Sunless Skies, seguito di Sunless Sea sempre della Failbetter Games, non perdona. Tu inizi il gioco e neanche fai in tempo a capire per quale motivo ti ritrovi su una locomotiva a vapore dei primi del ‘900, sgangherata e nel bel mezzo del cielo, che crepi come un cojone.
Ma andiamo con ordine, perchè ho una bella storia da raccontarvi.
Quanto mi piace fare semi-citazioni letterarie, e mai gioco fu più azzeccato di questo. Sunless Skies prende a piene mani dalla letteratura fantascientifica britannica, e trasporta i videogiocatori in un ‘900 alternativo, dove l’Art Nouveau si scontra con cazzute malattie stellari e creature abominevoli e tentacolari. (So che ci avete pensato depravati, ma no: non ci sono donnine manga semi-nude e bagnate.)
Scegliendo “Nuovo Gioco” veniamo subito catapultati nello spazio, alla guida della nostra locomotiva volante a vapore, The Orphean, danneggiata, alla deriva , con la ciurma demoralizzata e il capitano in cabina che sputacchia schifo da ogni foro. Beh, iniziamo decisamente bene direi.
Incredibilmente riusciamo a raggiungere il primo attracco interstellare, la città di New Winchester, giusto in tempo per scoprire che il capitano di tutta la baracca è stirato e quindi ci tocca, come suoi sottufficiali, schivare il muco verdognolo, consegnare la salma e intascarci l’eredità.
Oh, finalmente comincia il vero gioco, e come ogni story-driven pieno di scritte da leggere e scelte da fare, alla Lone Wolf maniera, bisogna scegliere le caratteristiche del proprio personaggio. Io ho optato per qualcosa di molto, molto vicino a Gameromancer.
Ed eccoci qua. Motore carico. Cibo in stiva. Si può iniziare… Bene, che cazzo devo fare?
Proprio così, questa è la prima domanda che mi sono fatto una volta finito il tutorial: che cazzo devo fare? La risposta è semplicemente leggere.
Grazie ai muri di testo che ci troveremo davanti, scopriremo che tutto questo mondo è frutto di un imperatrice traditrice ah ah ah la rima che ha ben deciso di solcare i cieli con la sua gente e fondare un nuovo impero britannico sotto la giurisdizione del sole e delle stelle. Noi siamo dei navigatori del cielo e tutto quello che dovremmo fare è leggere, informarci, commerciare, partecipare ad un mondo costantemente vivo e bello.
Io vi assicuro che erano anni che non venivo così coinvolto da una storia. Certo, la lingua letteraria inglese per un italiano è uno scoglio difficile da superare, ma con un po’ di pazienza entrerete così tanto nel mondo, respirerete tanti di quei fumi di fabbrica, sentirete tanti di quegli scricchiolii di ingranaggi, che non riuscirete più a distingure la vita vera da quella perfettamente costruita dai ragazzi di Failbetter Games.
Aprofondimento stellare n°1: “Un geode è una cavità interna ad una roccia ignea, di forma tendenzialment… bla bla bla”. Se non sapete cos’è un geode, vergognatevi prima e andate a informarvi dopo. Sarò magnanimo per questa volta, vi passo il link.
Come la vita vera, l’esperienza in sunless skies si presenta con una scorsa esterna dura, e all’interno cristalli di ore che crescono lentamente. (È solo un caso che questa similitudine si rifaccia ad un oggetto presente nel gioco… Lo giuro, io ci avevo pensato prima…)
Sunless Skies è fottutamente difficile. Ci vorrà un quantitativo assurdo di tentativi prima di riuscire a capire tutti gli intrighi, i magheggi e i trucchi per sopravvivere a questa odissea spaziale londinese. Non ti accorgerai mai immediatamente di star sbagliando e di aver così segnato la tua fine, perché basta un singolo errore, una piccola distrazione e, proprio come quando per sbaglio dimenticate di photoshoppare la foto del cazzo che volete mandare alla tipa, tutto ciò che otterrete saranno grasse risate da parte del gioco e la sensazione di diventare piccolissimi, per poi sparire tra le stelle.
Ma proprio come i cristalli dentro un geode, la vostra esperienza con il passare delle ore, e dei tentativi, si organizzerà secondo una struttura bella da vedere ma anche davvero, davvero appagante.
Visto che di vita abbiamo parlato, di vita riparliamo ora. Proprio come quella cosa che i vostri genitori continuano a rinfacciarvi dicendo di avervela donata, ma chi cazzo l’ha mai voluta, in Sunless Skies per una cosa bellissima che funziona, un’altra negativa fa capolino e ci fa imprecare contro le divinità del cielo, siano esse stelle o meno.
I membri della vostra ciurma ferroviaria volante posso impazzire per colpa delle stelle durante i vostri lunghi viaggi tra una città e l’altra. La situazione tipo si presenta in questo modo:
“Capitano! Le stelle si stanno spegnendo! Che facciamo? MORIREMO TUTTI!”
“Calmi, calmi. In che senso si stanno spegnendo?”
“Lì capitano, lì! ECCO, SE NE È SPENTA UN’ALTRA. AAAAAH!”
“Beh, sostituitela.”
“Sostituirla capitano? E in che modo?”
“Ma sì, accendete uno di quesi cosi di cartone cinesi e lasciatelo libero nello spazio, oppure, che ne so, disegnate con il pennarello giallo sul vetro. Su, sempre a lamentarvi.”
“Capitano… È impazzito?”
“Ma no! Piuttosto, qualcuno ha visto la mia pistola? Devo fare colazione, e senza quella non so come girare gli spaghetti.”
Ciò che però va evidenziato al termine di tutta questa storia, è la vastità, non del cazzo che ce ne frega, del mondo di Sunless Skies.
È davvero qualcosa di immenso, ben studiato e ricco. È davvero un esperienza letteraria e videoludica unica, come poche ormai se ne vedono in questo tempo ben poco stellare. E per questo devo ringraziare quel cannolo siciliano, che si atteggia da londinese, di Lupo, perché sono sicuro che ne passerò ancora e ancora e ancora di ore in quel vasto mondo che sono le High Wilderness.