Forse mi faccio ingannare troppo spesso dalla grafica. Intendiamoci, The Lullaby of Life non è brutto, fa il suo, ma da un’estetica così curata e da quel sentore di gioco musicale dai colori accesi mi aspettavo di più. Ok, sì, ho costruito tutto nella testa e il gioco alla fine è un cozy game puzzle musicale, però cavolo, tutto il brodo primordiale, questi esserini che evolvono e che hanno questi bottoni con le note che se premuti propagano il suono e risolvono enigmi, gli occhi degli esseri giganti e dormienti che popolano i livelli del gioco… Mi aspettavo un discorso sulla nascita della vita, sul rumore di fondo che racconta la storia dell’universo, sulla ninna nanna che diventa la colonna sonora della nascita. Invece mi ritrovo un puzzle game semplice, perfetto per chi cerca dei bei suoni e dei bei colori, quelle due o tre spruzzate filosofiche che sì non fanno mai male ma che sono appena accennate e il rumore di fondo che mi ricorda tanto le onde del mare, al tramonto, sulla spiaggia.
Perché sì, alla fine è tutta una questione di grafica. Vai su Steam, ti innamori dell’estetica e poi per colpa solo tua ci rimani mali se il gioco non ha quella potenza esplosiva che ti aspettavi. E mi dispiace tanto, perché sono sicuro che a qualcuno potrà piacere tanto The Lullaby of Life. Tanti suoni da premere in sequenza che mantengono alta la tua concentrazione, forme e colori ben definiti e comandi semplici e intuitivi. Io però non cerco più queste cose. Ho bisogno di colori sì, ma anche di emozioni forti. Ho bisogno di un puzzle game che mi racconti qualcosa suonando a ritmo con il resto del gioco. Qui le note suonano bene ma sono scollate e secondo me ci vogliono si e no un paio di tentativi per risolvere gli enigmi. Il gioco fila liscio in queste 3/4 ore, che sarebbero perfette se avessero quella carica che cerco. Purtroppo The Lullaby of Life non fa per me, almeno per ora.
Spero che in futuro facciano qualcosa di più complesso e potente, perché quei colori hanno tanto da dire e io li voglio rivedere.