Rece SCHiM(imming in shadows)

Croack

Cosa succederebbe se perdessimo una parte di noi? Una di quelle che ci portiamo dietro sin da quando siamo natə e alla quale non ci facciamo più nemmeno troppo caso? SCHiM prova a raccontarcelo a modo suo, in un modo un po’ romantico e sentimentale. Nel titolo a quattro mani di Ewoud van der Werf e Nils Slijkerman le ombre non sono solo un’area senza luce, ma l’habitat di creature simili a rane che per nessuna ragione devono abbandonarle perché sono l’anima e lo spirito di chi le proietta.

Noi siamo appunto uno SCHiM, e abbiamo un problema

Il gioco inizia proprio con la vita del nostro “umano“, infatti saremo noi ad accompagnarlo nelle prime fasi di questa. Andremo in giro con lui, lo seguiremo mentre va in giro con lə amicə, ci saremo pure quando la vita inizierà a prenderlo a calci in culo con quelle simpatiche e sgradite sorprese che riserva un po’ a chiunque ad una certa. Tutto fino al momento in cui ne verremo separati, e il nostro scopo sarà quello di ricongiungerci a lui.

Salto dopo salto, ombra dopo ombra

Il gioco ci metterà davanti una serie di livelli da attraversare saltando tra un’ombra e l’altra, con la possibilità di interagire con gli oggetti che le proiettano e che, in certe situazioni, saranno fondamentali per proseguire nella nostra avventura. Ci capiterà di dover attivare semafori per scroccare un passaggio alle auto in transito, di piegare cartelli pubblicitari per usarli come catapulte, anche di incasinare delle catene di montaggio per crearci dei percorsi con le scatole dei nastri trasportatori. Inoltre nei livelli ci potrebbe capitare di inciampare nei vari collezionabili sparsi in giro, che una volta raccolti si posizioneranno e potrebbero tornarci utili per superare le zone di luce. Insomma, le interazioni con lo scenario non mancano, e la quantità di cose che succedono in questo creano un vero e proprio quadro in movimento. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale che fa il suo, sia quando deve rilassare che quando deve metterci un po’ di allegria.

Forse un po' troppi livelli

Se da un lato abbiamo dei livelli che sanno pure essere “sfidanti” dall’altro ce ne sono alcuni che si riducono proprio ad un mero andare dal punto A al punto B, senza troppi fronzoli né stimoli e che paiono un po’ messi lì a fare numero. Insomma, al solito less is more, ma questo non svaluta nulla del titolo che è molto di più del solito platform dove si salta.

Insomma, a me è piaciuto un sacco. Giocato con un controller sicuramente è la morte sua e vi salva dall’agonia del tunnel carpale ed è un sacco più godibile rispetto al giocarlo su tastiera. Mettiamoci pure che è una gioia per gli occhi vedere un mondo così vivo in grado di raccontarci tante piccole storie di chi lo abita in così poco tempo, chisseneincula se dobbiamo solo saltare? Concediamocelo un po’ di relax in cerca di chi ci ha perso, tanto prima o poi lo riacchiappiamo.

Poi oh, sei una ranocchia bellissima. Che fai, te ne privi?

quanto spendere
25 /25€
bignami per pigri
SCHiM è una bellissima avventura da farsi in totale relax, di quelle che prima di giocare bisogna osservare e godersi con gli occhi prima che col pad.
top&flop
> Il mondo di gioco è vivo e si sente;
> La colonna sonora si fa ascoltare tantissimo;
> I livelli a volte sono impegnativi, ma mai frustranti...

> ...anche se un tot sembrano un po' di troppo.