piattissime del game development italiano, ma ahimé, più il tempo passava, più quello che a livello comunicativo avveniva non mi piaceva: interviste rimosse, chiavi di gioco tolte a creator e recensori, crunch non pagati perché i dipendenti sono a partita iva, e chi più ne ha, più ne metta.

Non amo questo genere di cose e sono una persona che pondera i suoi acquisti anche in virtù di questi fattori: non mi interessa se il gioco è bello o brutto, nei casi in cui questo genere di cose diventano un vanto per promuovere il gioco.

E un po’ mi dispiace, perché sono convinto che gli artisti e i dev che si sono spaccati la schiena ci rimetteranno più di chi ha gestito la roadmap e i CEO.

La timeline di quello che è successo a Enotria: The Last Song

di Pietro “Phatejoker” Iacullo

Nota: quanto segue è un estratto de La Voce della Ribellione (la newsletter di Gameromancer) del 23 settembre 2024, dove la vicenda veniva ricostruita cercando di essere quanto più possibile aderenti ai fatti. Ci sono comunque giocoforza considerazioni personali di chi ha scritto il pezzo.

L’origine degli assi di questo affaire Enotria è in realtà il giorno in cui From Software e Bandai Namco decidono di annunciare la data di uscita di Shadow of the Erdtree, DLC di Elden Ring – che se non hai vissuto sotto una pietra sai benissimo essere stato uno di quei giochi recepito da circa chiunque come 10/10 la perfezione miglior opera ludica di sempre, e aver venduto una roba come 25 milioni di copie (fonte: Statista).

La data scelta è il 21 giugno di quest’anno. Che c’entra? C’entra perché il 18 febbraio, 3 giorni prima di From Software, Jyamma Games aveva annunciato l’uscita di Enotria per la stessa data

In un primo momento la strategia del team è quella di scherzarci su X, postando un meme di Undertaker con la caption “Il destino ci ha uniti, Elden Ring, non siamo più Maidenless”. Nella community di Elden Ring “essere Maidenless” è diventato un insulto da intendersi o come “senza mani” e scarso nel gioco o come “gne gne nun c’hai la tipa”. Qui il contesto suggerisce che l’interpretazione corretta sia la prima e quindi “non siamo più Maidenless” è l’equivalente di “nun te temo”.

Il 26 febbraio, una settimanella dopo l’annuncio della data di Shadow of the Erdtree, Enotria viene rinviato una prima volta.

Il CEO Giacomo Greco sul Discord del gioco lascia questo messaggio:

Siamo perfettamente consapevoli che uscire nello stesso giorno di Elden Ring sarebbe – per noi come per qualsiasi altro gioco – un vero e proprio suicidio, quindi abbiamo deciso di valutare alcune alternative. Il prossimo 21 marzo, durante il Future Game Show, condivideremo un nuovo trailer del gameplay e riveleremo la nuova data d’uscita del nostro gioco. Inoltre, abbiamo altre informazioni importanti da condividere, quindi vi chiediamo di continuare a seguirci!

Le “altre importanti informazioni da condividere” si rivelano essere l’uscita di una demo di 8 ore più avanti ma soprattutto la cancellazione della versione Xbox. La motivazione data è quella di voler sfruttare il rinvio causato dall’uscita di Shadow of the Erdtree per migliorare il gioco su PC e PS5 (nelle parole di Greco “preferisco che il gioco sia perfetto su 2 piattaforme piuttosto che discreto su 3“), oltre al dover rispettare un deal sottoscritto con SEGA per la distribuzione del gioco nel mercato asiatico, che ancora oggi è a forte trazione PlayStation.

C’è però un passaggio in particolare del comunicato stampa (reato di Everyeye ma si può leggere per intero qui) che penso vada evidenziato: Greco sul finale della comunicazione ribadisce l’indipendenza di Jyamma, negando finanziamenti da parte di Microsoft e sottolineando che “alcune accuse che ci sono state mosse da alcuni utenti sono al limite della querela in merito a questa questione”. Perché queste accuse? Perché il gioco nell’ottobre del 2022 aveva usufruito di id@Xbox (con tanto di trailer), il programma indie di Microsoft. Nella comunicazione sarebbe stato sicuramente meno italiano – Stanis La Rochelle intensifies, ma sarà una costante in tutta questa storiaccia – spiegare la situazione senza arrivare alle solite minacce pure abbastanza a vuoto di portare i giocatori in tribunale. Cosa che credo faccia un po’ a pugni con l’idea di vendergli poi il giochino.

Ah sì, in tutto questo se vogliamo ridere: la nuova data di uscita è il 21 agosto. Ai TGA 2023 era stata annunciata la data di uscita di Black Myth: Wukong che era… Il 20 agosto, il giorno prima di Enotria

È forse per questo che poi il 16 maggio viene comunicato un secondo rinvio, fissando la data a quella definita (circa, poi vediamo per bene) del 19 settembre. Contestualmente a questo rinvio però viene ri-annunciata la versione per Xbox.

Levateje er vino! Vuoi un po’ di contesto di cosa si era detto della demo di Enotria? La prima parte di questo Checkpoint del podcast videoludicamente scorretto parla proprio di quello.

Le cose interessanti però succedono a partire dal 22 maggio, quando finalmente esce la demo su PS5 e PC e quindi noi stronzə della Critica al Giochino iniziamo a parlarne. Se ne parla in modo mixed, tra creator che lo giocano live incazzandosi ammerda per i bug e chi invece qualcosina intravede sotto la coltre di problemi. Io e Alteri avevamo tirato fuori un checkpoint dedicato (e un Amanda Reel col simpatico titolo “levate il fiasco a Enotria”), limitandoci a parlare di quanto visto nella demo e a constatare in silenzio che le fonti sentite per B-Human non c’avevano detto cazzate. E rosicando abbastanza perché la prima area faceva in effetti intravedere quel potenziale che non si sarebbe potuto mai concretizzare.

La conseguenza più rilevante della demo si manifesta il 6 giugno. Sul canale Twitch e poi a cascata sul suo profilo Instagram RoundTwo denuncia che Jyamma Games ha cancellato (o minacciato di cancellare) un appuntamento stampa con loro nel contesto della Summer Game Fest, dove tra l’altro verrà mostrato un trailer di Enotria (costo: dai 250mila eurodollari a salire). La motivazione, stando alla comuncazione di RoundTwo, sarebbe da ricercare nell’eccessiva durezza con cui si era parlato della demo.

Un po’ tutti gli addetti ai lavori manifestano supporto, per cui sarebbe fuori luogo parlare adesso della scenata che qualcuno in RoundTwo viene a farmi pvt quando mi azzardo a definire questo supporto leccaculismo visto che quando è successa la stessa cosa a Gameromancer all’epoca di Baldo tutti muti (nonostante pure il vice presidente di IIDEA fosse venuto a spargere teste di cavallo nel letto in chat durante una live su Twitch sulla cosa). RoundTwo in ogni caso a seguito di alcuni scambi con Jyamma “ritenuti inaccettabili” decide di fare un passo indietro a livello di copertura, rimandando poi la decisione sul parlarne o no a gioco uscito. Ad oggi l’unica altra menzione di Enotria da parte loro è stato Francesco Fossetti che riposta il comunicato di giugno a seguito di tutto uburdell™ in cui stiamo per addentrarci.

Prima di arrivare alle recensioni c’è un ultimo avvicendamento legato (di nuovo) alla versione Xbox. Il 2 settembre Jyamma comunica il rinvio a data di destinarsi della versione, lamentando scarso supporto da parte di Microsoft con toni abbastanza duri – sempre a mezzo Discord per bocca di Giacomo Greco.

Ho speso un sacco di soldi per il porting e hanno deciso di ignorarci. Ovviamente non gli importa di Enotria e non gli importa dei giocatori.

Tre giorni dopo arrivano le “scuse” di Phil Spencer e sul profilo X del gioco si promette, grazie ai contatti in essere col team Xbox, di portare Enotria sulla piattaforma ASAP.

E ora finalmente siamo alla parte per cui tuttə hanno cliccato su ‘sta roba: il drama

Il 13 settembre scade l’embargo sulle recensioni e quindi inizia a spuntarne qualcuna online. La ricezione è di nuovo mixed, e in particolare sono le recensioni di Game Division (Tom’s Hardware Italia) e GameXperience a catturare le attenzioni e le antipatie dei dev. Sullo stesso Discord utilizzato fino ad oggi per le comunicazioni c’è infatti un canale “Italian Chat” dove sviluppatori e supporter del gioco iniziano a discutere delle recensioni.

Le accuse di non aver giocato il gioco (puntualizzando come il pezzo di Game Division parli solo del primo boss, senza pensare che i motivi potrebbero essere da ricercare nella spoilerfobia in cui spesso gli addetti ai lavori assecondano il pubblico) me le aspettavo pure. Nel senso che fanno parte di quel copione che ormai è diventato tradizione quando uno sviluppatore deve delegittimare il tuo lavoro. Quello che non mi aspettavo di certo era leggere (e cito alla lettera):

Abbiamo fatto mesi di crunch per ottimizzare, sinceramente non so su quali patate di PC stavano giocando.

Non tanto per la storia dei PC patata che lascia un po’ il tempo che trova, quanto perché gli sviluppatori a questo punto non si rendono conto di cosa implichi ammettere il crunch.

In prima battuta quando si fa crunch vuol dire che c’è un grosso problema di direzione dello studio, tant’è che da anni qualcunə (tra cui Gameromancer) si batte perché i titoli per cui ci sono casi accertati di crunch non ricevano premi del tipo “best direction” ad eventi come i TGA. In secondo luogo questa frase per l’ennesima volta finisce per propagandare il crunch come un atto d’amore nei confronti del gioco che si sta sviluppando e vederlo come un segno di quanto si è dediti ed innamorati del proprio lavoro. Una romanticizzazione tossica di quello che è in tutto e per tutto un problema e un abuso, qualcosa che finisce inevitabilmente per rovinare le vite di chi decide di sviluppare videogiochi nella vita.

Cory Barlog crunchando avrà pure tirato fuori un capolavoro come God of War (2018), ma ci ha rimesso un matrimonio

Non è finita qui, perché in quel pazzo venerdì succede che Jyamma Games disattivi dei codici di Enotria, che erano stati inviati a creator dell’agenzia ImaCrew.

Il PR di ImaCrew è Simone Milone, che svolge lo stesso ruolo anche per il citato GameXPerience (dove Enotria ha preso 5.5). La mattina del giorno dopo Milone in particolare ma anche altri suoi collaboratori denunciano la cosa caricando dei video sui loro canali social. In particolare sotto il video di Milone viene lasciato un commento – che non ho ritrovato, per cui presumo poi rimosso – che denunciava una situazione lavorativa pesante in Jyamma Games, accusando l’azienda di non pagare nemmeno gli straordinari. A questo commento risponde sempre Giacomo Greco e sempre su Discord, dicendo (di nuovo alla lettera):

Parla di ore non pagate, straordinari e cose varie quando tutti, compreso il sottoscritto, sono liberi professionisti. Questa la dice lunga di quanto ne sappia questa gente. La gelosia è un brutto male.

E anche qui gli sviluppatori non si rendono conto di quanto sia problematica una difesa del genere. Questo è un vero e proprio abuso della partita iva, che non dovrebbe essere utilizzata per evitare di assumere personale a tempo determinato o indeterminato.

È una situazione che c’era stata denunciata da più fonti durante i lavori per B-Human, ma che venga confermata dallo stesso CEO di Jyamma così apertamente non è per nulla una vittoria. Sulla questione “partite iva & game dev” in questi giorni diversa gente mi ha contattato per spiegare come purtroppo sia una prassi ben radicata nell’ambiente e quali siano i problemi (nello specifico di Jyamma nonostante siano “tutti liberi professionisti” viene imposto un orario 9-18 da ufficio classico, e succede anche altrove) e soprattutto quanto se ne vada via in tasse.

Parallelamente a tutto questo in ogni caso le chiavi vengono ripristinate e il tutto viene archiviato come incidente, imputando la colpa ad un errore con la cancellazione di un batch di chiavi che essendo tutte vicine per coincidenza han riguardato i creator di ImaCrew.

C’è spazio anche per un ultimo micro-drama, che più che altro serve ad evidenziare (ce ne fosse ancora bisogno) l’impreparazione di Jyamma sotto tanti aspetti.

Il gioco come detto aveva come data di uscita ufficiale il 19 settembre, ma era in realtà giocabile dal 16 per chi avesse acquistato la Deluxe Edition. Su Steam (ma non su Epic Games Store) Enotria è stato comunque rilasciato il 16 nella sua edizione standard, l’unica disponibile sullo store. La motivazione data da Jyamma è l’impossibilità di dare accesso in anticipo al gioco agli acquirenti della versione Deluxe su Steam. Per altri giochi però (es: Dragon Ball Sparking! Zero) la possibilità c’è anche sul marketplace di Valve.

Contestualmente alla release ufficiale del gioco Jyamma ha pubblicato anche una roadmap per le prossime patch. Solo io ho i flashback da Cyberpunk 2077?

Di tutta questa storia probabilmente non rimarrà granché. Enotria in questo momento è fuori su tutte le piattaforme e continua a raccogliere un successo mixed, e nel momento in cui scrivo le recensioni su Steam sono positive per il 62% (su un totale di 401 – che dubito siano tutti italiani e tutti “giornalisti”). Chi ha deciso di credere alla storia per cui gli italiani perdonano tutto tranne il successo e che ci sia la volontà di impedire a Jyamma Games di diventare CD Projekt Red non verrà sicuramente dissuaso da nulla, figurati dai fatti puri e semplici (circa, perché mi rendo conto che sul discorso crunch sono parziale).

La verità è che rispetto a Baldo se ne è parlato perché Jyamma non è NAPS Team e non può spendere 30 anni di conoscenze e amicizie nel settore. Non ci sono grandi firme del giornalismo negli special thanks di Enotria, viene meno l’interesse a difenderlo davanti alla brutale evidenza dei fatti.

Se ne parlano tutti – e se ne parla chi è in vista – allora è più facile che il caso venga fuori. Però l’ho detto all’inizio: la storia di Enotria è una ballata che ho già suonato un sacco di volte

Di dev che sminuiscono te e quello che dici perché non accettano una critica potrei citarne un sacco. Potrei riempire pagine e pagine di stronzate successe, di bullismo subito mentre venivo accusato di essere io il bullo perché volevo distruggere questo o quell’altro gioco.

Quello che mi porto a casa dal discorso Enotria, al di là del rammarico per quello che poteva essere, è che come dicevano nel finale della stagione 3 di Boris siamo un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte.

Non si riesce a far partire nulla a parte i proclami su quanto il 20XX sia finalmente l’anno dell’Italia da parte di IIDEA. Chi esce dalle scuole non è minimamente preparato al Game Dev, ha le ambizioni ma non ha la consapevolezza che serve per riuscire a portarle su disco.

Enotria in tutto questo ha beneficiato pure di più di 380000€ di Tax Credit (per essere precisi 380849,25€). Chi li ha erogati mi ha già definito più volte un populista, ma non riesco a non pensare come quei soldi – presi dalle mie cazzo di tasse – siano stati utilizzati non per pagare straordinari (“perché siamo liberi professionisti”), ma per il trailerone della Summer Game Fest.

Perché alla fine vince sempre il banco, e nei videogiochi il banco è Geoff.