Ep. 46: Gameromancer il femminista
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Il femminismo nei videogiochi ci sta sul cazzo: non è che i videogiocatori sono inevitabilmente sessisti?

Noi giocatori riusciamo ad essere incredibilmente sessisti. Anche non volendo, anche in modo ingenuo, eh. Vedi Trish e Lady nude in Devil May Cry 5 e tu, maschio bianco eterossessuale col pad in mano, pensi subito che sia un uso videoludicamente scorretto della figura femminile. Il fatto che ci sia qualcosa oltre il semplice fanservice manco ti sfiora, manco ci pensi.
Vedi tette e pensi tette, per te è finita li. Fosse questo il problema, ci sarebbe da metterci la firma…

Hai mai provato a parlare di videogiochi con una donna? Io si

Non nel senso di chiedergli a cosa gioca, come e perché. Qualcosa di più profondo, parlare di storie di vita giocata. Di attenzioni indesiderate ricevute in-game, per il semplice fatto di avere una vagina. Delle molestie su Twitch, quando durante uno streaming arriva un tizio a chiederle se non si mostra in webcam perché sta giocando nuda. Di quelle in real life, quando le dicono che non è normale che il suo ragazzo la lasci trasmettere giochini su Internet. Cosa che non succede perché Twitch è popolato di maschi che a stento sanno cosa sono i videogiochi, figurati il femminismo. I videogiocatori sono una razza misogina e sessista e questo in rete si riflette benissimo, più in certe community che in altre, ma cazzo, è un problema serio.

È qualcosa che per qualche motivo i videogiochi hanno ereditato dagli Scacchi e dalle materie scientifiche, soprattutto quelle legate al ragionamento. Vai in una classe di un ITIS a caso o in un’aula universitaria dove si insegna Informatica, e la conta dei cazzi sovrasta quella delle fiche. Di conseguenza, quando vediamo una ragazza che invade il nostro territorio, pensiamo subito che o vada scacciata o lo faccia perché è alla ricerca di attenzioni. Benvenuti nel nuovo, fottuto e scintillante terzo millennio, che sembra un sacco il remake HD del 1300.

Vai in un'aula universitaria dove si insegna Informatica, e la conta dei cazzi sovrasta quella delle fiche. Per questo ci stranisce la femmina su Twitch

videogiocatori sessisti e femminismo nei videogiochi
Eteroché? L’eteronormatività è quella cosa per cui i maschi devono giocare con i soldatini e le femmine con il dolce forno.

È un problema culturale estremamente più vasto dei videogiochi, che interseca l’eteronormatività dell’intrattenimento. Siamo abituati fin da piccoli al fatto che esistano giochi e giocattoli da bambini e quelli da bambine. I videogiochi per qualche motivo son sempre stati per i maschi, e infatti negli anni d’oro del tie-in non ti usciva mica quello delle Barbie. Quello sarebbe arrivato dopo, sfondati i 2000, quando il Grande Livellatore che chiamiamo PlayStation avrebbe sdoganato il videogioco come prodotto di massa, togliendolo dalla sua dimensione di balocco elettronico. Ma quando eravamo piccoli noi, beh, quando eravamo piccoli noi avevi Army Men. Avevi la guerra, il fango, la merda. Avevi il calcio, e per anni è stato proprio il calcio (e più in generale lo sport) il driver del mercato. Tutta roba che parla la lingua dei cazzi.

Siamo nell’epoca della fluidità di genere ma per molti è ancora così, i videogiochi sono “roba nostra” e ci vuole il cartello No Girls Allowed. E l’industria non ci sta aiutando manco per sbaglio, perché ragiona ancora molto per stereotipi. Le personaggie femminili? Poche, nessuna è ancora arrivata a imporsi sull’ombra di Lara Croft. E la stessa Lara Croft, per quanto nella serie remake sia meno sessualizzata (e forse anche più vera), nell’immaginario collettivo è ancora una tettona armata di doppie pistole. Non siamo pronti, a concepire di giocare nei panni di una tipa come Ellie.

I videogiochi hanno ancora un marketing pesantemente fallocentrico

E di conseguenza questo si riflette sui videogiocatori, che vengono naturalmente portati a non nascondere comportamenti sessisti. A questo giro la colpa non è nemmeno della stampa. O quantomeno non del tutto, perché comunque qualche notizia sulla ragazzina furbetta che abbindola il virgin player di Fortnite esce. Però ecco, il grosso della colpa sta in chi i videogiochi ce li vende. E chi ce li vende non sono i siti di videogiochi. Facciamo fare marketing a gente che ha paura del sesso e di conseguenza lo macchiettizza. È naturale, che mancando l’educazione poi negli spazi di confronto – è Twitch lo è, per sua stessa natura – vengono fuori le peggio cose.

Qualcuno deve fare qualcosa.
Spero che questo sia un primo impacciatissimo passo…

Ne vuoi ancora? Nessun problema...